Toscana Medica - Marzo 2020

3/2020 T OSCANA M EDICA 28 testatina quali à e professione Inoltre la letteratura mostra che i risultati delle protesi di spalla senza stelo sono sovrapponibili a quelli del- le protesi tradizionali e che queste sono anche migliori dopo intervento di revisione protesica. tucciraffa@gmail.com Conclusioni L’utilizzo delle protesi di spalla è sempre più diffuso con buoni ri- sultati a breve e medio termine. La disponibilità di protesi senza stelo o con steli corti ha facilitato e imple- mentato il loro utilizzo in quanto tali impianti sono più facili da applicare con un minore impegno chirurgico. conseguenza della cronica insufficien- za dei tendini della cuffia dei rotatori. La protesi è chiamata inversa perché applichiamo la cupola sulla glenoide scapolare, mentre la coppa viene in- serita sull’omero. In entrambi i tipi d’impianto il pro- gramma riabilitativo dura almeno due mesi. Durante il primo mese il paziente dovrà svolgere esercizi passivi per il re- cupero della mobilità articolare, mentre nel secondo mese seguiranno esercizi di rinforzo muscolare progressivo per recuperare il movimento attivo. L’intervento di protesi di spalla si svol- ge in anestesia combinata (generale e loco regionale) mantenendo il pazien- te in posizione semiseduta. Si esegue un’incisione di 10-15 cm di lunghez- za che può essere fatta o sul versan- te laterale o su quello anteriore della spalla. Si raggiunge il piano articolare e si lussa anteriormente l’articolazio- ne per esporre la testa dell’omero. Se presenti, si rimuovono le neoformate sporgenze ossee denominate “osteofi- ti” così da preparare le superfici arti- colari all’impianto della protesi. Que- ste possono essere applicate con un ancoraggio a press fit quando la pro- tesi s’incastra nell’osso oppure fissate con il cemento nei casi in cui l’osso risulta debole perché osteoporotico. Gli ancoraggi a press fit riguardano le protesi con steli corti o protesi sen- za stelo da utilizzare nei pazienti più giovani in quanto il tessuto osseo è più resistente e normotrofico. Le protesi senza stelo hanno il van- taggio di adattarsi alla struttura ana- tomica del paziente anche nei casi di dismorfismo sia esso degenerativo che postfratturativo. Inoltre tale impianto riduce il rischio di gravi complicanze quali le fratture periprotesiche e l’in- stabilità articolare. Infine, l’utilizzo di questo tipo di protesi di spalla facilita l’eventuale intervento di revisione. La protesi tradizionale con stelo ri- mane ancora un presidio necessario nei casi di frattura pluriframmen- tata della spalla e dove si riscontra- no importanti difetti ossei omerali. Questi possono presentarsi nei pa- zienti affetti da mancata saldatura di frattura e nei casi più complessi come in quelli di resezioni tumorali. Artrosi primaria spalla. Artrosi secondaria per rottura cuffia dei rotatori. Protesi inversa senza stelo Protesi anatomica su frattura di spalla. Protesi anatomica senza stelo. Protesi anatomica con stelo.

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