Toscana Medica - Ottobre 2020
8 / 2020 T OSCANA M EDICA 4 testatina edi or ale cializzazione o al Corso per la Me- dicina Generale. È ovvio pertanto che, in difetto di una ormai cronica mancanza di qualsiasi programma- zione in ambito sanitario, ancora oggi di fronte allo sconquasso della pandemia ci troviamo a discutere se richiamare in servizio i Colleghi pensionati o fare entrare al lavoro quelli ancora non usciti dalle Scuo- le post laurea. Su tutto poi aleggia la non piacevo- le sensazione suscitata dagli ormai quotidiani scontri mediatici tra i più disparati “esperti” che riempio- no gli schermi dei nostri televisori e computer. Non credo che alla gente faccia bene vedere quanto litigano e come si insultano, pubblicamen- te e spesso al di là di un civile e costruttivo confronto, personag- gi che invece, proprio per il loro ruolo di uomini e donne di scienza e conoscenza, dovrebbero offrire certezze e argomentazioni per co- struire la personale consapevolez- za di chi li ascolta. In questo modo si creano ancora di più confusione e incertezza e si alimentano inevi- tabilmente comportamenti di peri- coloso negazionismo. Chissà se gli esperti che pontificano ogni giorno su tutti gli aspetti della nostra vita sconvolta, sulla matema- tica della pandemia, sui DPCM da creare a raffica, si ritrovano qual- che volta a pensare al medico di fa- miglia che assiste con cura e affetto i propri pazienti in una quotidianità sempre più impegnativa, al riani- matore che conta con ansia i posti rimasti liberi in Reparto oppure all’infermiere che, opportunamen- te bardato, fronteggia le file eterne delle auto in coda ai drive-through per i tamponi! politica appaiono distanti e attutite. Come medici non possiamo che essere ancora più preoccupati di fronte a una situazione che com- plessivamente sembra sfuggire sempre più dalle mani. Disgraziatamente mai come oggi la Sanità e la Medicina hanno vi- sto dimostrata la rilevanza del pro- prio ruolo sociale, inevitabilmente interconnesso con tutti gli aspetti del vivere civile, dall’economia alla politica, dai percorsi di studio di qualsiasi livello al benessere com- plessivo della popolazione, dalle dinamiche dell’arte e dello spetta- colo ai mille aspetti dei viaggi, del turismo e della cultura. La Sanità pubblica ha dimostrato senza dubbio alcuno il proprio va- lore e la propria indispensabilità, seppure devastata da anni di scarsa o nulla considerazione generale e i suoi operatori continuano a essere presenza costante e preziosa. Nel nome dei Colleghi scomparsi nes- suno pensa minimamente a tirarsi indietro e il lavoro, difficile e ac- cidentato, continua a tutti i livelli, dagli ospedali in affanno visibile alle ambulanze del 118, dai medi- ci e pediatri di famiglia bersagli di mille istanze diverse agli infermieri sigillati negli scafandri, da chi cerca DPI per svolgere al meglio il pro- prio lavoro a chi accompagna con una carezza il trapasso dei pazienti rimasti soli. Eppure in questo scenario da tra- gedia planetaria, nel nostro Paese continuiamo a farci volontariamen- te del male come testimoniano, per esempio, le inevitabili polemiche sui test per l’accesso a Medicina oppure la situazione drammatica dei tantissimi laureati lasciati da soli e senza certezza prima di pote- re entrare in qualche Scuola di spe- Ammettiamo, per recuperare (in- vano, purtroppo) un po’ di serenità, che qualcuno una mattina di una bella giornata autunnale volesse cercare una sagra o una fiera fuori città per rilassarsi e magari scoprire angoli, scorci e sapori sconosciuti. Il nostro qualcuno a oggi non potrà fare niente di simile semplicemen- te perché non troverà nessuna sagra o fiera da visitare. Invece di poter sperimentare le sensazioni deside- rate, continuerà a essere circondato da quella bruttissima atmosfera dif- fusa che impregna da mesi i nostri giorni di pandemia. Aprendo tutte le mattine una qual- siasi rassegna stampa di carattere sanitario, che riporta titoli e ma- teriali di tutte le testate italiane, ancora oggi non si può evitare di stupirsi di fronte al totale appiat- timento delle notizie, inesora- bilmente monotematiche, quasi sempre dai toni più che pessimi- stici (peraltro a ragione), sempre e comunque tese a riflettere sui mille aspetti della vita universale schiantata dal virus. Nessun ri- storo neppure dalla televisione o dagli schermi di pc o tablet: anche qui Covid-19 campeggia inesora- bile nei collegamenti da tutto il mondo. E allora un piccolo sollievo al buio può arrivare anche dalla notizia, piccola piccola e in altri tempi magari degna solo di un’occhiata distratta, della signora che ha rag- giunto in buona salute il traguardo dei cento anni! Effettivamente non è facile per nessuno questa convivenza con la diffusione virale e per alcune ca- tegorie la situazione è oggettiva- mente mille volte più cupa. Tutto sembra passare in secondo piano e anche le grida e le astrusità della Riflessioni su un periodo difficile di Teresita Mazzei
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