Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

T OSCANA M EDICA 4 / 2021 15 testatina qualità e prof sio e nuato o ucciso o sue proteine, viene fornita alla cellula umana l’informa- zione per sintetizzare l’antigene vi- rale verso il quale stimolare la rispo- sta immunitaria. La Tabella I riporta la lista dei prin- cipali vaccini attualmente in uso nel mondo, con i risultati medi di efficacia. Le nuove piattaforme vaccinali Il bersaglio della maggior parte dei vaccini COVID-19 è costituito dal- la proteina spike (S), struttura me- diante la quale il coronavirus si lega al recettore ACE-2 per penetrare all’interno delle cellule, nel presup- posto che anticorpi neutralizzanti la proteina S rivestano un ruolo pro- tettivo nei confronti dell’infezione e della malattia. Caratteristica comune delle nuove piattaforme vaccinali è l’obietti- vo di portare nella cellula umana l’informazione genetica per sinte- tizzare la proteina spike , anziché somministrare direttamente la proteina, oppure virus attenuato o inattivato, come avviene nelle piat- taforme tradizionali. La ricerca ha identificato due si- stemi per portare gli acidi nucleici codificanti la proteina S: il primo è l’impiego di vettori virali, l’altro la somministrazione diretta di DNA o di RNA messaggero (mRNA) codifi- cante la proteina. I vaccini con vettore virale La maggior parte dei vaccini di questa categoria impiega degli adenovirus resi non replicanti me- diante l’inattivazione di un gene regolatore. Il DNA codificante la proteina S viene inserito nel ge- noma dell’adenovirus vettore e, una volta introdotto nella cellula umana, porta alla produzione del- la proteina S e alla sua espressione sulla superficie della cellula ospi- te, con attivazione della risposta immunitaria. Dal momento che un’eventuale recente esposizione del soggetto vaccinato a infezione da adenovirus potrebbe impedire l’attacco del vettore virale, come adenovirus vettori sono stati scelti dei ceppi dalla scarsa circolazione, come Ad5 e Ad26, oppure ade- novirus di altre specie di primati, come l’adenovirus dello scimpanzé (ChAdOx1) impiegato per il vacci- no di AstraZeneca. Un approccio interessante, che sem- bra premiato da eccellenti risultati di efficacia, è quello impiegato dal vaccino russo di Gamaleya, che im- piega Ad26 per la prima dose e Ad5 per il richiamo, evitando la possibile inattivazione della seconda dose da parte di anticorpi antiadenovirus in- dotti dalla prima. Alcuni vaccini di questa classe im- piegano come vettori dei virus at- tenuati ma replicanti, nei quali vie- ne inserito il gene per la proteina S del coronavirus. L’esperienza di un vaccino di questa categoria nei confronti del virus Ebola è molto incoraggiante, ma quelli per SARS- CoV-2 sono ancora in fase precoce di sperimentazione. I vaccini a RNA messaggero (mRNA) I vaccini a mRNA, mai sperimentati prima, hanno ottenuto dei risultati di efficacia largamente superiori a ogni più rosea previsione. Le mo- “Si fora vis sanus Ablue saepe manus” Regola Salernitana Nuovi vaccini: un ponte per il futuro di Pier Giorgio Rogasi Pier Giorgio Rogasi Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1982. Specializzazione in Medicina Interna nel 1987 e in Malattie Infettive nel 1993 presso la stessa Università. Medico Dirigente Ospedaliero dal 1993 al dicembre 2020 presso le Malattie Infettive e Tropicali della AOU Careggi, Firenze Lo sviluppo di un gran numero di nuovi vaccini contro il SARS-CoV-2 è stato estremamente rapido: per la prima volta nella storia della medi- cina è trascorso meno di un anno fra l’identificazione di un nuovo agente patogeno e la disponibili- tà di vaccini protettivi. Le nuove piattaforme vaccinali, in particola- re quella basata su mRNA, si sono dimostrate estremamente efficaci e sono molto promettenti per futuri progressi terapeutici in molti cam- pi della medicina. Nella storia della medicina sono sempre trascorsi decenni fra l’iden- tificazione dell’agente eziologico di una malattia infettiva e la scoperta di un vaccino: per SARS-CoV-2, invece, meno di un anno è stato sufficiente per avere disponibilità di diversi vaccini efficaci, con una pipeline di numerosi altri ancora in arrivo (Figu- ra 1). In questo momento ci sono già tredici vaccini in uso in varie parti del mondo, un centinaio in varie fasi di sviluppo clinico (Figura 2) e 182 in fase preclinica. Questo successo, in tempi straordi- nariamente brevi, è stato possibile grazie all’investimento di enormi quantità di fondi pubblici e privati e alla disponibilità di nuove tecno- logie basate sugli acidi nucleici, rese possibili dal formidabile sviluppo della ricerca genomica. La Figura 3 mostra come, accanto alle metodiche tradizionali, sono state impiegate per la prima volta su larga scala nuove piattaforme nelle quali, anziché inoculare il virus atte-

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