Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

T OSCANA M EDICA 4 / 2021 39 testatina opinioni a confronto cienti e che non sono tuttavia desti- nate a brevi periodi di degenza; ciò sta nella natura delle RSA, da sem- pre luogo di integrazione socio-sa- nitaria, di confine tra le competen- ze di Comuni e ASL, spesso gestite dal terzo settore. Una situazione che spesso trasforma le RSA in una “terra di mezzo” in cui è complicato mappare le responsabilità. Il modo in cui le RSA hanno affrontato l’e- mergenza coronavirus nel nostro territorio può essere ricondotto a preesistenti criticità del sistema, note e mai affrontate, la cui analisi può dare preziose indicazioni sugli interventi in grado di garantire qua- lità e sicurezza. La pandemia ci ha costretti a una revisione delle mo- dalità operative nel rapporto pro- fessionista-persona e in quelle or- ganizzative del lavoro di back office , offrendo una straordinaria oc- casione di utilizzare strumenti mai utilizzati ( smart working, videocall , formazione a distan- za…), rendendo più efficiente l’organizzazione del lavoro in chi non effettua assistenza di- retta alle persone. BOSCHERINI - Più che di im- preparazione del territorio parlerei di desertificazione di servizi a livello territoriale, con una Medicina Generale, se pur presente, senza alcun idoneo stru- mento per affrontare la pandemia. Gli stessi servizi di prevenzione erano privi di personale e strumen- ti per esercitare il ruolo richiesto. Non poteva essere altro che così perché durante la crisi economica nazionale sono stati proprio i setto- ri del Sistema Sanitario Nazionale a subire i maggiori tagli, quei settori che dalla riforma sanitaria a oggi non hanno ricevuto i necessari in- vestimenti, sistematicamente effet- tuati invece, anche se insufficienti, verso gli ospedali. La responsabilità di tutto questo è di chi ha ammi- nistrato la sanità a livello locale e nazionale e si può evincere da sem- plici esempi: le aziende sanitarie anche in Toscana hanno sempre previlegiato in termini di finanzia- 1.700 pazienti). I GIROT sono do- tati di ecografo con più sonde, elet- trocardiografo e apparecchio per emogasanalisi portatile per esami ematici in urgenza. Questa organiz- zazione ha permesso di superare la crisi più acuta limitando la mortalità e l’afflusso dei pazienti in ospedale. BOLDRINI - Il COVID-19 ha porta- to all’attenzione il tema delle RSA per la concentrazione di infezioni e decessi e ha aperto un dibattito su come riorganizzare questi servizi vista la fragilità dimostrata nel fron- teggiare l’epidemia. Gli anziani non sono tutti uguali: alcuni presentano necessità sanitarie e assistenziali importanti, altri esprimono ancora progettualità per il presente e per il futuro. Lo sviluppo di nuovi mo- delli di care rivolti agli anziani e la sensibilità sul tema richiedono la definizione di elementi chiave per costruire un modello adeguato alle necessità. L’emergenza sanitaria ha evidenziato criticità che hanno de- terminato dubbi sull’attuale model- lo di erogazione delle prestazioni. È evidente la fragilità delle RSA: la prevalente condizione dei residen- ti, non autosufficienti gravi, di età avanzata e con patologie croniche importanti, facili a riacutizzazioni e complicanze cliniche e facilmente aggredibili. È evidente la fragilità della gestione delle ICA (al di là del COVID); nelle residenze la condi- zione logistico-strutturale del “si- stema RSA” rende difficile contene- re il rischio di contagio all’interno di strutture non sempre progettate ab origine per l’assistenza, la cura e la vita delle persone non autosuffi- ospedale toscano si sono viste le criticità di altre Regioni, con malati senza accesso alle cure e messi in attesa anche fuori dai Pronto Soc- corso. Il nostro sistema ospedalie- ro ha comunque saputo esprimere flessibilità e prontezza di reazione efficaci. La mia impressione è che i nostri ospedali da tempo sapessero lavorare in cogestione con letti di area e sia stato più semplice conver- tire velocemente i setting in reparti COVID con presa in carico multidi- sciplinare e multiprofessionale . Nel contempo però il COVID è stato la cartina di tornasole delle inefficien- ze e dei ritardi del territorio e ciò era abbastanza prevedibile. Già da tempo sanitari, sindacati, ammini- stratori locali e non ultimi i cittadi- ni avevano denunciato – inascoltati per decenni – la crisi e l’insufficien- za della sanità territoriale. Si è solo investito in ospedale e segnatamente in DEA/Pronto Soccorso. Quando si è chie- sto un aumento dell’intensità di cura del territorio non c’è stata una risposta adeguata e non poteva che essere così. I medici di medicina generale, nonostante la strutturazione in AFT, erano sostanzialmente soli e non organizzati in grup- pi operativi. Inoltre, mentre vi era difficoltà a far arrivare i sistemi di protezione in ospedale, il terri- torio ne era completamente sprov- visto. Per questo è stata essenziale la creazione di un’ équipe di giovani medici USCA che hanno coperto l’assistenza domiciliare dei pazienti COVID. La coperta era decisamen- te corta e sono rimaste scoperte le RSA. Una situazione esplosiva con centinaia di anziani positivi asinto- matici e molti malati più o meno cri- tici con difficoltà di trattamento lo- cale e impossibilità di trasferimento in ospedale. Seguendo un’ordinan- za regionale l’ASL Toscana Centro ha promosso i GIROT (Gruppi di Intervento Rapido Ospedale Terri- torio) composti da specialisti ospe- dalieri (geriatri e internisti) e in- fermieri che sono intervenuti nelle RSA (sono arrivati a seguire più di “Più in fretta va il mondo, più forte è la tentazione dell’incognito e più dobbiamo saper prendere tempo: il tempo della misura, dello scambio e della riflessione, il tempo dell’etica” Francois Mitterrand, dal discorso di insediamento del Comitato Nazionale di Bioetica

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