Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

T OSCANA M EDICA 4 / 2021 41 testatina opinioni a confronto l’aumento ineluttabile dei posti let- to ospedalieri e l’aumento del per- sonale dipendente. BONCI - Case della Salute, ospedali, ASL… alla luce delle criticità è for- se opportuno superare il concetto che per fare un presidio sanitario servano “solo le mura”. Innanzi- tutto, dobbiamo provare ad avere la fantasia necessaria per sfruttare le opportunità che i nuovi mezzi informatici ci forniscono ma so- prattutto comprendere quale sia il ruolo che vogliamo dare al servizio sanitario. Potremmo identificare due elementi chiave su cui costrui- re la riorganizzazione, l’integrazio- ne multiprofessionale e il cittadino ; immaginare quindi un network as- sistenziale da tessere intorno alle persone, concretizzando quindi il progetto avviato con le AFT, un modello hub & spoke che metta in collegamento i classici ambulatori di prossimità con presidi territo- riali multiprofessionali di eroga- zione delle prestazioni di primo livello (Case della Salute/UCCP) e infine gli ospedali, ma possa anche far comunicare i vari professioni- sti presenti nel sistema. La visione ospedalocentrica che ha caratteriz- zato il sistema sanitario negli ultimi decenni, con il conseguente lento e inesorabile depauperamento dei servizi territoriali, in un’ottica qua- si aziendalista della sanità che face- va della ricerca delle produttività (l’intensità di cura, le degenze brevi ecc.) il suo paradigma, ha forse ma- nifestato durante la pandemia tutta la sua fragilità. L’emergenza coro- navirus ci ha dimostrato che nessun ospedale può sostenere l’impatto della richiesta sanitaria se i servizi territoriali non fanno filtro, ma per fare filtro sarà necessario costruire intorno al cittadino una solida rete assistenziale. BAGGIANI - Per ricomporre la rete fra servizi e professionisti del siste- ma e rafforzare pratiche di lavoro in team , la Casa della Salute vuole rappresentare il nodo centrale per la presa in carico dei bisogni di sa- potrebbero connettere e valorizza- re le risorse comunitarie a supporto delle azioni sanitarie, stimolando la partecipazione dei cittadini al man- tenimento della propria salute. Pas- sare dalla semplice erogazione dei singoli servizi a una presa in carico globale delle necessità concretizza un nuovo modello territoriale che deve sviluppare una continuità re- ciproca tra ospedale e territorio, con un’importante ricaduta sull’or- ganizzazione complessiva: facili- ta l’accesso dei cittadini ai servizi territoriali come prima risposta, riduce gli accessi impropri al Pron- to Soccorso, sviluppa un sistema di presa in carico proattiva e precoce dei malati cronici, finalizzata al ral- lentamento dell’evoluzione clinica, crea occasioni di integrazione. BOSCHERINI - Prima di tutto occorre arrivare a quanto aveva previsto l’i- stituzione delle Società della Salute in Toscana: una gestione certa dei finanziamenti destinati al territorio, una gestione della sanità territoria- le congiunta con i servizi sociali e la presenza dei professionisti del territorio laddove si implementino i percorsi assistenziali e si decidano le proiezioni dei servizi specialisti- ci sul territorio come garanzia di ripartizione equa dei finanziamenti sanitari. Solo così si può ipotizzare verranno attuati i necessari inve- stimenti a livello territoriale, quelli strutturali come le Case della Salu- te necessarie per far ripartire la sa- nità d’iniziativa e quelli per dotare il territorio di strumenti di diagnosti- ca di secondo livello ma soprattutto di primo livello gestiti direttamente dai medici di medicina generale, che aumentino la capacità di presa in carico territoriale dei problemi socio-sanitari e aumentino la com- pliance degli utenti diminuita dai costi sociali richiesti per usufruire dei servizi territoriali del Sistema Sanitario Nazionale. Ritengo che occorra fin da subito individuare come effettuare questi investimen- ti a livello territoriale perché fino a ora solo una cosa è certa: l’aumen- to dell’assorbimento di risorse per torio” con collegamenti strutturali che passino dal day service multidi- sciplinare alla telemedicina e al te- leconsulto in modo che si formi una “ équipe unica di cura” fra medicina ospedaliera e territoriale. Si deve arrivare al definitivo superamento del DEA come unico collegamento fra ospedale e territorio. BOLDRINI - La pandemia ha avuto un effetto “disvelatore” delle si- tuazioni individuali e familiari più vulnerabili che si sono manifestate “improvvisamente”, ovvero delle “emergenze personali e familia- ri” previste dalla L. 328/00, come situazioni di violenza e maltratta- mento, esplosioni di grave males- sere a carico di adolescenti o come persone non autosufficienti/grave- mente disabili senza assistenza per l’assenza del caregiver , malato o ricoverato per COVID-19. Il per- durare delle misure di sicurezza rende necessaria una risposta orga- nizzativa più sistematica e orientata al medio-lungo periodo. I trend de- mografici e l’esperienza dell’ultimo anno ci impongono di ripensare il modello di intervento e riprogetta- re le azioni di governance pubblica, concentrandosi sulle soluzioni inno- vative e di programmazione a lungo termine. Oggi esistono diverse op- portunità per agire in maniera vir- tuosa, dall’innovazione tecnologica all’informatizzazione dei processi, alla messa in rete dei professionisti. Tali iniziative, tuttavia, richiedono uno sforzo iniziale che deve essere interpretato dal sistema come in- vestimento sul futuro e incentiva- te in un quadro tecnico-normativo riorientato: relazioni strutturate ed efficaci, collaborazione solida fra professionisti e orientamento alle innovazioni possono fare la diffe- renza. Le Case della Salute come modello organizzativo, “rete delle reti” di professionisti e servizi, of- frono l’opportunità di potenziare la risposta territoriale. Possono assu- mere, inoltre, il ruolo di facilitatore per lo sviluppo di progetti di Com- munity Building , fino a oggi speri- mentati in ambito sociale, ma che

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