Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021
4 / 2021 T OSCANA M EDICA 44 testatina opinio i a confronto rio deve essere la Casa della Salu- te. Queste strutture devono avere una capacità diagnostica locale con ecografia internistica e cardiova- scolare, spirometria, esami emati- ci, riabilitazione e servizio sociale. Anche le cure intermedie fino a oggi confinate solo come step down dall’ospedale devono acquistare una centralità essendo il più basso livello assistenziale dell’ospedale e il più alto livello del territorio. È qui che si incontrano specialisti ospedalieri e medici di medicina generale. Su indicazione del medi- co di medicina generale, alle cure intermedie si accede direttamen- te dal territorio. L’infermiere sarà presente in tutti passaggi conno- tando le strutture territoriali come strutture multiprofessionali. La gestione del paziente com- plesso territoriale deve passa- re da un PAI cui partecipano medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e infer- mieri di famiglia. I contatti fra le varie figure possono avve- nire con briefing in presenza o in remoto con un coordi- namento dell’ACOT. Una vi- sione dell’ ACOT non più di tipo burocratico, ma come tramite vero fra ospedale e territorio. Il succes- so del GIROT durante l’epidemia COVID a mio avviso non va di- sperso e va valorizzato anche nei percorsi no-COVID in modo che esami strumentali, esami emati- ci e qualificati specialisti possano interagire anche a domicilio del paziente in team con il medico di medicina generale e l’infermiere di famiglia. BAGGIANI - Riprendendo la neces- sità di potenziare l’integrazione e la prossimità alla popolazione, il supporto alla domiciliarità può configurarsi nell’accesso al domi- cilio della persona, nell’attivazione di servizi in telemedicina, in televi- site o teleconsulti e ancora in visita ed esami diagnostici da effettuarsi presso i presidi territoriali (Case della Salute), limitando i casi in cui la presa in carico di un bisogno e l’effettuazione di un percorso ri- chiedono di accedere ai presidi ospedalieri. Il piano di sviluppo della Zona Di- stretto Firenze del 2021 prevede il potenziamento della telemedicina con servizi quali telespirometria e teleEGA, telesaturimetria, ECG, dermatoscopia digitale ecc. Infatti, all’interno delle Case della Salute è presente la specialistica sia con ambulatori dedicati, so- prattutto per i percorsi legati alla cronicità (geriatria, cardiologia, pneumologia ecc.) sia attraverso il potenziamento e lo sviluppo del teleconsulto e della telemedicina, favorendo e supportando la messa a punto di strumenti innovativi a livello domiciliare con l’utilizzo di wearable collegati con il sistema informativo centrale, nella dispo- nibilità dei singoli medici di medi- cina generale e in grado di miglio- rare il monitoraggio dei pazienti, non tanto per le fasi di emergenza, ma soprattutto per assicurare la capacità di presa in carico preco- ce dei momenti di riacutizzazione delle condizioni cliniche al fine di ridurre il ricorso a livelli assisten- ziali più intensivi. Un altro punto da ricordare a pro- posito della digitalizzazione è la necessità di garantire la necessaria comunicazione verso il cittadino, indirizzandolo verso i servizi offerti in base al bisogno e facilitando l’at- tivazione dei servizi, comprese le risposte tempestive per prestazioni inderogabili. Tali obiettivi saranno perseguiti sia implementando la funzione di call-center centralizza- ti, con l’integrazione delle funzioni ACOT-PUA, che attraverso un por- tale unico di informazioni tra ser- vizi, dotato di sistemi innovativi di interazione con il cittadino. BOLDRINI - Anche per il servizio so- ciale è stato necessario strutturare una “Rete Sociale per l’Emergenza COVID” che definisce percorsi ca- paci di connettersi e integrarsi con le articolazioni organizzative create nella fase emergenziale e che con- tribuisce, insieme con gli altri pre- sidi sanitari (118, Pronto Soccorso, Centrale Infermieristica dell’Ur- genza, USCA, SEUS), al sostegno dei cittadini in situazioni di urgen- za e crisi acuta, rendendo più am- pia e qualificata l’offerta rispetto ai bisogni sociali percepiti durante la fase emergenziale. La Rete Sociale per l’Emergenza si è concretizzata nell’Unità di Crisi del Servizio Sociale, formata da professio- nisti del servizio sociale rap- presentativi delle strutture or- ganizzative che hanno funzioni di “porta d’accesso” (ACOT, Servizi Sociali Territoriali, Rete Codice Rosa, Servizio Emergenza Urgenza Sociale). La messa in rete dei servizi per l’emergenza può rappre- sentare uno dei livelli di attuazione della “S” che marca, nel passaggio da PDTA a PDTAS, il valore dell’in- tegrazione e lo identifica come principale strumento di lavoro nei team multidisciplinari. Ulteriore innovazione è la costruzione di una rete di collaborazione strutturata per un network dell’emergenza, nel quale cooperano i livelli dell’emer- genza sanitaria con nuove opzioni di accesso ai servizi (112/Centrale Emergenza Infermieristica/GIROT e SEUS). Il Servizio Sociale deve recuperare un gap storico relativo all’informatizza- zione degli interventi, alla definizione di un unico catalogo delle prestazioni esigibili, così come di un nomencla- tore delle prestazioni unitario che componga un’offerta di prestazioni in una visione globale dei bisogni della persona, della sicurezza delle cure e della presa in carico sostenibile, fina- lizzata alla domiciliarità, con il contri- buto delle reti comunitarie. “E nel nome del progresso il dibattito sia aperto, parleranno tutti quanti, dotti, medici e sapienti” Edoardo Bennato, Dotti, medici e sapienti
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