Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

4/2021 T OSCANA M EDICA 54 testatina quali à e professione delibere e ordinanze della Regione, unici documenti che devono essere di riferimento per tutti. Siamo però avvantaggiati rispetto al re- cente passato, abbiamo a disposizione dispositivi di sicurezza e soprattutto abbiamo effettuato la vaccinazione an- ti-COVID, che ha già interessato circa il 90% dei pediatri di famiglia toscani. Più informati, più organizzati e più protetti, siamo quindi in grado di ri- prendere, anche se con molta pru- denza, l’attività clinica per poter dare risposte assistenziali migliori e fron- teggiare un’epidemia che al momento non sembra fermarsi, anzi complicarsi con la comparsa di nuove varianti. Come ricordato, in età pediatrica non ci sono state gravi forme cliniche di COVID-19, per i soggetti positivi le problematiche più importanti si sono limitate all’isolamento del soggetto e dei familiari, con ripercussioni sociali ed economiche per l’intera famiglia, soprattutto nei casi di lunga positività. Tutti i soggetti in età pediatrica, indi- pendentemente dalla positività o meno al tampone, hanno comunque avuto ripercussioni che si trascineranno si- curamente nel tempo. Nei bambini più piccoli non è stato raro osservare la comparsa di comportamenti regres- sivi, la paura di uscire, una maggiore irritabilità e frequenti problematiche comportamentali. Inoltre, il cambia- mento delle abitudini, importanti in questa età in quanto rappresentano in sé una fonte di sicurezza e conforto, potrà avere in futuro ripercussioni sul loro equilibrio emotivo. Nei ragazzi più grandi si sono osservati frequentemente disturbi alimentari, ansia e attacchi di panico, disturbi del sonno, depressione, dipendenza da strumenti elettronici (le chat , che per lunghi periodi sono diventate l’unico contatto sociale con gli amici!), diffi- coltà a seguire le lezioni tramite web e altri disturbi minori. Il pediatra di famiglia, oltre che con- tinuare nella sorveglianza dei soggetti con sintomi COVID correlabili, non dovrà dimenticare di fare un monito- raggio delle conseguenze che il perio- do epidemico avrà nella popolazione pediatrica. florivaldo2@gmail.com assistenziale diagnostico-terapeutico extraospedaliero. Con la ripresa dei contagi sono inizialmente ripresentate le criticità della prima fase: l’assenza di dispositivi di sicurezza e la mancanza di linee operative chiare per l’indivi- duazione precoce dei contagiati. Con la pubblicazione del rapporto ISS COVID-19 n. 58, finalmente vengono fornite chiare indicazioni operative per la gestione dei casi e focolai nelle scuole. Inizia la fase di sorveglianza! si ampliano le indicazioni per effettuare il tampone per individuare precoce- mente i portatori del virus, testando tutti i soggetti che presentano sintomi COVID correlabili, anche se sfumati e in forma isolata (febbre superiore a 37,5°C, tosse, cefalea, nausea, vomito, diarrea, faringodinia, dispnea, mialgie (cioè dolori muscolari), rinorrea/con- gestione nasale). Purtroppo, abbiamo dovuto constatare che ci sono state difficoltà a compren- dere lo spirito della sorveglianza e la responsabilità certificativa che il pe- diatra deve assumersi in un contesto di sorveglianza e ci sono state pretestuose polemiche nei confronti del pediatra di famiglia, con tentativi di screditare la sua attività, anche se effettuata in ap- plicazione di leggi nazionali e regionali. Dopo le iniziali polemiche, finalmen- te è stato definito un percorso terri- toriale per attuare adeguate azioni di prevenzione, nonché di conteni- mento e gestione dell’epidemia, nei confronti della popolazione scolastica. L’applicazione non è stata semplice e inizialmente molto impegnativa per il pediatra di famiglia, costretto a passare molto tempo al computer, con enormi difficoltà di connessione, alla ricerca di tamponi persi, di quarantene mancate, di casi inseriti in ritardo ecc. Oggi, an- che se permangono diverse difficoltà, si può richiedere facilmente il tampo- ne, avere l’appuntamento e risposta in tempi rapidi e conoscere senza forti ri- tardi i contatti di casi confermati. Abbiamo una normativa chiara per la sorveglianza in ambito scolastico, ma ci sono ancora molte difficoltà ad ap- plicarla, perché molti istituti scolastici hanno attuato dei regolamenti diversi tra loro e soprattutto spesso non con- formi alle indicazioni contenute nelle La Pediatria di Famiglia, nella prima fase della pandemia, ha fornito un con- tributo indispensabile a sostegno delle famiglie e ha dato la massima disponi- bilità attraverso la contattabilità telefo- nica per tutti i giorni della settimana (compresi i festivi). Dalle 8 alle 20 i genitori potevano contare sulla presen- za del proprio pediatra, essenziale per dare informazioni e consigli, ma anche per monitorare evoluzione e sintomi di patologie acute e croniche in un mo- mento nel quale erano chiuse tutte le attività specialistiche territoriali e for- temente ridotte quelle ospedaliere. Un forte impegno è stato messo in atto per non interrompere le vaccinazio- ni che in Toscana rappresentano una delle attività principali dei pediatri di famiglia: circa l’80% delle vaccinazioni in età pediatrica sono effettuate presso gli studi dei pediatri. Non è stato sem- plice, ma grazie al forte legame fidu- ciario con le famiglie e a una gestione accurata degli appuntamenti non è mai stata interrotta la somministrazione del ciclo primario delle vaccinazioni ed è stata ripresa al più presto la sommini- strazione di tutte le vaccinazioni previ- ste dal Piano Nazionale Vaccini e dal Calendario Regionale. Gli studi dei Pediatri non sono mai sta- ti chiusi, anche se l’attività è stata forte- mente ridotta, facilitata dalla chiusura delle scuole, che ha contribuito alla riduzione della consueta patologia sta- gionale. Le criticità maggiori sono state la mancanza di dispositivi di sicurezza e le lunghe attese per la prenotazione, l’esecuzione e la refertazione dei tam- poni: il tempo medio per la risposta era intorno ai 10 giorni. La pausa estiva ha illuso a una riduzio- ne della circolazione del virus e a un rapido ritorno alla “normalità”. No- nostante i tanti appelli, poco si è fatto per prepararsi a una terza fase, che temevamo riprendere con la riaper- tura delle scuole; ci si è concentrati solo sulla riorganizzazione dei percorsi ospedalieri, non pensando al territorio che, come poi è stato ampiamente di- mostrato dai fatti, rappresenta un ca- posaldo indispensabile nella gestione di una pandemia. Si è perso tempo e, in particolare per l’età pediatrica, non si è costruito un adeguato percorso

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