Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

4 / 2021 T OSCANA M EDICA 62 testatina opinio i a confronto risorse riuscendo a garantire al si- stema maggiore efficienza e fun- zionalità. La medicina digitale, inquadrata in un adeguato conte- sto giuridico e funzionale, rappre- senta un’opportunità formidabile per ridurre, ad esempio, gli acces- si in ambulatorio non strettamen- te necessari. 4. Il rapporto ospedale-territorio do- vrebbe prevedere percorsi di cura condivisi anche se distinti. L’ospe- dale non può e non deve essere il collettore di tutte le necessità di ri- sposta ai bisogni di salute dei citta- dini. Occorre pertanto individuare strutture territoriali in grado di fornire risposte cliniche, diagno- stiche, strumentali e di trattamen- to almeno durante le 12 ore diurne alla patologia minore inquadrabile come urgenza differibile che a oggi risulta prevalente nei DEA e che ne causa il ben conosciuto sovraffollamento. Proprio la ridu- zione degli assembramenti non necessari in PS in tempo di pande- mia deve rappresentare un obietti- vo di massima importanza per cer- care di limitare quanto possibile la diffusione del virus. TOSCANA MEDICA - Dopo la pande- mia come dovrebbe essere organiz- zata la rete formativa ospedaliera in relazione a tutte le tappe del cur- riculum dei medici, soprattutto per quanto riguarda la questione del nu- mero chiuso all’ingresso in università e il “collo di bottiglia” dell’accesso alle scuole di specializzazione? MICHELAGNOLI - La carenza di spe- cialisti in alcune discipline risente in parte dei criteri selettivi di accesso al corso di laurea e in parte del livella- mento della carriera e degli scarsi ri- conoscimenti nei confronti di carrie- re complesse e ritenute “rischiose”. Ormai da anni sono state segnalate carenze in alcune scuole solo in parte colmate da progetti di finanziamento messi in atto dalle Aziende sanitarie e dalle Regioni. Il collegamento della rete formativa ospedaliera alle Scuole di specializza- zione è essenziale ma l’organizzazio- nicazioni in costante evoluzione, ele- mento di fondamentale importanza per soddisfare la richiesta provenien- te a livello sia locale che nazionale. TOSCANA MEDICA - Dopo il punto di vista organizzativo della dottoressa Mechi, continuiamo ad ascoltare i clinici. Dottor Pieralli. PIERALLI - In linea generale ritengo che l’attuale organizzazione ospe- daliera dovrebbe essere modificata secondo quattro principali linee di indirizzo. 1. Acquisizione di risorse formate o che possano completare la forma- zione durante il periodo lavorativo nell’ottica del cosiddetto learning by doing per essere poi assunte in maniera anticipata rispetto al programma formativo standard. La pandemia ha dimostrato in maniera incontrovertibile (se mai ce ne fosse stato bisogno!) che il sistema sanitario funziona grazie alle risorse umane che pertanto devono essere calibrate e adegua- te per numero e competenza. 2. Incrementare il numero di po- sti-letto in area critica (ma non solo) per avere una cassa di com- pensazione che garantisca tassi di occupazione non prossimi al 100% per permettere una mag- giore flessibilità nell’accoglien- za e nelle risposte alle situazioni di stress del sistema, impedire il boarding in Pronto Soccorso e le pratiche di “appoggio” in re- parti non adeguati, nonché il mi- glior controllo della gestione del rischio clinico e delle infezioni ospedaliere (possibilità di isola- mento, cohorting ecc). 3. Investire in sistemi di information technology per garantire sem- plificazione e migliore fruibilità tecnologica e di sistema. È neces- sario ripensare i sistemi informa- tici in maniera integrata a livello regionale, eliminando quelli che non dialogano tra di loro. I Big Data , se usati in maniera corret- ta, costituiscono una miniera di risorse potenziali per l’analisi dei flussi e la razionalizzazione delle pazienti tra le strutture regionali in base alle loro necessità monitorate in tempo reale. In sostanza i riequilibri tra i vari presidi possono/devono es- sere a livello regionale e questo non può che essere l’ambito di riferimen- to per la preparedness ospedaliera. In questa ottica nel marzo 2020 è stata costituita presso la sede del 118 di Pistoia-Empoli la Centrale ospedaliera regionale per le ma- xi-emergenze in grado di offrire alla Direzione regionale e a quelle aziendali il supporto operativo per gestire al meglio l’attività della rete ospedaliera in tutta la Regione. Il modello di azione della Centrale si basa su un’attività di monitoraggio continuo di tutte le strutture sa- nitarie regionali (comprese quin- di le strutture di cure intermedie, di low care e gli alberghi sanitari) utilizzando una piattaforma web based operante sui server regiona- li. La raccolta dei dati gestita dalla piattaforma rappresenta lo stru- mento in grado di rispondere alla programmazione e alla costante ri- modulazione dell’offerta sanitaria per rispondere in tempo reale alla domanda di ricovero, garantendo così un miglior utilizzo delle risor- se disponibili . Il sistema è inoltre progettato per essere utilizzato da tutto il personale degli ospedali per acuti del Sistema Sanitario Regio- nale per la gestione complessiva dei posti-letto. Mediante questo strumento viene fornita ai vari li- velli decisionali la necessaria co- noscenza per la valutazione degli scenari con il calcolo di indicatori di impegno quali la pressione sugli ospedali e di surge riferiti alla capa- cità complessiva di risposta (di base e di espansione) di un ospedale/ area, Usl o di intero ambito regio- nale. Lo stesso sistema è stato poi impiegato per la distribuzione di farmaci e dispositivi permettendo una pianificazione proattiva su sti- me ragionate e calibrate sui livelli di pressione degli ospedali. Questo modello organizzativo ha inol- tre permesso di raccogliere e gestire in maniera corretta i dati al fine di garantire un ottimale flusso di comu-

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