Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

T OSCANA M EDICA 4 / 2021 69 testatina qualità e prof sio e tagiosità del virus, non si disponeva di un numero adeguato di dispositivi di protezione individuale e ciò ha im- pedito una corretta assistenza domi- ciliare dei pazienti, le diagnosi erano tardive e quindi i pazienti giungevano in ospedale già in gravi condizioni, gli ospedali non erano in grado di acco- gliere così tante persone diventando loro stessi focolai epidemici e le Tera- pie Intensive non disponevano dei let- ti e del personale necessario per una buona assistenza. Il maggior numero di morti si è concentrato nel Nord Ita- lia e nelle case di riposo per anziani dove il virus ha trovato le condizioni più favorevoli per aggredire. Dopo un lockdown di oltre due mesi che ha riportato la curva epidemica a livelli più bassi, consentendo una più facile gestione dei pazienti gravi, l’attenzione sull’epidemia è calata, i cittadini ma anche le istituzioni go- vernative regionali e nazionali hanno abbassato la guardia. Non si è approfittato della pausa esti- va per organizzarsi e far fronte alla terza ondata. Si è ritenuto, anche per la grave crisi economica determinata dal lockdown , di stabilire misure di prevenzione differenti in base al livel- lo di rischio (giallo, arancione e rosso) in modo di dare un po’ di respiro all’e- conomia e alla socializzazione. In tale contesto un buon sistema di testing , tracing e treatment (le tre T) avrebbe potuto consentire il controllo dell’epidemia isolando i soggetti positivi e quindi riducendo la propagazione. Sappiamo purtrop- po che tale sistema di sorveglianza a un certo punto ha ceduto, non ce l’ha fatta a star dietro al diffondersi del virus e all’aumentare dei casi in tutto il territorio nazionale. La App Immuni in cui erano state riposte al- cune speranze di controllo sui positi- vi a COVID-19 ha totalmente fallito. La gestione territoriale dei malati da parte della Medicina Generale e dei medici di guardia medica, non essen- do stata potenziata sufficientemente, non è riuscita e ancora non riesce ad assolvere pienamente la propria funzione di filtro verso l’ospedale, nonostante l’istituzione delle USCA (Unità Speciali Continuità Assisten- ziale). Il fallimento della medicina territoriale, come emerge anche dal- la letteratura internazionale , rappre- senta uno dei punti deboli dei sistemi sanitari in buona parte dei Paesi. Su questo sarà necessario interrogarci e dare rapidamente delle soluzioni. La terza ondata epidemica sostenuta dalla diffusione delle varianti ha tro- vata sulla sua strada la disponibilità dei vaccini anche se ancora in nu- mero limitato rispetto ai fabbisogni delle diverse Nazioni. I problemi si sono spostati sul loro approvigiona- mento e impiego per consentire il maggior numero di vaccinazioni nel minor tempo possibile. Sarà grazie alla ricerca sui vaccini di altri Pae- La sicurezza del paziente durante COVID-19, cosa abbiamo imparato di Riccardo Tartaglia, Maria Benedetta Ninu Lo stato di salute della popolazione non è un dato definitivamente acquisito ma deve essere continuamente presidiato e difeso FNOMCeO, Documento Vaccini 8.7.2016 Riccardo Tartaglia Professore straordinario Risk Management Università G. Marconi, Roma Dopo circa 100 anni dalla pande- mia del 1918 (l’influenza spagnola) è arrivato COVID-19. Una malattia infettiva che ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo per le sue caratteristiche di insidio- sità e malvagità. La malattia si pro- paga facilmente mediante soggetti asintomatici o paucisintomatici ma nelle persone fragili, al di sopra dei 65 anni di età e con altre morbilità, può determinare gravi complicanze risultando fatale nell’1-2% dei casi. La sicurezza dei pazienti, sin dal- la comparsa dei primi casi di CO- VID-19, ha avuto una continua evoluzione. La medicina si è trovata di fronte a un virus ancora in parte sconosciuto che, recentemente, ha iniziato a mutare, ponendo preoccu- panti interrogativi in particolare sulla capacità di protezione dei vaccini già realizzati. A tutt’oggi le terapie sono ancora incerte e purtroppo la pato- logia è ancora in alcuni casi, anche se meno di prima, non controllabile clinicamente. La sicurezza delle cure ha avuto un andamento diverso in relazione alle “ondate epidemiche” che hanno ca- ratterizzato l’evoluzione della pan- demia, presentandosi così, di volta in volta, con scenari nuovi. Nella prima ondata pandemica il maggior numero di morti è stato do- vuto all’impreparazione, con poche eccezioni, dei servizi sanitari nell’af- frontarla: la percezione del rischio tra gli operatori sanitari (e non solo) per mancanza di conoscenze era bassa, non si comprendeva il grado di con- Maria Benedetta Ninu Medico Libero Professionista. Specialista in Otorinolaringoiatria e Oncologia

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