Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021
T OSCANA M EDICA 4 / 2021 7 testatina qualità e prof sio e le condizioni socio-economiche, il livello culturale, gli stili di vita, l’ambiente, il lavoro, la sicurezza, i trasporti, l’urbanistica. In questi ambiti, prima di adottare un inter- vento di qualunque natura, se ne dovrebbe valutare la ricaduta sul benessere della popolazione! Un tale impegno non è compatibile con la subalternità delle politiche sanitarie e di welfare ai condizio- namenti imposti dalle regole del mercato o dal pareggio di bilancio. Whatever it takes , diceva qualcuno a difesa della moneta europea: ve- diamo se si sarà capaci di trasferire questo impegno anche a difesa della salute. Le strategie biomediche di lotta contro l’infezione da SARS- CoV-2 sono ovviamente necessa- rie, ma non sufficienti; c’è bisogno di azioni di contrasto alla sindemia COVID-19 ben più ampie e non limitate solo agli aspetti sanitari: l’indeterminazione di Heisenberg non sia paralizzante, ma stimolo a sapersi muovere in modo sinergico nel territorio della complessità. Se la salute e la sua cura sono un bene comune e un diritto per ogni essere umano, e non una merce su cui re- gistrare profitti, sia dia subito un se- gnale forte e chiaro, sostenendo la proposta presentata da Sudafrica e India al Comitato TRIPS dell’Orga- nizzazione Mondiale del Commer- cio, basata sulla deroga ai diritti di proprietà intellettuale concernenti vaccini, test diagnostici ed even- tuali trattamenti terapeutici relativi a COVID-19, fino a quando tutti i Paesi non saranno protetti. alfredo.zuppiroli@gmail.com talità totale, si osservano maggiori incrementi dei tassi di mortalità, in termini tanto di variazione assoluta quanto relativa, nelle fasce di popo- lazione più svantaggiate, quelle che già sperimentavano, anche prima della epidemia, i livelli di mortali- tà più elevati. Uno scarso livello di istruzione, povertà, disoccupazione e lavori precari influiscono negati- vamente sulla salute e sono correla- ti al rischio di insorgenza di molte malattie (ad esempio quelle cardio- vascolari, il diabete, le malattie cro- niche delle basse vie respiratorie e alcuni tumori), che potrebbero aumentare il rischio di contrarre il COVID e il relativo rischio di morte ( https://www.istat.it/it/archi- vio/244392 ). La lente sindemica impegna dun- que tutti noi medici a coniugare il doveroso to cure della biomedicina specialistica e ipertecnologica con l’altrettanto essenziale to care che, nell’ottica della Sanità pubblica, significa realizzare mediante il Ser- vizio Sanitario Nazionale politiche proattive dedicate espressamente ad attenuare il profondo impatto che le disuguaglianze sociali hanno sulla salute individuale e collettiva. Ma ancora di più deve impegnarci, come cittadini, a richiedere che la responsabilità per la salute torni a essere un prioritario impegno poli- tico. Per citare uno slogan di qual- che anno fa, purtroppo sempre più disatteso – “La salute in tutte le po- litiche” – i decisori devono sempre tener presente che la salute indivi- duale e collettiva è fortemente in- fluenzata da fattori esterni a quelli propri del sistema sanitario, come VID-19: la letteratura in questione è ricchissima, tanto che il CDC di Atlanta vi ha dedicato un sito spe- cifico. Anche in Italia sappiamo che le classi sociali più basse sono più esposte al coronavirus e ne subisco- no le conseguenze più gravi, una di- sparità di salute socialmente deter- minata in quanto l’esposizione non è uguale per tutti: basti pensare alla possibilità, per alcuni ma non per al- tri, di lavorare da casa, e questo non solo per la tipologia di mansione lavorativa, ma anche perché un nu- mero crescente di lavoratori man- tiene rapporti precari di impiego, soprattutto in piccole imprese con scarsa o nullo livello di sindacalizza- zione. Se è noto come certe malat- tie croniche aumentino il rischio di contrarre l’infezione e di sviluppare una forma grave di malattia, sappia- mo anche che la loro prevalenza è inversamente proporzionale alla posizione sociale. Secondo il rap- porto annuale ISTAT 2020, l’epide- mia ha amplificato una situazione sociale già critica, colpendo più du- ramente le persone vulnerabili, con scarsi livelli di istruzione, povertà e disoccupazione. L’epidemia ha col- pito maggiormente le persone più vulnerabili, acuendo al contempo le significative disuguaglianze che affliggono il nostro Paese, come te- stimoniano i differenziali sociali ri- scontrabili nell’eccesso di mortalità causato dal COVID-19. Sono infatti le persone con titolo di studio più basso a sperimentare livelli di mor- talità più elevati … Nel marzo 2020 e, in particolare, nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia, oltre a un generalizzato aumento della mor- Sandro Spinsanti nota quanto siano diversamente prevalenti armonie o dissonanze tra io e tu, noi e voi, essi o loro, che sono diversi da noi e che possono essere abbandonati nel perenne conflitto tra tolleranza e ostilità. Ma il virus non potrà dirsi sconfitto finché ci saranno focolai attivi. Ancora siamo in piena pandemia: è stata un grande flagello questa peste ma anche una grande scopa , ammonisce Manzoni. Questo è il tempo (il Kairos ) della Pace Perpetua in cui, sostiene Kant, l’onestà è migliore di ogni politica . Ma Kant afferma che non è possibile raddrizzare il legno storto dell’umanità . Stiamo stretti nella aiola che ci fa tanto feroci e come usciamo dalla pandemia? Come chi ha subito una spinta verso la tolleranza, il rispetto, la solidarietà, oppure ancora affaticati in una ciclica fatica di Sisifo? A. P.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=