Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021
4/2021 T OSCANA M EDICA 70 testatina quali à e professione nitari non hanno ricevuto una forma- zione mediante simulazione nella ge- stione delle pandemie. Le stesse task force non erano delle squadre allenate a operare insieme e questo ha com- portato problemi di comunicazione e ritardo nelle risposte e un approccio sequenziale e non sistemico ai proble- mi. Una particolare attenzione dovrà essere posta sulle nursing home , rive- latesi una delle principali aree critiche del servizio sanitario . A queste problematiche di sicurezza dovute a un’impreparazione tecnica se ne sono aggiunte altre legate alle scel- te di politica sanitaria. La politica, non solo nel nostro Paese, ha dimostrato una bassa percezione del rischio. Si è attivata con costante ritardo rispetto alle situazioni che si profilavano. In Italia il Governo nazionale è riuscito con difficoltà a coordinare le venti Regioni italiane, ognuna tendente a muoversi con troppo autonomia. Lo si sta osservando anche recentemente rispetto alle categorie da vaccinare. Forse l’errore più grave che è stato commesso è l’essersi illusi che dopo la prima ondata non ci sarebbero state la seconda e la terza. I tecnici l’avevano detto ma non sono stati ascoltati,poiché la politica ha rice- vuto pressioni molto forti dal mon- do economico. Ma è ormai apparso chiaro che non ci può essere ripresa economica se non si debella defini- In questo scenario nazionale e inter- nazionale, i servizi sanitari regionali hanno promosso diverse azioni di contenimento e controllo dei rischi, suggerite anche dai professionisti di prima linea. I Clinical Risk Managers e i membri dell’ Italian Network per la Sicurezza dei Pazienti (INSH), in particolare quelli con competenze cliniche, sono stati attivati in tutto il Sistema Sani- tario Nazionale e hanno fornito una risposta specifica a COVID-19 sulla base delle loro esperienze in materia di sicurezza dei pazienti. Hanno sup- portato gli operatori dei servizi sanita- ri con un set di raccomandazioni sulla sicurezza delle cure, derivate dalla let- teratura emergente e dai documenti ufficiali ( www.insafetyhealthcare.it ) . Le raccomandazioni per la sicurezza del paziente realizzate in Italia hanno avuto rilevanza internazionale. La recente survey internazionale sulla gestione di COVID-19 nelle sei Re- gioni WHO ha evidenziato numerose criticità legate alla prima fase della pandemia di cui dovremo tener conto. In particolare il 40% degli intervista- ti ha riferito che gli operatori sanitari non hanno ricevuto raccomandazioni per evitare il burnout , nonostante lo stress degli operatori sanitari sia sta- to una sfida chiave durante questa pandemia. Il 70% degli intervistati ha inoltre indicato che gli operatori sa- si (l’Italia investe in ricerca molto meno della media dei Paesi UE) se usciremo fuori da questa pandemia. Questa dipendenza da altri sarà sem- pre un enorme problema se non ci si attiverà per risolverla. L’Italia è stato il primo paese in Eu- ropa a essere colpito da COVID-19. Il 29 gennaio furono rilevati i primi casi di contagio in due cittadini cine- si in vacanza in Italia. Il 18 febbraio 2020 si verificò il primo caso per tra- smissione secondaria a Lodi in Lom- bardia. Da quel momento fu attivata una rete di sorveglianza nazionale e venne iniziato lo screening dei con- tatti, sotto il coordinamento di un co- mitato tecnico-scientifico istituito dal Ministero della Salute. Tale iniziativa si è dimostrata purtroppo del tutto insufficiente a contenere i casi. A livello internazionale l’OMS, il 30 gennaio, dichiarò l’epidemia CO- VID-19 un’emergenza sanitaria pub- blica di rilevanza internazionale. Da quel momento in poi l’OMS e tutte le più importanti istituzioni scientifi- che hanno iniziato a introdurre linee guida, protocolli clinici diagnostici, terapeutici e di monitoraggio. Alcu- ne contraddizioni si sono verificate, come ad esempio quando OMS li- mitò l’uso delle mascherine solo ai pazienti sintomatici, ritornando in- dietro su questa indicazione, priva di buon senso, con un mese di ritardo. Paese Italia Corea del Sud Popolazione 60.443.281 51.297.692 Sopra i 65 anni % sulla popolazione (numerosità in milioni) 21% (12 milioni) 15% (8 milioni) Educazione universitaria 25-34 anni 27,7% 69,8% Tipo di sistema sanitario (numero letti in Terapia Intensiva per 100mila abitanti) Beveridge (12,5) Hybrid (10,6) % PIL sanità (spesa sanitaria pro-capite), dato OECD 8,67 ($ 3.649) 7,56 ($ 3.384) Casi COVID-19 (numero morti) 2.780.882 (95.235) 86.754 (1.553) Morti x 100.000 abitanti (casi letali %) (dati John Hopkins 28 marzo 2021) 177,48 (3,1) 3,33 (1,8) Tamponi x milione (8 marzo 2020) 826 3.692 Esperienza MERS No Sì Approccio all’epidemia Reattivo Proattivo Medici x 1.000 abitanti 4,2 2,1 Tipo di formazione medica Specialistica Olistica Velocità della banda megabite/secondo (Telehealth) 79,62 174,66 Tabella I – Confronto tra il sistema sanitario della Corea del Sud e quello italiano sulle iniziative per combattere CO- VID-19 (da: Pan America J Public Health 2020;44, mod.).
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