Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021
4/2021 T OSCANA M EDICA 76 testatina quali à e professione Conclusioni Gli operatori dei SerDhanno dovuto af- frontare le problematiche di un’utenza tradizionale, formata anche da persone gravi, croniche, molto malate, spesso povere, e insieme una serie di accessi con peculiarità diverse rispetto a quelli dell’era pre-COVID. Abbiamo potuto/dovuto sia aggancia- re un sommerso che è “stato messo alle strette” da una situazione straor- dinaria sia far fronte a nuove richieste di aiuto, da parte di altri, disorientati e stupiti da problematiche di dipenden- za in loro sorte nell’ultimo anno, du- rante la pandemia, in maniera dram- maticamente progressiva. Inoltre, l’epidemia da SARS-CoV-2 ha molto ostacolato i Servizi nel continua- re la preziosa attività di sensibilizza- zione e prevenzione sul territorio alla maniera dell’era pre-COVID. L’attività dei SerD si ripercuote non solo sui pazienti, ma anche sulle loro famiglie, gli ambienti di lavoro e le re- lazioni personali. Durante la pandemia i SerD hanno continuato a esercitare le attività cliniche e contemporanea- mente hanno cominciato a ragionare su come organizzare anche un nuovo modo di informare, di fare promozio- ne della salute, di presentarsi a persone ed Enti. La rete tra Servizi sta acqui- stando, a nostro avviso, una particolare rilevanza e ci stiamo adoperando per mantenerla attiva e adattarla alle nuove modalità di contatto, conoscenza e in- formazione. È auspicabile che si possa interagire sempre più con i colleghi de- gli ospedali e del territorio, e che loro possano porre massima attenzione in primis a un’anamnesi mirata dei pa- zienti, con invii il più possibile precoci al SerD di coloro che necessitano di una presa in carico per abuso o dipen- denza da sostanze, vecchie e nuove, da alcol e da gioco d’azzardo patologico o per altre dipendenze comportamentali. Ricordando Robert Neville, il perso- naggio di Io sono leggenda , vogliamo utilizzare questo nostro lavoro, queste riflessioni sul periodo dell’epidemia COVID e dire: se c’è qualcuno, chiun- que sia, ti prego, non sei solo . adriana.iozzi@uslcentro.toscana.it ha ridotto drasticamente le opportuni- tà di gioco. Non ha mai giocato online e non essendo giovanissimo non ha di- mestichezza con il digitale. Contattato telefonicamente, ci comunica che du- rante le prime settimane ha sofferto di una vera crisi astinenziale con tutto il corredo sintomatologico del disagio da mancanza di gioco, ma successivamen- te si è rassegnato. Inoltre, durante la chiusura completa, ha preferito limita- re le uscite allo stretto indispensabile. Lo studio Gaps (aprile-maggio 2020) condotto dall’istituto di Fisiologia Cli- nica del CNR di Pisa ha rilevato una generale diminuizione del gioco fisico e un incremento del gioco online . Gli accessi per disturbo da gioco d’az- zardo patologico ai SerD sono diminuiti drasticamente sia per i pazienti in carico che per i nuovi, a causa della riduzione delle occasioni di giocoma, forse, anche per altri fattori, come la paura del CO- VID. Molti però sono passati al gioco online e ci attendiamo in un prossimo futuro un’ondata di ritorno. Tommaso, l’isolamento, il tempo a casa, la DAD e il gaming Tommaso ha 15 anni. I genitori si ri- volgono al nostro servizio perché l’au- mento del tempo in casa e del tempo libero, la DAD, la drastica riduzione dei contatti con i pari e l’azzeramento delle attività sportive di gruppo hanno contribuito ad accrescere il tempo tra- scorso online del figlio soprattutto at- traverso l’ingaggio nei giochi di gruppo online . Il tempo del gaming è progres- sivamente aumentato… occupando persino le ore di DAD, durante le qua- li Tommaso in camera da solo, mentre i genitori lo pensano connesso con la classe, apre anche il collegamento con il gioco. Adesso è difficile staccare, il gioco lo attiva in una competizione con antagonisti virtuali ed è l’unica occa- sione di “attivazione” e di contatto con pari. Resta collegato anche di notte, quando in casa c’è silenzio, ed ha in- vertito il fisiologico ritmo sonno-veglia. Il gaming è un problema che già da qualche anno si pone all’osservazione degli esperti ma l’iperconnessione lo ha accentuato e numerose sono state le richieste di aiuto da parte di genitori preoccupati e impotenti. Lino, l’alcol e l’autocura di vissuti di incertezza Il 1° marzo 2021, dopo un anno di pandemia, Lino, 36 anni, operaio in proprio, padre di famiglia, telefona al SerD di Figline e chiede del medico che si occupa di alcol perché ha un problema. Nel colloquio di accoglienza spiega come, da circa un anno, il senso di vuoto lo abbia portato da essere un bevitore moderato a una condizione di perdita del controllo, che definisce come dipendenza. I conflitti familiari sono arrivati a livelli insostenibili, la moglie ha minacciato di lasciarlo. La coppia ha due figli in età scolare. La pandemia ha fatto registrare un notevole aumento dei consumi alcoli- ci generando, secondo la SIA (Società Italiana di Alcologia), un aumento del passaggio da bevitori moderati a pro- blematici di circa il 20%. Paola e l’aumento delle sigarette Paola è sempre stata una tabagista che non ha mai contemplato l’ipotesi di cessare completamente. Durante il lockdown , il consumo di sigarette è aumentato a circa 60-70 sigarette al giorno. Purtroppo, l’inattività, i nume- rosi spazi vuoti e la situazione di stress legata alle preoccupazioni per il futuro hanno aggravato la sua dipendenza e la compulsione nei confronti della nico- tina. Come può accadere, l’automati- smo dell’atto del fumare è peggiorato e spesso si è ritrovata a svuotare il posa- cenere la sera pieno di mozziconi, sen- za ricordare le sigarette fumate. Il fiato corto, la tosse produttiva mattutina l’hanno condotta da specialisti e tutti hanno indicato la cessazione dal fumo. Secondo gli studi del S. Raffaele la pre- valenza del consumo di sigarette tradi- zionali è diminuita ma chi non è riuscito a smettere ha incrementato il numero delle sigarette fumate soprattutto nel- le donne. Risultano inoltre aumentati notevolmente i consumatori di tabacco riscaldato (svapatori), i cui effetti sulla salute sono a tutt’oggi da approfondire. Antonio e l’astinenza da slot machine per le chiusure del lockdown Antonio è affetto da disturbo da gioco d’azzardo patologico. Gioca prevalen- temente alle slot machine. Il lockdown
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