Toscana Medica - Aprile-Maggio 2021

4 / 2021 T OSCANA M EDICA 78 testatina postfazione dei grandi interventi sociali che si fondano sulla centralità della co- munità dei cittadini anzi dell’intera umanità: la sanità è un bene comu- ne perché fruibile da chiunque. Nella sanità quotidiana occorre distinguere la lesione dei diritti umani dalle limitazioni della liber- tà personale derivanti da un supe- riore interesse quale la salute di tutti, purché tali obblighi rispon- dano a criteri di efficacia, di proporzionalità e di legalità e rappresentino un onere equo e tollerabile. La tensione tra “diritto” dell’individuo e “interesse” della collettività non riguarda soltanto la pandemia: i cam- biamenti climatici e la perva- sività della moderna tecnolo- gia hanno condotto al cosiddetto “antropocene”, un’epoca caratte- rizzata dal dominio delle attivi- tà umane, in cui è necessaria una gestione “securitaria” della salute che ne inquadri i problemi globali tra le nuove ed emergenti minacce alla sicurezza collettiva, dato che la diffusione di malattie infettive altamente patogene può minare le basi politiche, economiche e socia- li degli Stati. In conclusione, le grandi sfide del cambiamento climatico e dell’au- mento delle disuguaglianze devo- no trovare risposta a partire da una rinnovata consapevolezza e da una visione più ampia che, fatti salvi gli irrinunciabili diritti indi- viduali, sul loro rispetto ponga le basi di una rinnovata alleanza tra medicina e società . Antonio Panti popolazione sempre meno nume- rosi con oneri sempre maggiori. Alla fine del secolo XIX le vittorie della medicina sociale facevano sperare in un futuro volto al be- nessere di ogni uomo all’interno di comunità sane. “ La clinica e l’igie- ne, costituenti insieme la Medicina Politica, cooperano alla soluzione dei più grandi problemi che si af- facciano del pari alla mente del me- dico e del moderno uomo di Stato ”: la frase di Giulio Baccelli apparsa sul Lavoro del 1/11/902 (citata da G. Cosmacini nella sua Storia della Medicina in Italia ) sintetizza que- sta speranza e introduce la rifles- sione sul momento storico che stia- mo vivendo. Oggi la pandemia ha richiamato con forza i problemi sanitari della collettività la cui terapia, fermo re- stando la cura dei singoli pazienti, è quasi del tutto riposta nei prov- vedimenti di sanità pubblica, ol- tre che in un’altra terapia sociale, il vaccino. La medicina clinica e quella sociale sono inscindibili e la medicina tutta non può non essere che politica. E una politica forte perché incide sull’economia. La medicina non è soltanto storia della relazione coll’individuo e del- la tutela dei suoi diritti (la centra- lità del paziente) ma anche storia Rispetto a ogni precedente cata- strofe sanitaria abbiamo assistito a una sorta di medicalizzazione glo- bale della lotta alla pandemia. Mai la scienza ha assunto un ruolo così preponderante; le decisioni si sono affidate ai dati degli epidemiologi e alle conoscenze dei virologi. La medicina è apparsa quasi custode della salute dell’umanità e garante delle scelte politiche. Oggi tutti sostengono che non si può tornare al passato e che occorre cambiare molte cose, rimediare a molti errori, ga- rantire i principi fondanti del- la sanità universale e pubbli- ca, rendendola adeguata alle sfide che incombono. In realtà le sfide preesiste- vano alla pandemia ma la so- cietà e i governi avevano deciso di far finta di niente. Adesso i fatti co- stringono a riflettere e a prendere decisioni efficaci che, però, riguar- dano interventi diretti alla colletti- vità e, per questo, talora limitativi della libertà individuale. Occorre ricomporre i due aspet- ti fondamentali della medicina, quella clinica, individuale, e quella sociale, comunitaria o di popola- zione: “la Repubblica tutela la sa- lute” come “diritto dell’individuo e interesse della collettività”; diritti e interesse sono posti sullo stesso piano. Altresì l’individuo si connet- te con la collettività mediante la solidarietà la cui doverosità la stes- sa Costituzione sancisce. La questione della medicina socia- le, da Ippocrate a Ramazzini a Vir- chow, attraversa tutta la medicina che, tuttavia, negli ultimi decenni si è volta più alla cura di target di Dopo la pandemia il ritorno della medicina politica Un’epidemia è una questione politica con risvolti medici Rudolph Virchow, Relazione sul tifo in Prussia, 1848 “La medicina è una scienza sociale e la politica non è altro che medicina su larga scala” Rudolph Virchow

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