Toscana Medica - Novembre-Dicembre 2021
T OSCANA M EDICA 8 / 2021 23 testatina opinioni a confronto mo di più di 20 sigarette al giorno, abuso di sostanze alcoliche (> 60 gr/ die di alcol). L’osteoporosi rappresenta un im- portante problema di salute anche per i maschi, visto che oltre il 20% di tutte le fratture di femore si verifi- ca nel sesso maschile e l’incidenza di fratture vertebrali è circa la metà di quella riportata nelle donne. L’oste- oporosi maschile è frequentemente secondaria (circa ⅔ nei maschi con- tro ⅓ nelle femmine) per cui vanno sempre escluse eventuali condizioni patologiche associate alla malattia. Anche negli uomini la misurazione della BMD con tecnica DEXA è il metodo di scelta per la definizione del rischio di fratture e, secondo i LEA, è indicata a qualunque età se in pre- senza di un fattore di rischio maggio- re (ad esempio, terapia steroidea pro- lungata) o in presenza di tre o più dei seguenti fattori di rischio minori per gli uomini di età superiore ai 60 anni: anamnesi familiare per osteoporosi severa, magrezza eccessiva, inadegua- to apporto di calcio, consumo elevato di sigarette (oltre 20 al giorno) e di so- stanze alcoliche. Anche se i criteri densitometrici per la diagnosi di osteoporosi nel ma- schio non si basano su livelli di evi- denza pari a quelli per la femmina, attualmente il cut-off diagnostico densitometrico accettato per la de- finizione di malattia nell’uomo è un livello di T-score < -2,5 SD rispetto al soggetto maschio giovane adulto. TOSCANA MEDICA - Nella pratica cli- nica quotidiana come si può calcola- re il rischio fratturativo da fragilità ossea? MASI - È possibile tramite specifici algoritmi effettuare una valutazione integrata della BMD e dei più signi- ficativi fattori di rischio, parzialmen- te o totalmente indipendenti dalla BMD, tale da consentire una quan- tificazione più accurata possibile del rischio fratturativo da fragilità nel medio termine (5-10 anni successivi) e quindi l’identificazione dei soggetti ai quali proporre un appropriato trat- tamento farmacologico. lattia primitiva ed è dovuta al deficit estrogenico che determina un’acce- lerazione della perdita ossea dovuta all’età. La condizione è caratterizzata da una rapida perdita di massa ossea a livello dell’osso trabecolare con parziale risparmio di quello cortica- le. Tale perdita è responsabile di frat- ture da fragilità soprattutto a carico delle vertebre e del radio distale. È inoltre presente un elevato turnover osseo con aumento del riassorbimen- to endostale e inibizione della forma- zione ossea periostale. Per una corretta definizione del- la malattia è necessario raccogliere un’attenta anamnesi ed eseguire un altrettanto accurato esame clinico del paziente, oltre a richiedere una valutazione radiologica della colon- na dorso-lombare e opportuni esami ematochimici. La conoscenza della storia medica del paziente è fon- damentale anche per stimare il suo rischio di frattura, evidenziando la presenza di eventuali fattori di ri- schio quali una storia familiare di osteoporosi con fratture da fragilità, storia di pregressi eventi fratturativi, non corrette abitudini nutrizionali e stili di vita non appropriati, assunzio- ne di farmaci che possono alterare il metabolismo dell’osso. La misurazione della BMD con tec- nica DEXA (densitometria a raggi X) è unanimemente considerata il più importante predittore delle fratture osteoporotiche ed è indi- cata, ai sensi del DM 12 gennaio 2017 che regolamenta i Livelli Es- senziali di Assistenza (LEA), nelle donne di qualunque età, in presen- za di un fattore di rischio maggiore (ad esempio, precedenti fratture da fragilità causate da un trauma mini- mo, anamnesi familiare materna di frattura osteoporotica in età inferio- re ai 75 anni, menopausa prima dei 45 anni, indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index ) < 19 kg/ m 2 , terapia protratta con glucocorti- coidi) e, limitatamente alle donne in menopausa, in presenza di almeno tre o più dei seguenti fattori: perio- di superiori ai 6 mesi di amenorrea premenopausale, inadeguato appor- to di calcio (< 1.200 mg/die), consu- ancora attraversano “crisi” cicliche, un carico eccessivo di “pseudotera- pia” in alcuni casi sostenuta anche da Colleghi. Nella gestione dell’osteoporosi, è esperienza comune, spesso vediamo la sovrammissione diagnostica e tera- peutica di molte figure professionali, talvolta con sistematici e in altri casi occasionali interventi che vedono in campo il medico di medicina gene- rale, il ginecologo, l’endocrinologo, l’ortopedico, il reumatologo, il geria- tra e così via. A queste figure si af- fiancano, purtroppo, le “indicazioni” fornite da Doctor Google , il passapa- rola tra i pazienti, gli approcci nutri- zionali più o meno condivisibili che inevitabilmente finiscono per con- durre a sovradosaggi di diagnosi e a cure non appropriate. I Colleghi meno giovani ricorderan- no qualche anno fa l’esplosione della calcitonina, somministrata anche per spray, prodotto di dubbia efficacia ma al tempo ampiamente prescritto anche con la benedizione di AIFA. A seguire storia simile, forse con meno clamore ma con altrettanti alti e bas- si, hanno avuto il ranelato di stronzio e la vitamina D, finita per diventare la principale panacea per tutta una serie di problematiche e disturbi ed erroneamente primo strumento di cura per l’osteoporosi. Questo scenario negli anni ha porta- to all’intervento delle autorità regola- torie con un aumento importante del carico burocratico in capo ai medici, come, ad esempio, la comparsa delle note AIFA 79 e 96 oppure la citazio- ne obbligatoria dell’apposita norma- tiva regionale di riferimento per la prescrizione della MOC. In conclusione l’osteoporosi, malat- tia importante per la qualità della vita dei pazienti e in alcuni casi anche per la loro sopravvivenza, per i mo- tivi sopra ricordati ha raccolto negli anni una quantità impressionante di stereotipi negativi. TOSCANA MEDICA - Come si diagno- stica l’osteoporosi primitiva? MASI - L’osteoporosi postmenopau- sale è la forma più frequente di ma-
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