Toscana Medica - Novembre-Dicembre 2021

T OSCANA M EDICA 8 / 2021 27 testatina opinioni a confronto sull’uso dei farmaci in Italia con par- ticolare attenzione alla popolazione anziana. I flussi informativi disponibili riguardano l’assistenza farmaceutica erogata in ambito sia ospedaliero che territoriale dal Sistema Sanitario Na- zionale e gli acquisti “privati” da parte dei cittadini. Sono inoltre accessibili i dati riguardanti le prescrizioni per età e genere, gli indicatori di aderenza e persistenza, le potenziali interazioni farmacologiche. Nel 2019 la spesa farmaceutica complessiva pro-capite è stata di 384.43 euro, con i farmaci cardio- vascolari che hanno rappreentato la classe terapeutica a maggior spesa (47,58 euro) e consumo (474,3 DDD, Defined Daily Dose , Dose Definita Giornaliera) nel canale della con- venzionata. Gli oncologici/immuno- soppressori e i farmaci del sangue e degli organi ematopoietici sono quel- li rispettivamente a maggior spesa (95,86 euro) e consumo (47,4 DDD) tra i prodotti acquistati direttamente dalle strutture pubbliche. Nell’ambi- to della farmaceutica convenzionata il principio attivo maggiormente rap- presentato per spesa è stato il cole- calciferolo (281 milioni di euro). Parlando di appropriatezza prescrit- tiva, i farmaci antiosteoporotici sono risultati la categoria in cui si riscon- tra la più alta percentuale di soggetti con una copertura al trattamento su- periore o uguale all’80% nel periodo osservato, seguiti da quelli per la te- rapia dell’ipertrofia prostatica beni- gna e dell’ipertensione arteriosa. Credo che a questo proposito sia im- portante ricordare che un’assunzione inferiore o uguale al 50% del farma- co prescritto per l’osteoporosi non modifica il rischio fratturativo: l’ina- deguata aderenza alla terapia in pra- tica finisce per aumentare il rischio di fratture da fragilità. L’analisi del profilo di farmacouti- lizzazione per fasce di età e genere conferma il costante aumento dei farmaci contro l’osteoporosi al cre- scere dell’età in entrambi i sessi, con una prevalenza d’uso maggiore nelle donne rispetto agli uomini. In Italia il consumo di queste moleco- le è passato dalle 26,3 DDD del 2015 che stimola sia la neoformazione che il riassorbimento osseo con effetto prevalente sulla prima esplicantesi soprattutto durante il primo anno di trattamento. Trova indicazione nel trattamento dell’osteoporosi sia maschile che femminile in soggetti intolleranti o non responsivi alla te- rapia con farmaci antiriassorbitivi. Concludo ricordando il ranelato di stronzio e romosumab. Il primo è una molecola a doppia azione che aumen- ta in maniera modesta i marcatori di neoformazione ossea e riduce quelli di assorbimento con indicazione li- mitata al trattamento dell’osteoporosi grave nelle donne in postmenopausa e negli uomini ad alto rischio frattu- rativo per i quali non sia proponibile altra cura antiosteoporotica. Romosumab è invece un anticorpo IgG2 umanizzato, in commercio in Italia dal 2020 ma non rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale, in- dicato nel trattamento di osteoporosi gravi nelle donne in postmenopausa con alto rischio fratturativo. Il suo im- piego sembra associato all’aumento di eventi cardiovascolari gravi quali ictus cerebrale e infarto del miocardio. BECORPI - Denosumab (60 mg sot- tocute ogni 6 mesi) ha rappresenta- to argomento di uno studio osserva- zionale condotto in una popolazione di pazienti seguita presso la Unit di Medicina Integrata e Tecnologia Applicata per la Salute della Donna in Menopausa Iatrogena della AOU Careggi di Firenze. La maggior par- te delle donne arruolate nello studio ha assunto il farmaco in maniera regolare nel corso del tempo mo- strando alta aderenza alla terapia, un elevato livello di soddisfazione e un significativo senso di “sicurezza” verso l’uso della molecola in qualche modo percepita non dannosa per la propria salute fisica. TOSCANA MEDICA - Dottor Banfi, par- liamo degli aspetti farmacoeconomici applicati alla cura dell’osteoporosi. BANFI - L’argomento può essere cor- rettamente inquadrato esaminando i dati del Rapporto OSMED 2019 su quelle femorali e non vertebrali. Sono soggetti alla nota 79 di AIFA e per alcuni è necessaria la compila- zione del piano terapeutico da parte dello specialista. Tra le molecole ad azione antirias- sorbitiva ricordo i bifosfonati, deno- sumab e i modulatori selettivi del recettore per gli estrogeni (SERMS). I bifosfonati (alendronato, risedro- nato, ibandronato, zoledronato, clo- dronato come seconda scelta) sono molecole sintetiche analoghe del pirofosfato che si fissano sulla super- ficie dell’osso aumentandone la mi- neralizzazione e bloccando l’azione degli osteoclasti. Sono molto efficaci nel ridurre sia il rischio di fratture da fragilità che quello di mortali- tà in prevenzione secondaria dopo un evento fratturativo. I loro effetti collaterali più importanti sono rap- presentati da intolleranza gastroin- testinale, dolori articolari e, più rara- mente, osteonecrosi del mascellare e fratture atipiche subtrocanteriche. Denosumab è un anticorpo mo- noclonale che blocca il RANK-L e quindi l’attività degli osteoclasti. Alla dose di 60 mg sottocute ogni 6 mesi ha dimostrato notevole efficacia sul- la riduzione del rischio fratturativo a livello di tutti i siti scheletrici e si è inoltre rivelato efficace nel ridurre il rischio sia in pazienti con carcino- ma mammario in cura con inibito- ri dell’aromatasi che in uomini con cancro della prostata trattati con te- rapie antiandrogeniche. I SERMS sono molecole sintetiche che legandosi al recettore per gli estrogeni producono effetti agonisti a livello osseo e antagonisti a livello della mammella e dell’apparato ge- nito-urinario. I SERMS approvati in Italia per la prevenzione e la te- rapia dell’osteoporosi nelle donne in postmenopausa come trattamento di seconda linea sono il raloxifene e il badezoxifene, ambedue in grado di ridurre significativamente il rischio di fratture vertebrali ma con aumen- to della probabilità di comparsa di eventi tromboembolici. Tra le molecole ad azione anaboli- ca troviamo la teriparatide, derivato sintetico dell’ormone paratiroideo

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