Toscana Medica - Novembre-Dicembre 2021

T OSCANA M EDICA 8 / 2021 31 testatina qualità e prof sio e co di 4°C) rivestono importanza cli- nica a seconda del range termico di azione, che può arrivare anche a 30- 37°C, e possono essere monoclonali come succede nelle sindromi linfo- proliferative, ma anche policlonali come nelle anemie emolitiche au- toimmuni postinfettive. La specifi- cità è rivolta verso l’antigene “I” e più raramente “i”. Le forme miste sono rappresentate da autoanticor- pi IgG caldi e IgM freddi ma con range termico vicino ai 32-37°C. Nell’emoglobinuria parossistica a frigore è presente un’emolisina bi- fasica che si lega ai globuli rossi a temperature basse. Si tratta di una IgG che si fissa agli eritrociti fra 0 e 12°C e attiva la cascata comple- mentare. Quest’ultima si completa appena i globuli rossi raggiungono il torrente circolatorio dove la tem- peratura è più elevata (32-37°C) e avviene quindi l’emolisi. La terapia delle anemie emolitiche autoimmuni è una grande sfida, an- che per la mancanza di dati evidence based , dal momento che non è sem- plice realizzare clinical trials con ampie casistiche (l’ncidenza della malattia è di 1-3 casi ogni 100.000 per anno). Spesso poi patologie cro- niche sottendono all’anemia emoli- tica autoimmune e le terapie sono molto personalizzate, non solo in rapporto al tipo di anticorpo in gioco ma anche al tipo di anemia emolitica autoimmune, primaria o secondaria, e alle caratteristiche del paziente come età e comorbidità (a 80 anni più del 40% dei pazienti presenta almeno 4 patologie concomitanti preesistenti). Passiamo alla terapia, tenendo con- to dei gradi di raccomandazione espressi nella Tabella III. Nell’anemia emolitica autoimmune da anticorpi caldi la terapia d’attac- co è steroidea con uso di predniso- ne: 1,0-1,5 mg/kg/die ( grade 1B) o una dose standard di 60-100 mg/die. Generalmente la risposta si ha nella seconda settimana di trattamento. La terapia è da considerare ineffica- ce se non c’è risposta nella 3° setti- mana di trattamento o se questa è scarsa. li, frequentemente adenocarcino- mi, possono complicarsi con anemia emolitica autoimmune. Dal punto di vista sierologico gli autoanticorpi possono essere caldi, freddi, bifasici o di tipo misto. Nella maggioranza dei casi gli auto- anticorpi (caldi), spesso policlonali e rivolti contro antigeni del siste- ma Rh, sono di classe IgG (IgG1 e IgG3), i quali possono fissare il complemento, e spesso esiste un’as- sociazione di IgG con IgM o IgA o entrambi. Ricordiamo tuttavia come potrebbero essere presenti, seppur raramente, solo IgM o IgA. Le anemie emolitiche autoimmuni da anticorpi freddi ( optimum termi- fenotipizzazione estesa eritrocita- ria per poter meglio interpretare i test immunoematologici alterati nel momento di una richiesta “urgente” di terapia trasfusionale eritrocitaria (esclusione dei temibili alloanticor- pi per poter eventualmente trasfon- dere i pazienti anche con unità di emazie concentrate “incompatibili” per TCD positivo). Frequente è un’anemia emolitica autoimmune in corso di leucemia linfatica croni- ca trattata con fludarabina. Anche nel Lupus eritematoso sistemico il segno, anche d’esordio, della ma- lattia può essere rappresentato da un’anemia emolitica autoimmune. Ricordiamo poi che tumori epitelia- Figura 1 – Anemie emolitiche e DAT negativo. Figura 2 – DAT: falsi positivi e falsi negativi. Tra il 5 e il 10% dei pazienti con anemia emolitica immune presentano un DAT ( Direct Antiglobulin Test ) negativo. I potenziali meccanismi alla base di questa negatività sono tre: • le molecole IgG legate alla membrana eritrocitaria hanno una densità inferiore al limite di sensibilità del test • l’emolisi è mediata da anticorpi appartenenti alla classe IgA o si tratta di autoanticorpi IgM caldi • si tratta di autoanticorpi a bassa affinità POTENZIALI CAUSE DI RISULTATI POSITIVI/FALSI POSITIVI DOVUTI ALLA PRESENZA DI IMMUNOGLOBULINE NON SPECIFICHE: • campioni agglutinati che legano in vitro il complemento • elevati livelli di immunoglobuline/ rouleaux • somministrazione di IGIV • sindrome antifosfolipidica • infezioni: HIV, malaria • gelatina di Wharton ( setting ostetrico) • problemi preanalitici/tecnici POTENZIALI CAUSE DI RISULTATI FALSI-NEGATIVI • emolisi severa • emolisi mediata da IgA o IgM • IgG legate agli eritrociti con densità < al limite di sensibilità del test • anticorpi a bassa affinità • problemi preanalitici/tecnici

RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=