Toscana Medica - Novembre-Dicembre 2021
T OSCANA M EDICA 8 / 2021 37 testatina qualità e prof sio e ché il riscontro diagnostico spesso non viene eseguito o lo è in maniera non del tutto soddisfacente a causa di un vuoto normativo che dipende dalla mancata approvazione presso la Commissione Salute della Con- ferenza Stato Regioni del Decreto del Ministero della Salute del 7 ot- tobre 2014 ( Protocollo di indagini e di riscontro diagnostico nella morte improvvisa infantile - legge 2 feb- braio 2006, n. 31, art. 1, comma 2 e Morte inaspettata di feto di età ge- stazionale superiore alla 25a setti- mana ). Questo documento delinea le figure professionali da coinvol- gere, i criteri autoptici da adottare e l’organizzazione territoriale dei centri di riferimento per il riscon- tro diagnostico e per la gestione dei casi di lattanti deceduti improvvi- samente, senza causa apparente, entro il primo anno di vita. In alcu- ne Regioni quali la Liguria, il Pie- monte e la Toscana, sono state pre- se iniziative tese a colmare questo grave vuoto legislativo. Nella no- stra realtà regionale, l’effettuazio- ne dell’autopsia e l’accoglienza alle famiglie colpite sono regolamentate da una delibera (n. 1164 del 14-12- 2009), la cui applicazione ha reso possibile monitorare con precisio- ne l’andamento della mortalità per SUID, tanto da essere considerato un modello di riferimento per al- tre realtà regionali. Recentemente sono stati pubblicati i dati relativi all’incidenza della SIDS nel nostro Paese, in base ai quali il fenomeno avrebbe dimensioni estremamente più contenute rispetto a quanto ri- portato nelle casistiche internazio- nali. Questi dati sono stati estratti dai certificati di morte, pertanto, come abbiamo avuto modo di riba- dire, in una lettera a commento di questa statistica, sono inattendibili poiché, per definizione, senza l’ap- plicazione completa dell’ iter dia- gnostico che abbiamo illustrato in precedenza non può essere formu- lata diagnosi di SIDS. La riduzione del rischio I fattori di rischio attualmente iden- tificati sono rappresentati dalla posi- mitare anche il numero dei decessi nel sonno da cause accidentali. È interessante notare come il mes- saggio safe to sleep possa essere meglio compreso perché riguarda situazioni che vengono percepi- te come concretamente pericolo- se (ad es. rischio di soffocamento o schiacciamento in condizioni di condivisione del letto) piuttosto che essere riferite esclusivamente a un’evenienza, quale la SIDS, tutto- ra difficile da affrontare dal punto di vista della comunicazione non essendone definitivamente chiarita l’eziopatogenesi. Entità del fenomeno La SIDS rappresenta nei Paesi in- dustrializzati la terza causa di morte tra il primo mese e il primo anno di vita, con un’incidenza che dovrebbe aggirarsi intorno allo 0,5‰ dei nati vivi. La diagnosi di questa sindrome resta una diagnosi di esclusione in cui il riscontro diagnostico rappre- senta una condizione necessaria ma non sufficiente dovendo essere completato dall’indagine sullo sce- nario del decesso e dalla discussio- ne clinica del caso. Tuttavia, anche quando questo iter diagnostico vie- ne scrupolosamente seguito, possia- mo imbatterci in casi di incerta clas- sificazione che rappresentano un vero e proprio dilemma diagnostico. Ne consegue che, nel classificare una morte improvvisa e inattesa nel primo anno di vita, è necessario uti- lizzare in prima istanza l’acronimo SUID ( Sudden Unexpected Infant Death ) e solo dopo l’espletamento dell’ iter diagnostico il caso potrà es- sere classificato come: • SIDS; • SUID: - explained , se è da causa nota, - unexplained se non è ricondu- cibile né a una SIDS (ad es. se il decesso non si è verificato du- rante il sonno) né a patologie note, - undetermined se l’ iter diagno- stico non è stato correttamente seguito. Nel nostro Paese non disponiamo di dati di mortalità attendibili poi- zione a pancia in giù durante il son- no, dalla condivisione del letto ( bed sharing ), dall’esposizione al fumo di sigaretta durante e/o dopo la gravi- danza e dal surriscaldamento; men- tre l’allattamento materno e l’uso del succhietto durante il sonno esercita- no un’azione protettiva. La posizione nel sonno La posizione prona è il fattore più for- temente correlato al rischio di SIDS, come è stato ormai ampiamente di- mostrato. Studi osservazionali con- dotti dopo l’effettuazione delle cam- pagne back to sleep hanno rafforzato il nesso tra posizione prona e rischio di SIDS poiché il drastico decremen- to della mortalità specifica per SIDS si è effettivamente associato alla ri- duzione della prevalenza della posi- zione prona durante il sonno. Anche dormire sul fianco aumenta il rischio di SIDS, poiché questa posizione è instabile ed espone pertanto al ri- schio che il bambino possa girarsi a pancia in giù. Il fumo di sigaretta L’esposizione al fumo di sigaretta, durante e dopo la gravidanza, ac- cresce il rischio di SIDS in maniera notevole ed è dose-dipendente. In particolare, l’esposizione in utero risulta estremamente pericolosa a causa delle complesse alterazioni che il fumo può provocare sul feto, tanto da far prevedere che la sua abolizione potrebbe determinare una riduzione di oltre il 30% delle morti per SIDS. Il surriscaldamento La possibile correlazione tra eleva- zione della temperatura corporea e rischio di SIDS, dipendente da alte temperature ambientali e/o dall’ec- cessiva copertura del bambino con gli indumenti, è stata segnalata già a partire dagli anni ’80, quando fu ipotizzato che la febbre e l’eccessiva copertura potessero provocare una sorta di colpo di calore fatale. Da allora sono stati condotti numerosi studi epidemiologici che hanno di- mostrato che l’elevazione della tem- peratura rappresenta un fattore di
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