Toscana Medica - Novembre-Dicembre 2021

T OSCANA M EDICA 8 / 2021 47 testatina qualità e prof sio e lineato che gli aspetti positivi emersi nell’esperienza soggettiva durante le fasi iniziali dell’emergenza sanitaria hanno avuto durata limitata, mentre nei mesi successivi si sono sviluppati in misura più o meno grave sintomi e sindromi espressione di una sofferenza mentale. Conclusioni Una riflessione riguardo cosa sarebbe potuto cambiare se fossero state adot- tate misure adeguate atte ad alleviare il distress psicologico durante l’attua- le pandemia ci sembra opportuna. L’esperienza derivata dal progetto di supporto psicologico e di ricerca che abbiamo portato avanti negli ultimi mesi ci porta a esprimere alcune con- siderazioni riguardo l’organizzazione delle unità COVID e una rete di pre- venzione primaria e intervento preco- ce per la popolazione. Come molti autori hanno già proposto, l’integrazione della figura di un profes- sionista della salute mentale all’interno delle unità COVID potrebbe portare a una più efficacie e completa gestio- ne dell’emergenza sanitaria attuale. Questo potrebbe avvenire: 1) fornen- do supporto psicologico telematico ai pazienti ricoverati in terapia subinten- siva; 2) aiutando nella selezione del personale per le unità COVID, indivi- duando e proteggendo gli individui più vulnerabili; 3) evitando il burnout dei professionisti sanitari, specialmente coloro che si trovano coinvolti in prima linea, assumendo un ruolo di supporto e di protezione. Una particolare atten- zione dovrebbe essere riservata agli operatori sanitari con meno anni di esperienza, poiché rappresentano una categoria particolarmente fragile, tan- to da un punto di vista umano quanto professionale. Riguardo alla popolazione generale, la possibilità di rivolgersi a una rete di professionisti della salute mentale in modo tempestivo e gratuito darebbe la possibilità di intercettare il disagio psichico sia all’esordio che in fase più avanzata, di attivare gli interventi tera- peutici più opportuni e di ridurre quin- di la sofferenza mentale in ampie fasce di popolazione. camilla.vizzotto@gmail.com l’esistenza di una difficoltà (correlata principalmente a fattori socio-cultura- li) nel relazionarsi con un professioni- sta della salute mentale, nonostante la capacità di riconoscere e ammettere la presenza di una situazione di disagio psicologico. Durante l’emergenza sanitaria abbiamo assistito, tramite il nostro servizio, a un allentamento di quelle resistenze che impedivano a una parte della popola- zione di chiedere aiuto in momenti di difficoltà. La popolazione in esame ha mostrato elevati livelli di distress psico- logico con disforia e spiccata irritabilità: questo potrebbe confermare ciò che al- cuni recenti articoli hanno portato alla luce riguardo l’aumento delle violenze domestiche reattivo all’isolamento for- zato. La maggioranza dei partecipanti ha mostrato sintomi ascrivibili a una flessione del tono dell’umore e un ap- piattimento affettivo con apatia, anergia e scarsa spinta volitiva. Di pari passo, è emersa una diminuzione del valore di Sé, accompagnata da sentimenti di inutilità e scarsa infuturazione. Infine, abbiamo riscontrato una generalizzata diffusione di sentimenti di smarrimento e paura, probabilmente correlati, alme- no in parte, ai messaggi contraddittori trasmessi dai media . Per quanto riguarda l’aspetto quali- tativi dell’indagine statistica abbiamo richiesto ai partecipanti di descrivere gli “aspetti positivi” derivati dalla con- dizione di isolamento forzato e, più in generale, dallo stravolgimento della routine quotidiana. Attraverso queste analisi qualitative siamo stati in grado di riconoscere degli elementi ricorren- ti che ci hanno permesso di delineare una serie di costrutti, potenzialmente estendibili alla popolazione generale. L’elemento centrale, attorno al quale orbitano una serie di elementi secon- dari, sembra essere l’aumentata di- sponibilità di tempo, declinato come tempo per sé, per la famiglia e per coltivare le proprie passioni. Tra gli elementi secondari abbiamo ritrovato una maggiore capacità introspettiva, oltre a un’importante spinta verso un arricchimento della persona (attraver- so lo studio, la cucina, l’arte, la lettura ecc.). Infine, molta attenzione è stata posta alla maggiore flessibilità degli orari, con una restituzione di valore al silenzio. Deve comunque essere sotto- Infine, è stato richiesto alla popolazio- ne in studio di fornire una descrizione dell’esperienza soggettiva dell’isola- mento secondario alle misure di sicu- rezza, al fine di poter effettuare un’ana- lisi qualitativa di tali informazioni. Risultati Variabili sociodemografiche Dall’analisi quantitativa dei dati a no- stra disposizione, è emerso che l’81,6% dei soggetti aveva un’età compresa tra i 18 e i 32 anni. È emerso, inoltre, che l’83,6% dei soggetti in esame era di ses- so femminile. Il 91,8% dei soggetti non aveva figli e l’87,7% era celibe o nubile. Il 95,9% dei soggetti aveva una scola- rità di almeno 13 anni (di cui il 46,8% con una laurea universitaria). Infine, il 74,2% dei soggetti viveva da solo. Non è emersa, invece, una differenza signi- ficativa riguardo la metratura dell’abi- tazione (53,06% metratura < 80 mq vs 46,9% metratura > 80 mq). Dai nostri dati è emerso che l’88% del- le persone che hanno partecipato allo studio hanno avuto in passato episodi di disagio psicologico acuto (attacchi di panico, episodi di depressione mag- giore) e che il 60% ha avuto un pre- cedente contatto con uno psichiatra/ psicologo. DASS-21 La Depression, Anxiety and Stress Sca- le - 21 Items (DASS-21) è un set di tre scale autosomministrate costruite per misurare gli stati emotivi di depressio- ne, ansia e stress . Considerando la media campionaria è emersa la presenza di sintomatologia di grado estremamente severo ascrivibile al dominio della depressione, di grado moderato relativa al dominio dell’ansia e di grado estremamente severo per quanto riguarda il dominio dello stress . Discussione Dai risultati ottenuti emerge come la quasi totalità della popolazione in esa- me abbia esperito, nel corso della vita, almeno un episodio di disagio psico- logico invalidante (attacchi di panico, depressione maggiore) e che, tuttavia, il 20% di questi non abbia mai chiesto aiuto a un professionista della salute mentale. Questi dati rafforzano ciò che è già am- piamente noto in letteratura, ovvero

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