Toscana Medica - Febbraio 2021
2 / 2021 T OSCANA M EDICA 6 testatina l copertine di toscana medica Sin dal suo nascere la Misericordia include nel suo staff formato pre- valentemente da volontari anche una serie di professionisti di vari settori. Assieme a notai, camerlin- ghi, depositari, ma anche “servi” e “porta” nell’organico è prevista la figura del medico che, secondo i più antichi statuti, doveva essere “di buona doctrina” e disposto a de- dicarsi sia ai “poveri miserabili” che agli ascritti bisognosi. In cambio gli spettava, oltre a un “congruo sala- rio”, raddoppiato in “tempo di pe- ste”, anche “un’oca per Ognissan- ti ”, “ una candela per la Candelaia” (2 febbraio) e un “capretto per la Pasqua di Resurrezione”. A partire dal primo medico docu- mentato, messer Agnolo Bonaiuti Berti del quartiere di Santa Maria Novella iscrittosi alla Misericordia nel 1361, o da ser Girolamo Buona- grazia, medico del morbo degli inizi del Cinquecento e autore di un Ma- nuale contro la peste , sono infatti nu- merosissimi i professionisti che han- no operato su incarico dei capitani e che compaiono nelle carte dell’archi- vio storico dell’ente. Alcuni risultano essere stati molto amati e stimati, altri mandati via pri- ma del tempo o “allontanati” per non aver svolto a dovere i compiti a loro assegnati come nel caso del medico di Compagnia di metà Ottocento, il dottor Giuseppe Marabotti, licen- ziato per “mancato impegno” e per i suoi “modi aspri e inconvenienti”. Nel Novecento ai “dottori di Com- pagnia” si aggiunsero anche i medici dell’ambulatorio. Nel 1926, infatti, all’allora provveditore Amilcare Caligo venne proposto di subentrare alla ge- stione di un servizio di Guardia medica chirurgica permanente per immediate cure a chiunque ne avesse bisogno con sede in piazza Davanzati. Si trattava di una sorta di presidio sani- tario fondato nel 1890 con la parteci- pazione del dottor Alessandro Roster, ginecologo e ostetrico impegnato al sostegno della popolazione socialmen- te più svantaggiata, e passato poi, nel 1901, sotto la direzione di Piero Stroz- zi. Dopo un’accesa discussione i re- sponsabili della Misericordia decisero di accettare la proposta e di dare vita a un vero e proprio ambulatorio medi- co-chirurgico affidato a specialisti delle più varie discipline. L’ambulatorio, che in un primo mo- mento trovò spazio al primo piano della sede storica, venne inaugurato nel settembre del 1927 sotto la guida del professor Teodoro Stori, diretto- re sanitario dell’ospedale Villa Basi- lewski e “amatissimo e stimatissimo dal popolo”. Grazie alla decisione da parte di tutti i componenti del neo-i- stituito ambulatorio di rinunciare al proprio compenso fu possibile alla Misericordia offrire i propri servizi sanitari gratuitamente a una serie di persone (ascritti, loro figli minoren- ni, poveri, mutilati di guerra, appar- tenenti agli ordini religiosi). L’iniziativa ebbe immediato succes- so e già nel secondo anno di apertu- ra vennero superate ampiamente le 17.000 visite. Crebbe anche la fidu- cia nello staff medico-infermieristi- co tanto da indurre i dirigenti della “Associazione fiorentina del calcio” a chiedere all’allora direttore sani- tario, oltre all’“assistenza alle parti- te di calcio domenicali” da parte di “fratelli volontari”, anche “l’ammis- sione all’ambulatorio dei giocatori che eventualmente necessitassero di cure mediche in seguito a incidenti di giuoco durante le partite e gli al- lenamenti”. La richiesta fu accolta e dette seguito a una lunga e proficua collaborazione tra la Misericordia e il mondo dello sport. Nel 1937 gli spazi ambulatoriali ri- sultarono ormai insufficienti alle richieste in incessante aumento. Fu deciso di acquistare uno stabile vicinissimo alla sede sito in corso Adimari e di trasformarlo in parte in garage con officina per le ambulan- ze e, al primo piano, in presidio sa- nitario formato da dieci stanze “ade- guatamente areate e attrezzate con le più moderne apparecchiature”. Quando, da lì a poco, Firenze dovet- te subire l’occupazione nazifascista l’impegno sanitario della millenaria Istituzione fu messo a dura prova. In mancanza di mezzi materiali e dei volontari più prestanti, richia- mati alle armi, dovette far fronte con coraggio, tenacia, diplomazia e una buona dose di inventiva alle for- tissime richieste di soccorso da parte della popolazione. Fu in quel fran- gente che alcuni fratelli, capeggiati e coordinati dal valorosissimo dottor Mario Danti, trasformarono ambu- latorio e Compagnia in un presidio sanitario operativo ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette. “Un’oca per Ognissanti e un capretto per Pasqua”: i medici alla Misericordia di Barbara Maria Affolter Barbara Maria Affolter Laureata in Archivistica all’Università degli Studi di Firenze, lavora da anni su incarico della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana; attualmente cura l’Archivio storico della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze
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