Toscana Medica - Gennaio 2021

1/2021 T OSCANA M EDICA 22 testatina quali à e professione Veniva definito dimissibile il pazien- te stabilizzato, asintomatico e con walking test normale (nei casi in cui questo test poteva essere effettuato). Il criterio clinico soddisfaceva la di- missibilità senza la necessità di gua- rigione virologica documentata da due tamponi per Sars-CoV-2 negati- vi che venivano effettuati a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, a patto che le condizioni socio-ambientali con- sentissero il rientro a domicilio. L’ACOT individuava il setting assi- stenziale appropriato in tutti quei casi in cui non era possibile il rein- serimento nel personale contesto di vita. In questo ambito le soluzioni erano rappresentate dalla presenza di strutture alberghiere dedicate a pazienti con problemi abitativi ma autonomi nelle attività della vita quotidiana o di strutture sociosa- nitarie come individuate nel docu- mento tecnico Allegato A dell’Or- dinanza PGRT n. 14/2020. È stato coinvolto anche il servizio di Psicologia Clinica per le consulen- ze psicologiche rivolte ai pazienti Covid+ ricoverati presso il Reparto Covid-19 Low Care , al fine di facili- tare il percorso ospedale-territorio, verso il ritorno al proprio domicilio, anche attraverso la facilitazione di interventi di supporto ai parenti dei pazienti medesimi, in accordo con la Direzione di Presidio. Nel periodo marzo-giugno 2020 il numero totale di accessi nella Low Care COVID è stato di 145 pazienti, di cui 46 maschi (32%) e 99 femmine (68%), secondo la di- stribuzione per fasce d’età come in Tabella I. L’età media dei pazienti ricoverati è stata di 81 anni e la degenza media di 12 giorni. È apparso fondamentale monito- rare il reale utilizzo e l’efficienza del percorso attivato (avendo indi- viduato referenti clinici e organiz- zativi, strutturato le principali pro- cedure, standardizzato le azioni, predisposto strumenti condivisibili per visualizzare i casi) per poter intervenire dove l’organizzazione aveva bisogno di aggiustamenti di reagire prontamente in risposta ai metro, era disponibile un ecografo per completare la diagnostica. La Direzione Sanitaria e quella In- fermieristica hanno assicurato l’im- plementazione del software Argos per una migliore integrazione della cartella clinica fra Low Care e re- parti ospedalieri e un percorso for- mativo, Training on the Job , rivolto a tutti i professionisti coinvolti. La Low Care rispondeva a due necessità: liberare i posti letto nei setting dedicati ai pazienti CO- VID-19+ in “fase acuta”, garantire la continuità delle cure e un’assi- stenza commisurata ai bisogni di ogni singolo paziente, favorire la longitudinalità delle cure e prende- re in carico le disabilità. Criteri di eleggibilità erano quelli caratterizzanti la tipologia D6 del Regolamento n. 79R/2017 integrati dai criteri clinici dell’infezione da coronavirus attestata mediante po- sitività del tampone. L’assistenza medica era fornita da un team medico multidisciplinare con orario H24. L’assistenza infermieristica e OSS era continuativa nelle 24 ore, men- tre quella riabilitativa veniva mo- dulata a seconda delle esigenze (si è mostrata particolarmente impor- tante nella riattivazione motoria e psico-cognitiva dei pazienti). Per assicurare la massima disponi- bilità dei posti letto per pazienti in fase acuta presso i setting appro- priati dell’Ospedale Santo Stefano, il trasferimento presso la struttura Low Care COVID avveniva attra- verso una procedura lean , che pre- vedeva il contatto telefonico tra i medici referenti dell’area COVID dell’Ospedale Santo Stefano e quel- li del presidio Low Care , in sinergia con il bed manager e supportati dal visual-hospital . Questo consentiva hand over tra professionisti e la possibilità di tra- sferimento tra i due setting a ogni ora del giorno. La dimissione dalla Low Care CO- VID si avvaleva di un assessment multiprofessionale che era coor- dinato dall’Agenzia di Continuità Ospedale Territorio (ACOT). • formazione; • organizzazione delle misure di prevenzione, protezione e con- trollo delle infezioni; • analisi e assetto dell’area clini- co-organizzativa; • gestione della comunicazione; • monitoraggio delle azioni intra- prese. L’attività organizzativa per la gestio- ne dei casi COVID-19+ o sospetti all’interno del Presidio è iniziata nel periodo di allerta pandemico, quando a livello nazionale vi erano i primi casi che facevano pensare a una possibile diffusione del virus sul territorio italiano. Fin dall’inizio è nata la necessi- tà di prevedere una struttura che fosse in stretto collegamento con l’Ospedale per una gestione dei pazienti dimessi che richiedeva- no comunque ulteriore assistenza medica e infermieristica. Con tale obiettivo è stato organiz- zato il setting COVID-19 Low Care in una struttura extra-ospedalie- ra, facente parte del complesso dell’Ex-Ospedale Misericordia e Dolce, denominata Palazzina CO- VID-19 , rivolto alla tipologia di pazienti per lo più anziani e con comorbidità dimessi dai reparti COVID dell’Ospedale Santo Stefa- no, pazienti che, avendo superato la fase acuta, avevano ancora necessità di assistenza clinica. Questo luogo di cura è stato pre- disposto secondo i requisiti igie- nico sanitari necessari, con stanze a pressione negativa, dopo una ri- strutturazione dei locali. Sono intervenuti il SePP (Servizio Prevenzione e Protezione), l’Uffi- cio Tecnico e il Dipartimento In- fermieristico per la predisposizio- ne e l’organizzazione dei percorsi interni ed esterni (ad esempio, il percorso rifiuti). Le stanze sono state dotate della diagnostica essenziale per moni- torare i pazienti, l’ECG veniva re- fertato in telemedicina e i prelievi ematici venivano inviati all’Ospe- dale Santo Stefano. Ogni letto poteva usufruire dell’e- rogatore di ossigeno e di un saturi-

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