Toscana Medica - Gennaio 2021
T OSCANA M EDICA 1 / 2021 23 testatina qualità e prof sio e sunti, infermieri e OSS, con la fi- nalità di assicurare la coesione del gruppo di lavoro; elemento facili- tante è stato l’approccio del coor- dinamento infermieristico, rivolto all’ascolto e alla condivisione e in- tegrazione delle diverse conoscen- ze, competenze, necessità dei sin- goli professionisti. Il confronto quotidiano, attraverso i briefing multidisciplinari, che ha visto coinvolti tutti gli attori del si- stema – colleghi dell’Ospedale, del- la Low Care , del bed management , Direzione Sanitaria e Direzione In- fermieristica – ha garantito di ave- re sempre la massima conoscenza delle informazioni e dei dati utili a individuare “insieme” le migliori strategie da adottare. La presenza quotidiana del fisio- terapista ha professionalizzato la tensione riabilitativa che è insita nell’approccio geriatrico, attraverso un’attenta valutazione dell’impatto della patologia sulla funzione respi- ratoria, delle potenzialità delle per- sone ricoverate e l’organizzazione di interventi mirati e diversificati. Possiamo individuare due tipologie di malato: una con disabilità dovuta al COVID-19, con grave astenia e con dispnea durante le attività della vita quotidiana, e l’altra con proble- mi legati al COVID-19, preceden- temente fragile e/o disabile, gene- ralmente allettata, con probabile peggioramento di eventuali deficit cognitivi preesistenti. La scelta da parte dei geriatri è ri- sultata ottimale, in quanto si trat- ta di una specialità che coniuga una competenza internistica con una conoscenza e un reale col- legamento con la rete dei servizi territoriali; questa considerazione sta animando la riorganizzazione post COVID e la strutturazione dei percorsi. Inoltre la presenza H24 dei medici ha determinato un miglioramento della continuità as- sistenziale, della qualità e dell’effi- cienza del servizio. elettra.pellegrino@uslcentro.toscana.it principali cambiamenti clinico-epi- demiologici che si realizzavano nel corso del tempo. Dal 10 aprile al 9 giugno un contri- buto importante è stato dato dalla Low Care “La Melagrana” soprat- tutto per quei pazienti con tempo medio per la negativizzazione (da primo tampone positivo a secon- do tampone negativo) più lungo e quindi più resource consuming . Ciò ha permesso alla Low Care COVID del Vecchio Ospedale una più rapida riconversione in Low Care No COVID. Si è trattato di “un’esperienza di vita”, molto utile per realizzare un percorso funzionale ai pazienti CO- VID, contribuendo a decongestio- nare l’Ospedale, garantendo appro- priatezza delle cure e soprattutto una forte attenzione alla dimensio- ne etico-valoriale. Le persone arrivavano da una lunga ospedalizzazione che poteva porta- re con sé i danni derivanti da mal- nutrizione, disidratazione e prolun- gato allettamento. La mancanza di stimoli sensoriali rendeva spesso l’isolamento, spe- cialmente per i più anziani, privo di ogni speranza. Gli obiettivi di cura e assistenza hanno dovuto tener conto della malnutrizione, delle piaghe da de- cubito, della sarcopenia, dell’umore depresso, favorire la relazione e ge- stire lo stress del caregiver . L’assistenza nella Low Care CO- VID, proprio perché rivolta a per- sone per lo più anziane e con queste caratteristiche, metteva a rischio gli operatori di sviluppare burnout , de- motivazione e disinteresse. In forza alle cure intermedie del Vecchio Ospedale, successivamente trasformato in Low Care COVID, vi erano medici della SOC Geria- tria, composta oltre che da geriatri anche da allergologi, infettivologi, neurologi, pneumologi. Ai turni di guardia notturni parteci- pavano tutte le specialità mediche e chirurgiche del presidio ospedaliero Santo Stefano di Prato, riproducen- do il modello organizzativo attuato presso l’area COVID del Presidio stesso. Il numero dei professionisti era stato sempre proporzionato al carico di lavoro. La sinergia tra il Direttore dell’Al- lergologia che ha garantito presen- za e continuità, il Direttore della Geriatria garante anche di un forte collegamento tra Ospedale e Terri- torio e il Direttore della Neurolo- gia, responsabile di area e anello di congiunzione con il Dipartimento delle specialistiche mediche, ha dato vita a una leadership che po- tremmo definire “trasformaziona- le”, in grado di dare l’esempio con il proprio comportamento, trasfor- mare persone poco unite le une alle altre in compagni di avventu- ra, capaci di sviluppare empatia tra di loro e con i pazienti e soprattut- to creatività. Il team infermieristico è stato in- tegrato con giovani infermieri che per la maggior parte avevano già una consolidata esperienza nell’as- sistenza a pazienti in RSA. Questa strategia della Direzione Infermie- ristica ha contribuito ad apportare motivazione e competenze imme- diatamente “fruibili” nella Low Care . Una particolare attenzione è stata rivolta all’inserimento dei nuovi as- Accessi Low Care Età 20-40 41-60 61-80 81-100 > 100 Totale Maschi 0 3 18 25 0 46 Femmine 1 5 24 68 1 99 Totale 1 8 42 93 1 145 Tabella I – Accessi Low Care suddivisi per fascia di età e per genere, marzo- giugno 2020.
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