Toscana Medica - Gennaio 2021

T OSCANA M EDICA 1 / 2021 31 testatina qualità e prof sio e l’opportunità di una supplementazione di vitamine e oligoelementi in tutte le fasi della malattia, soprattutto nei pa- zienti long haulers , per il ruolo di tali micronutrienti nella regolazione del sistema immunitario e nel controllo delle infezioni virali. Conclusioni Come si osserva in tutte le patologie acute e cronico-degenerative a forte impatto sullo stato di nutrizione, anche nel caso del COVID-19 una terapia nutrizionale precoce permette di mi- gliorare il decorso clinico e la prognosi. In un panorama scientifico non anco- ra del tutto univoco sulla reale valenza delle tante terapie proposte in questi mesi di pandemia, e in un momento in cui ci si interroga sul perché nel nostro Paese il tasso di mortalità per COVID-19 si mantenga così eleva- to rispetto ad altre nazioni, una delle più forti evidenze disponibili riguarda l’efficacia di un corretto approccio nu- trizionale sugli outcome “clinici”, “eco- nomici” e “umanistici”. La presa in carico nutrizionale deve essere assicurata non solo nei setting assistenziali ospedalieri durante la fase acuta, ma anche presso il domicilio del paziente nel periodo di convalescenza. Queste considerazioni vanno inserite nel contesto più generale della pre- venzione e del trattamento della mal- nutrizione ospedaliera; infatti, se da una parte i dati epidemiologici eviden- ziano che il paziente malnutrito “muo- re di più e prima” rispetto al paziente in buono stato di nutrizione, dall’altra la cronica carenza di Servizi di Nutri- zione Clinica nei Presidi Ospedalieri determina di fatto una pericolosa mar- ginalizzazione delle problematiche nutrizionali dei pazienti ricoverati. A questo scopo, da parte dei decisori regionali, si rendono necessarie preci- se scelte organizzative supportate da un riferimento normativo che preveda per tutte le Aziende Sanitarie Ospe- daliere e Territoriali la presenza di Unità Operative di Nutrizione Clinica adeguatamente dotate di personale medico con una specifica formazione specialistica. sebastiano.giallongo@uslcentro.toscana.it seguito a domicilio (9,6 contro 5,3%). I dati di questo studio confermano quanto sia indispensabile predispor- re un’adeguata strategia nutrizionale anche per i pazienti in fase di con- valescenza, con particolare riguardo per gli anziani e per coloro che pre- sentano una o più patologie associate, tenendo presente che i fabbisogni in energia, macro e micronutrienti, ri- mangono sovrapponibili a quelli dello stadio acuto di malattia. Un’ulteriore problematica che com- promette il ritorno a una normale alimentazione è la disfagia, particolar- mente frequente nei pazienti sottopo- sti a ventilazione meccanica invasiva per periodi prolungati. Questionari specifici e alcuni sempli- ci test possono aiutare a comprende- re la presenza di eventuali problemi di deglutizione, ma la diagnosi della tipologia, della gravità e della durata presunte della disfagia sarà possibile solo attraverso una valutazione spe- cialistica foniatrica che fornirà le indi- cazioni sulla tipologia di alimentazio- ne più adeguata a ridurre il rischio di inalazione nell’albero respiratorio. A seconda dei casi potrà essere prescrit- ta una dieta a consistenza modificata o, nei pazienti affetti da disfagia grave, la nutrizione enterale. Pur in assenza di evidenze forti nel pa- ziente COVID-19, è opportuno ricor- dare i numerosi studi che sottolineano dei fattori che determinano il deficit proteico-calorico e la sarcopenia du- rante la fase acuta di malattia (ano- smia, disgeusia, iporessia, disturbi co- gnitivi, depressione, ridotta mobilità, disfagia post-intubazione oro-trache- ale ecc.) sono spesso ancora presenti alla dimissione, per cui questi pazienti hanno difficoltà a riprendere una nor- male alimentazione e quindi rischiano di rimanere o ricadere in uno stato di malnutrizione che rende difficoltoso un adeguato percorso di riabilitazione fisica e funzionale. A tale proposito sono significativi i dati preliminari di un’indagine osser- vazionale prospettica tesa a valutare la prevalenza di malnutrizione nei soggetti in remissione clinica, tornati a domicilio dopo il ricovero ospeda- liero o curati a casa durante tutto il decorso della malattia. Sulla base dei risultati del Mini Nu- tritional Assessment (MNA), il 54,7 e 6,6% dei soggetti risulta rispettiva- mente a rischio di malnutrizione o francamente malnutrito. In particolare in un terzo dei casi vie- ne rilevata una perdita di più del 5% del peso corporeo iniziale, con una ri- duzione mediana di 2,3 punti dell’in- dice di massa corporea. Perdono più del 10% del peso corpo- reo iniziale soprattutto i soggetti cu- rati in ospedale rispetto a chi è stato Figura 3 – Pazienti COVID-19 con sintomi in fase acuta e durante il follow-up ( da Carfi A et al., JAMA 2020, mod.).

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