Toscana Medica - Agosto-Settembre 2021
T OSCANA M EDICA 6 / 2021 15 testatina qualità e prof sio e glicemia e del deposito di grasso addominale risentono della dimi- nuzione degli estrogeni e tendono a peggiorare. Dipendono, però, an- che da errori alimentari e dalla pro- pensione femminile verso la seden- tarietà che aumenta andando avanti negli anni. In questo senso posso- no essere considerati come fattori di rischio modificabile e quindi un campo dove l’aiuto del medico può essere cruciale per il benessere della paziente. Anche la tendenza all’ansia e l’instabilità dell’umo- re rispondono ai cambiamenti del clima estrogenico e colpiscono le donne con una frequenza doppia degli uomini; per questo le fluttua- zioni ormonali tipiche della transi- zione menopausale accentuano la suscettibilità agli eventi stressanti e agli stati d’ansia e di depressione nelle persone predisposte. L’invecchiamento nell’uomo sano si manifesta dopo i 60 anni e riguarda il metabolismo e i sistemi cardiocir- colatorio, neurologico ed endocrino come nella donna. L’uomo, però, è più soggetto a patologie come il diabete, l’ipertensione e le malattie cardiache e ai danni del fumo. In specifico, il diabete, l’ipertensione e il fumo hanno un’azione diretta sull’endotelio vascolare e lo danneg- giano in maniera sinergica quando sono associati in uno stesso indivi- duo. Il loro meccanismo d’azione si esplica attraverso la ridotta capacità del vaso di dilatarsi e di assumere ossigeno dai polmoni. Alla minor disponibilità di ossigeno seguono la sofferenza ipossica di tutti i tessuti e organi irrorati da questo sangue im- poverito e il danno cardiovascolare. In particolare, la relazione tra ma- lattia cardiovascolare e disfunzione erettile passa per il danno a carico dell’endotelio che riduce la produ- zione di ossido nitrico e la capacità del vaso di dilatarsi. L’erezione che modifica i genitali maschili in rispo- sta allo stimolo erotico ha bisogno di un sistema neurologico integro e di una produzione di ormoni andro- geni adeguata, ma nell’ultima fase è principalmente un fenomeno su base vascolare. Per questo motivo, sociale e per l’attività lavorativa. Quando capitano di notte, alterano la qualità del riposo con stanchezza, nervosismo e difficoltà di concen- trazione. L’atrofia peggiora la funzionalità dei genitali esterni e degli organi pelvi- ci. Si istaura in modo lento e gra- duale, riguarda mucosa, muscoli e legamenti e va avanti nel tempo con un impatto negativo sia sul benes- sere che sulla sessualità. La mucosa atrofica perde la capacità di mante- nere il pH vaginale e di difendersi contro batteri e miceti; per questo le vaginiti sono comuni nelle signore d’età. La riduzione degli estrogeni indebolisce i legamenti e i muscoli del pavimento pelvico, che sono le strutture di sostegno di utero e ve- scica; da qui originano l’incontinen- za urinaria e il prolasso dell’utero, anch’esse condizioni ben note. L’as- sottigliamento atrofico della muco- sa di rivestimento dei genitali com- porta una riduzione della capacità funzionale con perdita di elasticità e di lubrificazione, qualità essenzia- li per una sessualità attiva. Quando i tessuti diventano meno elastici e la mucosa non produce una lubrifica- zione sufficiente, la penetrazione si fa difficoltosa, dolorosa o del tutto impossibile. L’alterazione dei tes- suti avviene lentamente ma è ine- vitabile nel lungo periodo. A dare un quadro più o meno precoce o più o meno grave concorrono tanti fattori: l’età alla menopausa, lo stato di salute generale e l’assetto gene- tico. Anche lo stile di vita sessuale, cioè la frequenza dei rapporti, ha importanza per il mantenimento di queste funzioni. Infatti, il siste- ma “vagina” è mantenuto in attività dalla risposta erotica che produce la lubrificazione e dalla penetrazione che stimola i tessuti elastici. L’osteoporosi è una condizione pro- gressiva e rappresenta una patolo- gia importante nell’età avanzata; trova il suo inizio nella ridotta pro- duzione di estrogeni che rallenta la fissazione del calcio nelle ossa e indebolisce la struttura trabecolare. La regolazione del profilo lipidico, della pressione sanguigna, della vascolare, che sostiene erezione e lubrificazione. Le differenze tra uomo e donna sono influenzate non solo dai pro- cessi biochimici, ma anche da con- dizionamenti culturali che mediano fattori quali l’esposizione al rischio, la percezione dei sintomi, il ricorso alle cure e l’aderenza alle terapie. In particolare, la suscettibilità per il rischio cardiovascolare rimarca la relazione tra fisiologia e stile di vita, che è diversa fra uomini e donne e che include elementi socioculturali come la nutrizione, l’attività fisica, il fumo e lo stress psicosociale che, in linea di massima, giocano a sfavore dell’uomo. Dall’altra parte, alla me- nopausa è associato un aumento del rischio cardio vascolare per il quale il clima estrogenico dell’età ferti- le aveva garantito protezione. Per questa ragione, la menopausa pre- coce è riconosciuta come un fatto- re di rischio per eventi come ictus o infarto che colpiscono le donne dopo i 70 anni, mentre il danno co- ronarico è il più frequente per uo- mini di tutte le età. Le differenze di genere Per vedere cosa succede con l’invec- chiamento, possiamo partire dalla menopausa. Si presenta a un’età media di 52 anni, è caratterizzata da una diminuzione nella produzione degli estrogeni e rappresenta una specie di spartiacque endocrino per le donne; però i meccanismi veri e propri dell’invecchiamento che ri- guardano il sistema cardiocircolato- rio e il metabolismo si presentano alla fine della VI decade, quando per convenzione inizia la vecchiaia. La ridotta produzione di estrogeni in menopausa si riflette sul funzio- namento degli organi bersaglio: il sistema vasomotorio, il basso tratto genitale e il metabolismo osseo. Il malfunzionamento di questi sistemi e apparati dà rispettivamente le cal- dane, l’atrofia genitale e l’osteopo- rosi che si manifestano in tempi di- versi: precocemente, entro qualche anno e in modo tardivo. Le caldane sono un effetto vasomo- torio molto disturbante per la vita
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