Toscana Medica - Agosto-Settembre 2021

6/2021 T OSCANA M EDICA 16 testatina quali à e professione migliora l’efficacia contro il dolore sessuale da atrofia. L’urologo cura la difficoltà erettile su base organica con la sommini- strazione di farmaci orali o tran- suretrali, con le iniezioni intraca- vernose oppure con interventi più complessi. La terapia sessuale Non sempre l’intervento medico è sufficiente a risolvere le diffi- coltà del comportamento sessuale perché non può curare il senso di inadeguatezza e l’aspettativa del fallimento che accompagnano la disfunzione organica e neppure i conflitti relazionali. Tanto più l’inef- ficacia dei farmaci è provata quando manca una patologia e la causa ri- siede in un disagio psicologico nei confronti della sessualità o nella difficoltà di accettare se stessi come partner desiderabili. Qui si entra nel campo della terapia sessuale che interviene sulla disfunzione con esercizi mirati per modificare il comportamento disfunzionale e ricreare interazioni intime emotiva- mente soddisfacenti. Gli interventi di terapia sessuale comportamenta- le si possono proporre a coppie che mantengono un legame emotivo nonostante le difficoltà sessuali. In corso di terapia spesso vediamo che la relazione intima migliora perché si rimuovono gli ostacoli che impe- discono di esprimere amore. Com’è ovvio, l’armonia promuove e rinforza l’esperienza della sessualità e la sod- disfazione emotiva. Per l’importanza che gioca l’equilibrio diadico, non è auspicabile proporre un intervento di terapia sessuale in coppie che hanno una relazione ostile, quando c’è risentimento o rifiuto del part- ner o quando, pur senza un’ostilità evidente, c’è indifferenza. In questi casi, è indicato un intervento di psi- coterapia per rendere consapevole la coppia dei conflitti alla base delle interazioni negative. annaghizzani@gmail.com Che cosa può fare il medico? Le patologie che incidono sul siste- ma cardiocircolatorio sono conside- rate fattori di rischio modificabili perché rispondono ai cambiamenti di stile di vita. Purtroppo è difficile che una persona riesca a cambiare abitudini senza aiuto. Chi la può consigliare con autorevolezza sulle scelte per il benessere e la sessua- lità è il medico di famiglia che co- nosce lo stato di salute, lo stile di vita e l’ambiente familiare e che può inquadrare al meglio un pro- blema. Bisogna però riconoscere che parlare di sessualità con il pro- prio medico non è facile perché la tanta familiarità può costituire un deterrente. Pensiamo all’esisten- za di una relazione extraconiugale o a un comportamento intimo che non si vogliono rivelare, pensiamo al medico che si sente inopportuno ad affrontare per primo un argo- mento delicato oppure a un certo divario d’età: la persona d’età ver- so il medico giovane, l’adolescente verso quello più anziano. L’argo- mento della sessualità può essere affrontato più facilmente da uno specialista come il ginecologo o l’urologo perché è consequenziale agli argomenti che trattano. Infat- ti, è del tutto pertinente far seguire alla visita urologica o ginecologica una domanda come “va tutto bene ai rapporti?” Una frase semplice da parte del medico che potrebbe es- sere cruciale per aiutare il paziente a superare il suo imbarazzo e otte- nere l’aiuto di cui ha bisogno. Per mantenere la capacità sessua- le, il ginecologo cura il trofismo del basso tratto vaginale e ha mol- ti strumenti a sua disposizione: i farmaci locali, la terapia ormonale sostitutiva, i SERM specifici per i genitali esterni e le nuove terapie fisiche per la ricostruzione dell’epi- telio vaginale. A questi si aggiunge il dilatatore vaginale che è usato in Medicina Sessuale per risolvere le difficoltà di penetrazione in disfun- zioni senza causa organica apparen- te, come sono il vaginismo e la vulvo vestibolite (o vulvodinia). La sua as- sociazione con i farmaci specifici ne ci dobbiamo aspettare che nei pa- zienti con una patologia predispo- nente la funzione sessuale sia col- pita più di quanto sarebbe normale aspettarsi per l’età. I cambiamenti endocrini nell’uomo non sono segnalati da un evento macroscopico come la menopausa, ma il sistema coinvolto è sempre l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi che regola la produzione degli estroge- ni e quella degli androgeni. A dif- ferenza della donna, per la quale la produzione di estrogeni rimane stabile fino alla pre-menopausa, nell’uomo la riduzione di picco- le quote di testosterone (1% an- nuo) inizia intorno ai quarant’anni, molto tempo prima dei fenomeni dell’invecchiamento che arrivano nella VI decade. Il testosterone ha un impatto positivo su vari aspet- ti del benessere e della sessualità maschile. Sostiene la capacità eret- tile, il desiderio sessuale, l’orgasmo e la soddisfazione erotica, oltre al senso soggettivo di benessere e aspetti metabolici come il trofismo della massa muscolare e la forza fi- sica che si riducono quando viene a mancare; lo stesso succede alla capacità cognitiva mentre peggio- rano condizioni negative come la sarcopenia, la rarefazione ossea e l’anemia. Caratteristica di estrogeni e te- stosterone è di essere prodotti in maniera ciclica, con il manteni- mento di un certo ritmo nell’u- nità di tempo. A differenza degli estrogeni che sono liberati con un ritmo circa mensile, gli androgeni lo sono giornalmente con un ritmo circadiano che manca nell’invec- chiamento: si perde il picco della mattina e le concentrazioni non va- riano nell’arco della giornata. Que- sto è il secondo fattore che, insie- me alla ridotta quantità, influenza negativamente la funzione sessuale anche se le ampie variazioni tra in- dividui suggeriscono che lo stato di salute generale, la presenza di ma- lattie croniche e la qualità della re- lazione di coppia giochino un ruolo per la vita sessuale anche in questa fascia d’età.

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