Toscana Medica - Agosto-Settembre 2021
T OSCANA M EDICA 6 / 2021 19 testatina opinioni a confronto come dimostrato dalla virtuale assen- za degli episodi di malessere, ipoten- sione e aritmie cardiache frequen- temente riscontrati al termine delle sedute emodialitiche. Da non trascurare infine il fatto che la dialisi peritoneale, rispetto all’emodia- lisi, è più economica, presenta risultati clinici sovrapponibili e garantisce un più lungo mantenimento della diuresi e della funzione renale residua. RUSSO - A oggi circa il 10% della po- polazione dialitica italiana ricorre alla dialisi peritoneale, metodica come già detto prettamente domiciliare gestita direttamente dal paziente o da un ca- regiver . Attualmente nella comunità nefrologica prevale l’orientamento di proporre la dialisi peritoneale come primo trattamento della malattia re- nale cronica in fase terminale per i numerosi vantaggi clinici e sociali che presenta, alla luce anche del risultato di numerosi studi che hanno dimo- strato che i tassi di sopravvivenza dei malati in dialisi peritoneale sono su- periori a quelli delle persone in tratta- mento emodialitico. Tra i principali vantaggi della terapia peritoneale meritano di essere ricorda- ti la già citata capacità di conservazione per lunghi periodi di tempo della fun- zionalità renale residua, la stabilità car- diovascolare intradialitica che la rende particolarmente indicata nei soggetti con malattie cardiache croniche, la salvaguardia del patrimonio vascolare non utilizzato per la creazione delle fi- stole arterovenose e la complessiva mi- gliore qualità della vita che, in assenza delle limitazioni imposte dagli orari dei trattamenti ospedalieri, ben si concilia con il lavoro, la frequenza scolastica e le normali attività di tutti i giorni. Le controindicazioni della dialisi peritoneale sono rappresentate es- senzialmente dalla compromissione eventuale dell’integrità del peritoneo a causa di interventi chirurgici addo- minali e le difficoltà all’autogestione del trattamento. Quest’ultimo aspet- to è purtroppo sempre più frequente a causa del progressivo invecchia- mento della popolazione dialitica la cui età media, all’inizio del tratta- mento, si attesta intorno ai 70 anni. MICHELASSI - La membrana depu- rativa nel processo di emodialisi è artificiale e situata nell’apparecchio per dialisi all’esterno dell’organismo. Nel caso invece della dialisi perito- neale la membrana depurativa è il peritoneo del paziente al cui interno scorrono i vasi capillari. In pratica è inserito nell’addome del paziente un catetere a permanenza attraverso il quale viene caricata nella cavità ad- dominale la soluzione dialitica che è lasciata in situ per un intervallo di tempo determinato durante il quale avvengono gli scambi depurativi tra il sangue dei capillari peritoneali e la suddetta soluzione dialitica. Trascor- so il tempo necessario la soluzione viene scaricata all’esterno e sostituita con altra “pura” fino a completamen- to dell’intero processo. Esistono due tipi di dialisi peritonea- le, quella manuale (CAPD, Continuo- us Ambulatory Peritoneal Dialysis ) e quella automatica (APD, Automated Peritoneal Dialysis ). Nell’esecuzione della prima sono previste semplici manovre (da 1 a 4 volte al giorno) che il paziente effettua nelle ore diurne, rimanendo libero di compiere le nor- mali attività quotidiane tra una ma- novra e l’altra. La dialisi peritoneale automatizzata richiede invece l’im- piego di un particolare apparecchio, il cycler , che viene posizionato general- mente in camera vicino al letto. Pri- ma di coricarsi il paziente dispone sul cycler tutte le sacche necessarie e lo mette in funzione. Durante la notte, mentre la persona dorme, l’apparec- chio effettua in automatico tutti gli scambi dialitici prescritti fino al mat- tino successivo quando verrà spento. Questa metodica richiede un periodo di addestramento relativamente più lungo da parte del paziente che però, responsabilizzato alla gestione della propria dialisi, può disporre di tutta la giornata per le normali attività di so- cialità e lavoro. La dialisi peritoneale può essere util- mente impiegata anche in pazienti “fragili” perché rispetto al trattamen- to emodialitico attua una depurazione molto più graduale causando minore stress all’organismo in generale e sul sistema cardiovascolare in particolare, I metodi analitici si differenziano in base al tipo di membrana utilizzata per realizzare la funzione di depu- razione del sangue: nell’emodialisi la membrana è artificiale, mentre in quella peritoneale è appunto il peri- toneo a svolgere azione di filtro. Riduzione dei segni e sintomi dell’u- remia insieme a rapidità ed efficacia di azione rappresentano i principali vantaggi della dialisi, che si effettua generalmente in una struttura sanita- ria 3 volte alla settimana per una dura- ta di circa 3-5 ore. Le sue limitazioni più gravose sono rappresentate dalla necessità per il paziente di assumere farmaci, imparare nuove combina- zioni alimentari, limitare l’introito di liquidi. È inoltre necessario utilizzare degli aghi nei cui confronti alcuni sog- getti potrebbero presentare una forte avversione, la settimana deve essere necessariamente scandita in base agli orari delle sedute e il centro di dialisi potrebbe essere distante dall’abitazio- ne del paziente. Assolutamente poi da non sottovalutare la possibilità che il malato non disponga di un patrimonio vascolare adeguato al confezionamen- to dell’accesso per il trattamento. La dialisi peritoneale, che si esegue generalmente a casa quotidiana- mente, presenta i seguenti vantaggi: attenua i sintomi dell’uremia, man- tiene più a lungo la funzione rena- le residua, ha ripercussioni meno pesanti sull’organismo, permette di seguire una dieta meno rigida, libera il paziente dalla presenza ob- bligatoria in ospedale, rendendogli più agevole lo svolgimento di viaggi e impegni di lavoro. Gli svantaggi sono essenzialmente rappresentati da: presenza a perma- nenza di un catetere inserito nel- la cavità addominale, possibilità di comparsa di peritonite, necessità di assumere farmaci e di far entrare il trattamento dialitico nella gestione della normale routine di ogni giorno. Concludo sottolineando un concet- to importante: quando la condizio- ne clinica del paziente lo consente, emodialisi e dialisi peritoneale sono intercambiabili o meglio riescono a garantire un’efficacia dialitica sostan- zialmente sovrapponibile.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=