Toscana Medica - Agosto-Settembre 2021

T OSCANA M EDICA 6 / 2021 25 testatina qualità e prof sio e è rappresentata da bambini piccoli che, in assenza di sintomi, possono eliminare il virus con la saliva e le urine per pe- riodi prolungati. Il virus può essere tra- smesso anche per via verticale durante la gravidanza e tale evento è associato a un rischio variabile di sequele perma- nenti nel nascituro. In particolare, in caso di infezione primaria contratta in gravidanza il rischio di trasmissione ma- terno-fetale è di circa il 30-40%mentre in caso di infezione non-primaria (ov- vero riattivazione o reinfezione) la tra- smissione si ha in meno del 2% dei casi. Quali sono i quadri clinici dell’infezione post-natale e congenita? Nell’individuo immunocompetente l’infezione primaria è caratterizzata da un quadro clinico completamente si- lente o meno frequentemente da una sindrome simil mononucleosica o una febbre aspecifica associata o meno a blandi sintomi respiratori. Gli esami ematici possono talora mostrare linfo- monocitosi e ipertransaminasemia. Le caratteristiche del virus fanno sì che siano possibili riattivazioni (talvolta an- che molto gravi negli immunodepressi) e reinfezioni che nella maggior parte decorrono in assenza di sintomi. In caso di trasmissione verticale l’infezione con- genita può essere asintomatica o deter- minare dei sintomi transitori alla nascita o ancora determinare sequele perma- nenti nel bambino quali sordità neuro- sensoriale, deficit neurologici e visivi. Il rischio di sequele permanenti si aggira intorno al 20-25% in caso di infezione primaria contratta dalla madre durante la gravidanza (soprattutto nel primo tri- Come si trasmette l’infezione da CMV? L’infezione da citomegalovirus (CMV) si trasmette principalmente per contatti interpersonali diretti o indiretti in cui si abbia scambio di saliva o altri liquidi bio- logici. Una frequente fonte di infezione mestre) mentre il rischio è inferiore in caso di infezione non-primaria. Qual è il ruolo dei test diagnostici per CMV in gravidanza? A differenza di altre malattie del grup- po TORCH, al momento in Italia non è previsto uno screening sierologico per CMV in gravidanza in quanto, fino a poco tempo fa, non erano disponibili dati convincenti riguardanti interven- ti terapeutici efficaci. Ciò nonostante, non di rado la sierologia viene prescritta durante la gravidanza sia in donne asin- tomatiche (cosiddetto “ screening spon- taneo” su donne a rischio di contagio quali insegnanti di asilo nido, mamme con bambini di età inferiore ai 2 anni o su donne senza fattori di rischio) che in caso di sintomi o alterazioni bio-umorali o ecografiche sospette. Le donne che nel primo trimestre presentano IgG positive e IgM negative (in Italia circa il 40%delle gestanti) non sono considera- te ad aumentato rischio in quanto pre- sentano un rischio personale molto bas- so di poter sviluppare una reinfezione o riattivazione nel corso della gestazione. In questo caso sono consigliati solo i controlli di routine . Le gestanti con sie- rologia negativa (IgG e IgM negative) non hanno mai contratto l’infezione da CMV e potrebbero acquisirla durante Con una prevalenza stimata attorno allo 0,7% alla nascita, l’infezione congenita da citomegalovirus rappresenta un’importante causa di sordità neurosensoriale e altri deficit neurologici permanenti. Recenti studi indicano che il trattamento con valaciclovir in gravidanza può essere utile nel ridurre il rischio di trasmissione materno-fetale e la percentuale di infezioni sintomatiche alla nascita tanto che AIFA ha deliberato l’inserimento del farmaco nell’elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (secondo legge 648/96). Questi dati impongono una seria riflessione da parte dei decisori sull’opportunità di introdurre uno screening sierologico universale in gravidanza. Parole chiave: citomegalovirus, valaciclovir, off-label , gravidanza, screening Citomegalovirus in gravidanza: inserimento di valaciclovir in legge 648/96 e possibile screening universale di Michele Trotta, Lorenzo Zammarchi con la collaborazione di: Beatrice Borchi, Irene Campolmi, Giulio Capecchi, Mariarosaria Di Tommaso, Viola Seravalli, Lucia Pasquini, Luisa Galli, Alessandra Ipponi, Alessandro Bartoloni Michele Trotta È specialista in Malattie Infettive, Allergologia e Immunologia Clinica e in Dermatologia e Venereologia. Attualmente è Dirigente Medico presso la SOD Malattie Infettive e Tropicali dell’AOU Careggi, Firenze. È fondatore, responsabile e referente del Centro di Riferimento per la Regione Toscana per le Malattie Infettive in Gravidanza Lorenzo Zammarchi Centro di Riferimento Regionale per la Regione Toscana per le Infezioni in Gravidanza, Firenze. SOD Malattie Infettive e Tropicali, AOU Careggi, Firenze. Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi di Firenze

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