Toscana Medica - Agosto-Settembre 2021

T OSCANA M EDICA 6 / 2021 5 testatina le copertine di toscana med c che è pronto a inviare propri medici a controllare. Di questo sopralluogo ci è pervenuto l’ultimo atto: la lette- ra che il 18 giugno 1593 gli ufficiali inoltrano al Sovrano e nella quale si legge: “Habbiamo trovato no’ esse- re cosa alchuna ma solo essere stata una chavata del medico residente in detto luogo, al quale habbiamo fat- to intendere per via ordinaria che comparisca dinanzi a noi et nostro Magistrato per dimostratione di che maniera deve procedere in simili occasioni e che renda ragione della voce da lui divulgata”. Un falso allarme, dunque, e l’esi- to felice non distoglie dal doverlo considerare un atto grave. Non è l’accusa di aver errato la diagnosi a essere fulcro della vicenda, ben- sì l’aver agito di testa propria. Ecco perché quel medico deve comparire dinanzi al Magistrato: lo si deve non solo redarguire ma, soprattutto, ca- techizzare su come deve procedere in simili questioni. La qualcosa va letta fra le righe: a te il compito di una diagnosi corretta, a noi (organo statale competente) l’onere di sce- gliere il modo di gestire e divulgare quella diagnosi, qualunque essa sia, secondo le forme che via via appari- ranno essere le più idonee. Nulla ci è dato di sapere sulla sor- te di quel medico incauto (o for- se lungimirante?); tuttavia, il suo nome non compare negli anni suc- cessivi quale “medico del luogho di Scarperia”. dianadionisio@tiscali.it toferraio dopo averne corrotte le guardie. Già da tempo Firenze ha dovuto chiudere anche le sue fron- tiere ai commerci con la Valtellina e la Terra dei Grigioni invase dal- la pestilenza. Il 1592 è l’anno della violenta epidemia che dall’Isola di Candia si allargherà a Malta, alla Sicilia, all’Inghilterra per giungere, nell’anno successivo, a interessare decisamente le città italiane di Mi- lano, Ferrara, Parma, Venezia. È dunque uno Stato accerchiato, in allerta, quello toscano di questo momento. La sua attività preventiva contro l’epidemia va di pari passo con l’esigenza di salvare l’immagine di estraneità a quel “mal di conta- gio” che, colpendo l’Elba, ha getta- to sospetto sull’intero Stato come già inizia a trapelare da alcune ri- chieste di ragguagli sanitari che go- verni confinanti reclamano. Per questi motivi non può tollera- re nessuna “cappellata” individuale come, ad esempio, quella di cui è protagonista un povero medico di Scarperia di cui Firenze viene a co- noscenza per il suo prodigarsi a in- formare i compaesani che sta curan- do un malato di peste nell’intento di metterli in guardia dal frequentare la casa infetta. Tale notizia giunge nella capitale suscitando allarme. La naturale barriera degli Appenni- ni, schermo ideale protettivo contro qualsiasi ingresso indesiderato nel Granducato, è stata superata: quella Terra è già contado fiorentino. Ferdinando I dei Medici si affretta a chiedere informazioni al Magi- strato di Sanità che non sa nulla ma Emblematica la missiva – tra l’adi- rato e l’ironico – che la Repubblica di Lucca invia a Firenze nell’agosto del 1630: “Non possiamo negare che la lettera delle SS. VV. di questa settimana non ci habbia apportato notabilissimo disgusto e messoci in gran pensiero e travaglio perché se bene […] si dicano che le malattie che sono nella città loro sono ca- gionate da patimenti, nondimeno sogiungono che per lo più sono pe- tecchie con qualche bolle, ma no reputata però contagiosa guaren- done di molti. Questi nostri medici ci assicurano che mentre vi siano le petecchie con le bolle dubitano che no’ possa esser mal contagioso […]. Crediamo che sia anche interesse delle SS. VV. che il male si allar- ghi meno che sia possibile, così le preghiamo a’ significarci con quella sincerità che è propria di loro me- desimi, sullo stato che si trovano cotesti malati”. La disinformazione colpisce soprat- tutto il popolo. Si tenta di tenerlo all’oscuro fin tanto che si può pro- prio per non fomentare quella cir- colazione di “sentito dire” che, tut- tavia, non si riesce mai del tutto a precludere. Il 1592 è per Firenze un anno difficile: già dal febbraio Livorno e Portoferraio devono vie- tare l’attracco ai vascelli provenienti dalla Catalogna, e da Marsiglia; ciò nonostante, nel giugno di quello stesso anno la peste sbarca all’iso- la d’Elba condottavi dalla Santa Maria, una nave proveniente da Alicante che ha eluso la quarante- na attraccando di nascosto a Por- SITO INTERNET DEDICATO A “TOSCANA MEDICA” È attivo e online il sito internet che l’Ordine di Firenze dedica interamente a “Toscana Medica”, la prestigiosa rivista fondata nel 1983 da Giovanni Turziani, che adesso si presenta ai lettori anche con questa nuova “veste”: un sito tematico che raccoglie gli articoli pubblicati su ogni numero, organizzati in rubriche e facilmente consultabili, stampabili, linkabili e ricercabili per diverse chiavi di ricerca. Ovviamente non manca l’offerta della rivista “per intero”, in formato PDF o sfogliabile, con la veste grafica identica all’ori- ginale cartaceo, che può essere consultata a video, salvata in locale o stampata. Tutti i nostri lettori sono invitati a consultare il sito www.toscanamedica.org del quale si auspica verranno apprezzate la facile fruibilità (è ottimizzato anche per tablet e smartphone ) e la chiarezza della struttura e dei contenuti. Naturalmente in attesa di suggerimenti e idee migliorative, che saranno i benvenuti! Info: m.marongiu@omceofi.it

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