Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

T OSCANA M EDICA 5 / 2021 13 testatina qualità e prof sio e fioso, il “clandestino”), contro il qua- le lo Stato possa ergersi a protezione dei cittadini “onesti”, bensì un virus di cui ognuno può essere vettore. Il contrasto normativo cui si è fatto ri- corso ha perciò assunto tratti inediti e sconvolgenti, risolvendosi nella li- mitazione delle libertà di chiunque a salvaguardia di tutti . Vero è che si è toccato con mano, come mai prima d’ora, il significato di un dovere di “solidarietà” (art. 2, Costituzione), che potremmo tra- durre nel più icastico concetto di interdipendenza . Nel corso di una pandemia, infatti, le più banali azioni impattano in modo esponenziale sulla salute e la vita proprie e altrui; al mor- bo, che fa scorribanda in popolazioni prive di specifica memoria immunita- ria, si può tagliare la strada solo coor- dinando e allentando armonicamente la complessa rete delle scelte e dei rapporti umani, frapponendo distan- ze e ostacoli (i divieti di circolazione, frequentazione e assembramento, le mascherine, l’igiene, il plexiglass). Un’immane impresa biopolitica, dun- que, a cui serve la funzione regolato- ria del diritto, il quale (Corte costi- tuzionale, n. 37/2021), entro i limiti logici e cronologici dell’emergenza , deve poter reagire duttilmente al re- pentino mutare delle condizioni nel tempo e nello spazio, svincolandosi dalle farraginosità della legge ordi- naria, per operare invece mediante decreti-legge (sottoposti a posteriori a controllo parlamentare) che preve- dano in generale misure rimesse poi all’attuazione tecnica di ancor più agili provvedimenti (i dpcm, le ordinanze). I giuristi non abbassino la guardia: una legislazione per l’emergenza può farsi facilmente incerta e arbitraria nel sacrificare altri beni, disfunzionale o sproporzionata rispetto allo scopo. Difficile, però, risulta individuare i corretti parametri di un controllo di costituzionalità. Sembra quasi che i Costituenti, nonostante il ricordo dell’influenza spagnola, non avesse- ro messo in conto un’esperienza così totalizzante. “Motivi di sanità” sono evocati, nella Carta, per limitare il di- ritto di circolazione (art. 16), ma che dire delle quarantene (generalizzate, per chi sia attualmente “positivo”, per chi con questi o con un focolaio epi- demico sia entrato in contatto), che ancora prima sembrano aggredire la libertà personale di cui tratta l’artico- lo 13? Secondo questa norma, infatti, ogni restrizione della libertà (si hanno in mente, primariamente, restrizioni “penali”, stigmatizzanti e coerciti- ve) deve essere non solo legalmente predeterminata (e a tal fine i decre- ti-legge basterebbero), ma anche de- clinata persona per persona con un atto motivato dell’autorità giudiziaria, o comunque subito sottoposta alla convalida di un giudice. Una “giuri- sdizionalizzazione” ex ante non previ- sta per le misure anti-COVID, rileva criticamente ad esempio il Tribunale di Reggio-Emilia, che perciò disappli- ca i dpcm. Tale mancanza, tuttavia, è confacente alla logica di dette misure: quale vaglio garantistico caso per caso dovrebbe mai compiere il giudice, quando il motivo della restrizione stia in una valutazione epidemiologica per aree geografiche e per classi di popo- lazione? E quando detto motivo sia dato dal referto di un tampone, quale discrezionalità dell’autorità ammini- strativa dovrebbe mai essere urgen- Quarantene, restrizioni, obblighi vaccinali: equilibri tra libertà e salute pubblica nell’era della pandemia di Antonio Vallini Antonio Vallini Professore ordinario di Diritto Penale, Università degli Studi di Pisa Non un nuovo prodotto di narrazio- ni politiche che blandiscono le per- cezioni di insicurezza dell’opinione pubblica, neppure l’ennesimo loca- lizzato cataclisma che, presto esau- rito, impone di riparare i danni e di tutelare le vittime. Ci confrontiamo, oggi, con un disastro globale, dina- mico, persistente e potenzialmente ingravescente. Ne è causa non un qualche deviante (il terrorista, il ma- “La sanità è intimamente intrecciata con la cultura, la politica e l’economia; ogni cosa in sanità è quella che è – un modo di allocare le risorse, di curare i malati, di cercar di capire le basi scientifiche della malattia e della cura – e anche qualcosa d’altro. La sanità è simbolica. Significa cose diverse per diverse persone, così che non si può definire in modo esclusivamente razionale” John Lantos, Riformare la sanità americana , Arco di Giano 15, 1997

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