Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

T OSCANA M EDICA 5 / 2021 19 testatina qualità e prof sio e la sanità e il dipartimento a esse depu- tato. La loro stessa efficacia e ancora prima la promozione della salute tran- sitano, infatti, dall’impegno integrato e diffuso della società intera. Tuttavia, il dipartimento di prevenzione può, tramite la sua articolazione organiz- zativa e la specifica formazione dei suoi professionisti, candidarsi a essere un prezioso punto di riferimento . La pandemia, stressando il sistema, ha messo crudamente in evidenza la ne- cessità di rafforzare le connessioni tra i diversi attori e segmenti operativi. È infatti un tema che investe prepotente- mente il territorio e reclama sinergie, con le società della salute, con i corpi sociali, con i diversi presidi assistenzia- li, con i medici e i pediatri di famiglia e con le loro espressioni organizzative. Non è più perciò – se mai lo è stato – il tempo di piantare paletti per presidia- re i confini. È il tempo delle sinergie e ancora di più delle alleanze. Ma, per un tale fine, sarà determinante poter contare su una committenza autorevo- le e determinata. rnzberti@gmail.com “Ed ecco che il giorno seguente, mentre appunto regnava quella presuntuosa fiducia, anzi in molti una fanatica sicurezza che la processione dovese aver troncato la peste, le morti crebbero in ogni classe, in ogni parte della città, a un tal eccesso, con un salto così subitaneo, che non ci fu chi non vedesse la causa o l’occasione nella processione medesima” Alessandro Manzoni, I promessi sposi , cap. XXXII “La pandemia ha messo in crisi le nostre false sicurezze ed è apparsa evidente l’incapacità dei governi di agire insieme. Desidero tanto che, riconoscendo la dignità di ogni persona, possiamo far rinascere un’aspirazione mondiale alla fraternità” Papa Francesco, Laudato si’ “Confida poi il prelodato Monsignor Vescovo che da qui innanzi cesseranno le cosiddette Processioni di Penitenza, le quali, mentre da una parte sono edificantissime e commoventi, fatte in ore pericolose e a piedi denudati, non possono non produrre dei mali corporali assai gravi, avendoci purtroppo l’esperienza dimostrato che molti, i quali hanno inopportunamente praticato simili devozioni, sono rimasti colpiti dal morbo micidiale” Da una Notificazione del Vescovo di Livorno durante l’epidemia di colera del settembre 1835

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