Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

T OSCANA M EDICA 5 / 2021 33 testatina qualità e prof sio e protraggono per mesi dopo la gua- rigione clinica. In Gran Bretagna a dicembre 2020 sono state rilasciate da NICE le Linee Guida sull’inqua- dramento e il trattamento degli ef- fetti a lungo termine di COVID-19. Nel documento viene definito “sin- drome post-COVID-19” l’insieme dei sintomi persistenti nelle 12 set- timane successive alla guarigione e “Long COVID-19” oltre le 12 setti- mane. Di fatto, nell’uso corrente, la tendenza è di identificare con il ter- mine “Long-COVID-19” l’insieme di sintomi e/o esiti a distanza della malattia . Al momento non è noto chi è a maggior rischio di sviluppa- re Long-COVID-19: non sono state messe in evidenza relazioni con la gravità della fase acuta dal punto di vista sia fisico che psicologico e alcu- ni autori si sono chiesti se potrà es- sere identificata una nuova malattia con una distinta fisiopatologia. Una recente – e al momento uni- ca – metanalisi di studi che hanno valutato i sintomi dopo ricovero per COVID-19 ha incluso casistiche molto disomogenee per consisten- za numerica, decorso in fase acu- ta, età, momento della rilevazione: l’età era compresa tra 17 e 87 anni, il tempo di follow-up tra 14 e 110 giorni dopo l’infezione. Questi ele- menti rendono di difficile interpre- tazione i dati riportati. Tuttavia è interessante notare che nella distri- buzione per frequenza dei sintomi, la fatigue risulta nettamente il più riferito (quasi 60%), seguito dalla cefalea (oltre il 40%) . I dati raccolti dalla analisi delle ri- sposte al questionario telefonico ef- fettuato a distanza di 1 mese dalla dimissione da AOUC permettono alcune considerazioni. Sono sta- te raccolte informazioni relative a 970 pazienti: il 3,5% erano deceduti dopo la dimissione, 1,7% hanno ri- fiutato l’intervista, 2% hanno avuto un nuovo ricovero, 4,6% erano ir- reperibili, 10,3% si trovavano ospiti in struttura assistenziale o non in- tervistabili per barriera linguistica. Le risposte sono relative quindi a 755 soggetti. Nella Tabella I è ri- portata la prevalenza dei sintomi al momento dell’intervista, che sostan- zialmente ripete la distribuzione os- servata in precedenza su casistiche più limitate. Nella Figura 3 si può osservare quanto è stato riferito in relazione alle attività svolte dopo il rientro a domicilio: si evidenzia come nel primo mese solo poco più della metà dei pazienti avesse ri- preso le abituali attività quotidiane all’interno della propria abitazione. Un dato del tutto originale riguarda invece la persistenza dei sintomi nel corso del tempo. Nella Figura 4 è rappresentata la prevalenza dei sin- tomi riportata dai 230 pazienti per i quali al momento attuale è disponi- durata della degenza ospedaliera o ad alterazioni significative degli esa- mi del sangue. Solo l’età era risulta- ta associata a un rischio leggermente più elevato di sequele da infezione da SARS-CoV-2. Anche altri studi, che hanno analizzato la persistenza dei sintomi sia in soggetti ospedalizzati che non ospedalizzati, hanno dimo- strato che le manifestazioni a distanza risultavano sostanzialmente equiva- lenti indipendentemente dal setting di cura in fase acuta. Uno degli aspetti di maggiore at- tualità negli ultimi mesi è relativo alla persistenza dei sintomi, che si Figura 3 – Attività svolte nel primo mese dopo il rientro a domicilio su 755 interviste (consentite più risposte). Pazienti n. 755 Sintomo % Stanchezza/astenia/fatica 45 Tosse 21 Palpitazioni 14 Disturbi del sonno 34 Dolore toracico 10 Confusione mentale/ alterazioni percezione 20 Alterazioni dell’olfatto 15 Alterazioni del gusto 18 Affanno riposo/sforzo 41 Tabella I – Prevalenza dei sintomi a distanza di 1 mese dalla dimissione dopo ricovero per COVID-19. Proto- collo follow-up AOUC (questionario strutturato, consentite più risposte).

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