Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

T OSCANA M EDICA 5 / 2021 49 testatina qualità e prof sio e infatti riportano questa data quale inizio della medicina scientifica, che abbandona per sempre l’impostazio- ne epistemologica, basata sulla verità rivelata, ereditata da Galeno; è anche l’inizio di quella che sarà la sanità pubblica affidata ai laici, il cui fon- damento poggerà sul concetto della preservazione della salute collettiva. Si favoriva pertanto la sicurezza sa- nitaria, inserita nel più vasto campo della sicurezza sociale, un problema che si presentava già allora non solo medico ma politico. Anche la pandemia COVID-19 si sta oggi rivelando uno straordinario catalizzatore di trasformazioni, ac- celerando processi che si sarebbero realizzati probabilmente in tempi molto più lunghi. Basti pensare allo sviluppo della e-medicine , che sta rivoluzionando con il nuovo setting l’approccio clinico e introduce il tema centrale della interrelazione tra salute e sicurezza umana, poi- ché la sicurezza sanitaria sta alla base di tutte le altre dimensioni del vivere civile, quali la sicurezza eco- nomica, alimentare, ambientale, personale e politica. Una sicurezza sanitaria, dunque, che permette di ovviare anche sul piano etico agli stati di solitudine, precarietà e perdita di punti di rife- rimento, che denotano da sempre la vulnerabilità dell’individuo; una sicurezza sanitaria, che rende possi- bile l’intreccio di relazioni umane più autentiche, più stabili, capaci di dare senso a un universo sempre più pro- blematico e di guidare il mondo ver- so orizzonti di maggiore democrazia, giustizia, uguaglianza e progresso. La gestione “securitaria” della salu- te è conseguente alla tendenza a in- quadrare i problemi di sanità globale nella flessibile categoria delle nuove ed emergenti minacce alla sicurezza collettiva . È un approccio che si basa sul convincimento che la diffusione di malattie infettive altamente pato- gene possa minare le basi politiche, economiche e sociali degli Stati e, di riflesso, anche la stabilità di più ampie regioni del mondo. A tal pro- posito, i rapporti Human Security dell’ONU si sono spesso interessati di sicurezza sanitaria, mettendo così in evidenza che l’impatto multidi- mensionale e transnazionale delle minacce sanitarie richiede approcci umanitari integrati. L’OMS, da parte sua, ha auspicato che salute e sicu- rezza globale diventino obiettivi di coesione mondiale. Tra i determi- nanti sociali della salute, la crescita economica e la democrazia sono con- siderate due fattori capaci di svolge- re un ruolo di primaria importanza per le popolazioni. La crescita eco- nomica, infatti, è una precondizione necessaria per un migliore stato di salute, anche se è noto che i benefici a livello di popolazione si riducono quando la distribuzione del reddito è molto diseguale . Non solo: anche la governance democratica influenza gli esiti di salute attraverso una miglio- re capacità di risposta ai bisogni, in “Più comunemente la scarsità non è il risultato di una mancanza assoluta di una qualche risorsa in particolare, ma piuttosto la decisione di una società che non è disposta a rinunciare ad altri beni e benefici in quantità tale da eliminare quella scarsità” Guido Calebresi, Philip Bobbit, Scelte Tragiche , 1972 La sanità come sicurezza globale di Maurizio Benato Il concetto chiave è l’ambiente che promuove la salute piuttosto che la promozione della salute nell’ambiente M.B. Maurizio Benato Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Padova nel 1975. Allievo della Scuola Internistico- Metodologica padovana del professor Mario Austoni. Specializzato in Endocrinologia, Specializzato in Ginecologia e Ostetricia. Presidente OMCEO della Provincia di Padova dal 1996 al 2014. Vice presidente FNOMCeO dal 2006 al 2015. Delegato FNOMCeO presso il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB). Componente della Consulta Deontologica della FNOMCeO. Coordinatore scientifico, relatore e presidente di diversi simposi ordinistici nazionali e provinciali. È autore di numerose pubblicazioni di interesse etico-professionale Le cronache veneziane riportano che il 30 marzo 1348, con l’arrivo della “peste nera”, il Maggior Con- siglio, che affiancava il Doge nel governo della Repubblica, prese al- cune importanti decisioni. Da una parte richiamò i medici all’obbligo della frequenza alle lezioni di Ana- tomia e a incontri volti alla discus- sione degli eccezionali casi clinici che si presentavano in quei tragici momenti, dall’altra istituì i Tre Savi della Sanità, “tres sapientes […] qui examinent diligenter super omni modo et via quod udereter eis pro conservatione salutis”. La scelta cadde, per volontà della Dominan- te, non sui medici, come si potrebbe pensare, ma sui grandi commis di Stato di allora: Nicola Venier, Marco Querini, Paolo Bellegno. Venezia dunque precorreva i tempi. I testi di storia del pensiero medico

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