Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021
T OSCANA M EDICA 5 / 2021 5 testatina La confusione e il disorientamen- to regnano sovrani. Regnano tra la popolazione, che appare intontita da una comunicazione che si vuo- le “trasparente” (in teoria), ma che in realtà assomiglia sempre di più alle trenta pagine scritte fitte che ci propongono in banca ogni volta che apriamo un conto corrente, imbot- tita letteralmente di fiumi di dati interpretati in modi diametralmen- te opposti. Regnano però anche tra i medici, alcuni dei quali non mancano di rilasciare dichiarazioni basate sul nulla scientifico, perché – va detto subito – in così poco tempo è im- possibile in campo epidemiologico sia confermare, sia smentire con certezza che gli eventi avversi di cui tutti parlano (ovvero la trombosi venosa cerebrale nelle giovani don- ne, ad oggi 62 casi nel mondo di cui 44 in Europa, a fronte di decine di milioni di dosi somministrate) siano correlati da un rapporto di causa-ef- fetto con un certo vaccino anti-CO- VID-19 (non con altri?). Purtroppo, che ci piaccia o meno, queste sono le regole del gioco. Vous avez à choisir… Tempi di guerra, decisioni di guerra. Sembra passato un secolo – sono solo tre mesi – da quando siamo stati colti dall’entusiasmo per un vero e proprio miracolo scientifico: due, poi tre, e infine quattro (ma prossimamente molti di più) vaccini contro un nuovo virus mai circolato nella specie umana, resi disponibili in meno di un anno, con eccezionali dati di efficacia nei confronti della malattia (il 95% dopo due dosi per i vaccini a mRNA, meno per quello adenovirale, basato su adenovirus dello scimpanzé con DNA ingegne- rizzato). Si scopre però in seguito che si è fatta un po’ di confusione, e che quando le due dosi previste vengono date non a un mese, ma a tre mesi di distanza, i dati risultano altrettanto importanti: il 100% di ef- ficacia nel prevenire morti e ospeda- lizzazioni a partire da 22 giorni dopo la prima dose, il 76% di efficacia contro tutte le forme cliniche tra il ventunesimo giorno dopo la prima dose e il momento della seconda, in seguito alla quale la percentuale sale oltre l’80%, elevata produzione di ti- toli di anticorpi neutralizzanti dopo due dosi (importanti per l’immunità di gregge) e di cellule T già dopo la prima dose, senza differenze rile- vanti nelle diverse fasce di età. La scienza medica finora ha eliminato con il vaccino solo il vaiolo, e forse potrà eliminare la polio, ma dopo decenni e decenni di vaccinazioni. Si potrà controllare il COVID-19 abbattendo la letalità, ma eradicarlo non sembra un progetto per ora proponibile. Altresì l’allarme dipende dal numero dei morti, quindi diminuendo la letalità si potrà ricondurre la pandemia in una sfera socialmente accettabile. Tutto ciò nella speranza che il virus, al contrario, non divenga addirittura più aggressivo. È una sfida tra le competenze della scienza moderna e le abilità della tecnica contro un minuscolo organismo a mala pena vivente. A. P. COVID-19, vaccini, comunicazione: perché abbiamo bisogno di decisioni ragionevoli di Paolo Bonanni Paolo Bonanni Professore Ordinario di Igiene, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze Viviamo uno dei più colossali even- ti della storia: produrre e sommini- strare vaccini a qualche miliardo di persone in un anno o poco più. Nes- sun disastro è mai stato affrontato con tale dispendio di energie. Una vittoria della medicina che, tuttavia, ha costretto a misurarsi con le logi- che, le difficoltà, le incertezze, le de- lusioni della scienza e con l’intreccio tra sanità, economia, politica, mer- cato; la società con le sue molteplici e inestricabili sfaccettature. Nasce una diversa medicina alla quale però si pongono le antiche domande di guarigione. Un panorama complesso che tentiamo di illuminare in questa seconda parte della rivista. Antonio Panti qualità e professione
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