Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021
5/2021 T OSCANA M EDICA 50 testatina quali à e professione geno da un capo all’altro del pianeta nel giro di 24 ore e che l’espansione delle aree urbane o antropizzate ri- duce l’habitat delle specie da cui si originano i virus, costringendo gli animali selvatici a una coabitazione ravvicinata e forzata con l’uomo e con gli animali addomesticati (polli, suini, bovini). Anche i cambiamenti climatici e l’in- quinamento atmosferico giocano, a loro volta, un ruolo importante. I primi sono la causa dell’espan- sione di ambienti favorevoli alla proliferazione di insetti e altri animali, possibili veicoli di agenti patogeni, mentre l’in- quinamento atmosferico rende le persone mediamente più vulnerabili alle infezioni respi- ratorie, nel caso di zoonosi che si propagano per via aerea. In questo scenario, se non sa- remo in grado di innescare una inversione di tendenza nella crescita demografica umana e, soprattutto, di gestire il nostro rapporto con l’ambiente in ma- niera più sostenibile, le zoonosi infettive saranno destinate ad aumentare sempre di più nei decenni futuri. Sono dati che interpellano la politica, ma è anche compito della medicina generare una coscienza ecologica che possa sostituire la visione antropo- centrica attuale con una visio- ne biocentrica, in cui l’uomo non occupa più l’apice della crea- zione/evoluzione e di conseguenza non dispone più a suo piacimento del pianeta e dei suoi abitanti . Un pensiero che oggi, al di là delle im- mancabili differenze di posizione nel dibattito pubblico, “si basa sul concetto fondamentale che ciò che dobbiamo agli animali non-uma- ni non discende da considerazioni di tipo empatico o affettivo, ma da considerazioni di giustizia”. L’uomo ha sempre sottolineato la propria supremazia su tutti gli altri esseri viventi, creando così una divi- sione, oggi presente più che mai, tra se stesso e gli animali, tra il mondo naturale e il mondo culturale. Oggi fermentazione enterica (metano, prodotto e rilasciato dal bestiame durante la digestione) che nel 2011 ha rappresentato il 39% della quota totale di emissioni del settore, con un aumento dell’11% tra il 2001 e il 2011. Sono dati che auspicano un forte coordinamento tra politica, etica, salute e medicina. Un coordi- namento oggi ancora più richiesto, poiché stiamo combattendo contro una zoonosi determinata dal “salto di specie” ( spillover ) di un virus. È vero, si tratta di un fenomeno vec- chio di millenni, accentuato però dalle abitudini e dai comportamen- ti alimentari odierni e più facilitato rispetto al passato, dal momento che il numero di esseri umani sulla Terra sfiora ormai gli 8 miliardi, per lo più ammassati nei grandi centri abitati (55%), una quarantina dei quali ospitante oltre 5 milioni di individui. Non dobbiamo poi dimenticare che la tecnologia dei trasporti e il flusso quotidiano di persone che si spo- stano per motivi sia economici che turistici, rende teoricamente possi- bile il trasporto di un agente pato- particolare per i gruppi più svantag- giati. Da tempo si cerca di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sugli ambienti sociali e istituziona- li della vita quotidiana, dal modello di difetto della malattia ai potenzia- li di salute a essi correlati. In realtà permane ancora la tendenza ad as- similare la “promozione della salute nell’ambiente” con un “ambiente che promuove la salute” e questo malin- teso, in gran parte voluto, serve a perpetuare i noti programmi di intervento tradizionalmente focalizzati sull’individuo, inve- ce di considerare gli ambienti nel loro insieme e l’influenza di fattori di differenza culturale, economica e politica . Vi è pertanto la necessità di una condivisione culturale nell’approccio agli ambien- ti, una condivisione che può scaturire solo da una profon- da riflessione filosofica che abbracci anche il mondo non umano. Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente ( United Nations Environment Programme , UNEP) sottolinea che distruggere la natura e de- gradare gli ecosistemi mette in pericolo la salute umana, poi- ché è certo che il 75% di tutte le malattie infettive emergenti sono zoonotiche, ovvero virus trasmessi dagli animali, dome- stici o selvatici, all’uomo. Recentemente l’ International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’OMS ha diffuso una comunicazione in cui compare la decisione di inserire le carni rosse e le carni lavorate nella lista delle sostanze cancerogene a pericolosi- tà più alta. La notizia, non nuova, ha riportato alla luce note realtà tenute in sordina sull’industria del- la carne. Si sa che per produrre 1 kg di carne di bovino servono in media 15.400 litri d’acqua e 4.000 litri per produrre 1 kg di carne di maiale, ma solo 1.800 litri d’ac- qua per produrre 1 kg di grano o cereali. Non solo: si afferma che la prima fonte di emissioni di gas serra derivate dall’agricoltura è la I documenti internazionali hanno definito la relazione tra salute e sicurezza umana, includendo la sicurezza sanitaria tra le sette dimensioni della sicurezza, insieme con la sicurezza economica, alimentare, ambientale, personale, la sicurezza garantita dalla comunità e quella politica. Il rapporto OMS del 2010, Human Security , evidenzia l’impatto multidimensionale e transnazionale delle minacce sanitarie, riafferma l’approccio integrato della sicurezza umana e l’interdipendenza tra salute pubblica, sicurezza e diritti umani: emerge l’idea di una gestione “securitaria” della salute, inquadrando i problemi di salute globale tra le minacce emergenti per la sicurezza collettiva; la diffusione di malattie infettive altamente patogene può minare le basi politiche, economiche e sociali di ampie regioni del mondo A. P.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=