Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

T OSCANA M EDICA 5 / 2021 57 testatina qualità e prof sio e anche sul piano culturale, creando un divario ( cultural divide ), all’in- terno della stessa società, tra giovani e anziani, colti e incolti, ricchi e po- veri, divario che pone un problema di squilibrio nella distribuzione di beni e di risorse. Usufruendo dell’apporto di care gi- ver e di personale dedicato, il medi- co “virtualista” potrà però gestire a distanza i malati cronici, gli anziani, i disabili e le persone che vivono in zone di difficile accesso, mediante il monitoraggio dei parametri biologici con dispositivi indossabili o app per dispositivi mobili ( smartphone, tablet e smartwatch ). Con la telemedicina potranno essere diagnosticate anche patologie acu- te minori, ad esempio lesioni cuta- nee, otiti o faringotonsilliti, mentre in caso di problematiche più serie e non routinarie, che necessitano di un contatto fisico e di un’osservazione in presenza, sarà ancora necessaria una visita classica. Un tale approccio richiede delle mo- difiche importanti non solo del con- cetto di clinica e di relazione medi- co-paziente, peraltro strettamente intrecciati, ma anche dell’assetto or- ganizzativo . La semplice video-visi- ta, ad esempio, necessita di una me- todologia specifica, di spazi, tempi e strumenti idonei (pc, audio, video), oltre che di sicurezza, per evitare fe- nomeni di data breach e di rispetto della riservatezza. Per quanto concerne la responsa- bilità professionale, in base alla più recente disposizione normativa in tema sanitario, ossia la cosiddetta Legge “Gelli”, all’articolo 7 è previ- sto che la prestazione possa essere erogata anche in forma “digitale”, ossia ricorrendo agli strumenti della telemedicina. In particolare, per i consulti effettuati “a distanza”, val- gono le stesse regole previste per le modalità tradizionali di visita, poiché si applica a entrambe un’analoga di- sciplina. Il professionista sanitario, in altre parole, deve sempre adotta- re la soluzione operativa che offra le migliori garanzie di proporzionalità, appropriatezza, efficacia e sicurezza, ma soprattutto è chiamato a valutare che le specifiche circostanze del sin- golo caso concreto rendano possibile ricorrere a un servizio a distanza. Durante la pandemia da COVID-19 Medicina digitale: un ossimoro? di Giampaolo Collecchia Giampaolo Collecchia Medico di medicina generale in Massa (MS), docente e tutor di Medicina Generale, Comitato per l’Etica Clinica (ComEC) Azienda USL Toscana Nord-Ovest La pandemia da COVID-19 ha provo- cato un’accelerazione forzata verso la sanità elettronica, e più in particolare verso la telemedicina. La vicinanza fi- sica, infatti, cardine della scienza me- dica, è stata vissuta come un pericolo e per questo motivo toccare il corpo di un ammalato, con il conseguente effet- to di rassicurazione e di presa in cari- co, non è stato più possibile . Il tatto e la prossimità sono stati sostituiti dalla conversazione a distanza o da un’im- magine sullo schermo, più spesso da semplici telefonate o da applicazioni informatiche di messaggistica. Tutta- via, la medicina digitale rischia di di- ventare ben presto un ossimoro. Un ostacolo all’utilizzo della medi- cina digitale è sicuramente il digital divide , cioè la tendenza a escludere i pazienti anziani, spesso non pa- droni della tecnologia. Il fenomeno, peraltro, non indica soltanto una diseguaglianza sul piano strumen- tale, ma tocca anche tutte le possi- bilità di innovazione e di sviluppo delle conoscenze, che attualmente dipendono da un effettivo accesso a Internet. Un tale sistema, quindi, ha delle conseguenze, che hanno un impatto molto ampio e si riflettono Il termine digitale deriva dall’inglese digit (che significa “cifra”, riferita in questo caso al codice binario), che a sua volta deriva dal latino digitus, “dito” (con le dita, infatti, si contano i numeri). Nonostante l’etimologia, il concetto di medicina digitale è di- ventato nell’uso pratico un ossimoro: il tocco umano contro la sua antite- si, il contatto contro il monitoraggio indiretto, con un rischio sempre maggiore di perdita della relazione medico-paziente. I dispositivi indossabili sono costi- tuiti da uno o più biosensori e sono interfacciabili con gli smartphone e i servizi cloud tramite protocolli wi- reless come il bluetooth . Vengono generalmente indossati al polso, ma sono inseriti anche in diversi capi di abbigliamento, quali orolo- gi ( smartwatch ), braccialetti ( fitness band ), magliette, scarpe, pantaloni, cinture, fasce ( smart clothing ), oc- chiali ( smartglasses ). Consentono il rilevamento e la misurazione di di- versi parametri biologici (frequenza cardiaca, variazioni spirometriche, saturazione di ossigeno, tempera- tura corporea, pressione arteriosa, glucosio, sudore, respiro, onde ce- rebrali) e forniscono informazioni sullo stile di vita del singolo indivi- duo (attività fisica, sonno, alimenta- zione, calorie consumate).

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