Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

5/2021 T OSCANA M EDICA 6 testatina quali à e professione papilloma virus, in seguito ad alcune centinaia di segnalazioni (a fronte di circa 3.3 milioni di ragazze vaccinate) di possibili reazioni avverse, tra cui la sin- drome del dolore cronico, altri- menti definito “dolore a lungo termine”, e la sindrome da ta- chicardia posturale ortostatica. La crisi si estende ad alcuni paesi (come la Danimarca), ma non ad altri. Tutte le verifiche successive escludono qualsiasi rapporto tra il vaccino e le due sindromi di incerta definizione ed eziologia. Il risultato: mentre le coperture vengono recupera- te qualche anno dopo in Dani- marca, ancora oggi la vaccina- zione anti-HPV universale non è ripartita in Giappone per l’e- stremismo e la pressione sul go- verno degli attivisti no vax . Le conseguenze: le ragazze nate in Giappone negli ultimi 8 anni continueranno nel prossimo futuro (20-30 anni) a soffrire e a morire di cancro cervicale, mentre le loro pari nei paesi con vaccinazione universale e alte coperture saranno salvate. La situazione pandemica in cui il mondo si trova a vivere da oltre un anno ha causato quasi tre milioni di morti ufficiali (che sono certamen- te di più in termini reali), e conti- nua a imperversare in molti paesi con gravi danni alla salute e all’e- conomia. La nostra sola possibilità per non dover pagare un tributo enorme di ulteriori morti in attesa di raggiungere una protezione (im- munità di gregge) per via naturale è vaccinare molto e rapidamente, in modo da evitare anche l’insorgen- za di nuove varianti che potrebbero eludere l’immunità acquisita. L’im- patto della vaccinazione di massa è inequivocabile. I dati di Israele parlano chiaro: il vaccino protegge dalla malattia con un’efficacia sul campo del 57% (prima dose) e del 94% (seconda dose); l’efficacia nei confronti dell’ospedalizzazione è pari al 74% (prima dose) e all’87% (seconda dose); la protezione con- tro la malattia grave è del 62% (pri- decade del Duemila) rimangono privi di protezione, un fatto che determinerà in seguito migliaia di casi di cirrosi, epatocarcinomi primitivi e morti evitabili grazie alla vaccinazione (che non pro- vocava la sclerosi multipla); 2. il caso Fluad in Italia, 2014 . Dal 27 novembre al 3 dicem- bre 2014 vengono segnalati 13 effetti indesiderati gravi o fatali verificatisi in concomitanza con la somministrazione del vaccino antinfluenzale adiuvato Fluad. Dopo le prime 3 morti segnalate entro 48 ore dalla vaccinazione, il 27 novembre stesso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) so- spende l’utilizzo di due lotti del vaccino a livello nazionale (senza comunicarlo preventivamente al Ministero della Salute). L’ana- lisi delle prime 12 segnalazioni pervenute mette in evidenza che nel 67% di questi casi l’età era ≥ 80 anni e che in 8 di questi il decesso è avvenuto per cau- se cardiovascolari. L’esito delle analisi effettuate sui lotti inte- ressati, condotte presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), e la valutazione del rischio effettua- ta dal Comitato di Farmacovigi- lanza ( Pharmacovigilance Risk Assessment Committee , PRAC) dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco), non mettono in evidenza alcuna responsabilità del vaccino nei decessi segna- lati. Il risultato: le coperture nei pazienti di età > 65 anni e nei gruppi a rischio crollano. Le conseguenze: nell’inverno 2014/2015 si registrano una sta- gione influenzale a medio-alto impatto, un numero rilevante di ospedalizzazioni e migliaia di morti correlate a influenza, che ogni inverno colpiscono soggetti non vaccinati proprio per paura del vaccino (in realtà innocente); 3. il caso vaccino HPV in Giappo- ne e in Danimarca, 2013 . Il 14 giugno 2013 il Ministero della Salute giapponese decide di ri- tirare la sua raccomandazione per la vaccinazione contro il Tutto bene, dunque? Chi si occupa- va a tempo pieno di vaccini anche in periodo di pace lo sapeva già e lo aveva previsto: durante una stra- tegia di vaccinazione di massa – e quella attuale è la più grande cam- pagna di immunizzazione della sto- ria umana – è inevitabile che alle vaccinazioni siano associati casi di patologie di incerta eziologia e di difficile spiegazione. La storia del- le vaccinazioni ne è piena, anche in tempi recenti e con vaccini som- ministrati a un numero inferiore di persone. Possiamo fare tre esempi: 1. il caso epatite B in Francia, 1998 . Nel Paese transalpino esplode l’entusiasmo per il vac- cino anti-epatite B. Si immu- nizzano non solo i bambini, ma chiunque lo desideri: un terzo della popolazione (adulti inclu- si) viene vaccinato a partire dalla metà degli anni Novanta. Inizia- no però a fioccare segnalazioni di neurologi che affermano di avere diagnosticato per la pri- ma volta casi di sclerosi mul- tipla, soprattutto nelle giovani donne, da pochi giorni a poche settimane dopo la vaccinazione. Il risultato: la vaccinazione vie- ne sospesa prima nelle scuole, poi abbandonata anche in età pediatrica. Negli anni successivi numerosi studi epidemiologici dimostrarono la totale inconsi- stenza della associazione cau- sa-effetto tra la vaccinazione e la prima diagnosi o recrudescenza della sclerosi multipla. I casi di sclerosi multipla verificatisi fu- rono gli stessi che si sarebbero verificati anche in assenza della vaccinazione, ma la coinciden- za temporale fu inevitabile. Le conseguenze: mentre in Italia e nei paesi non francofoni la vaccinazione di infanti e adole- scenti prosegue immodificata, permettendo la creazione di una popolazione immune all’epatite B (oggi da noi estesa dai neonati fino ai quarantenni), in Francia quindici generazioni di cittadini (si riparte infatti a vaccinare solo intorno alla metà della seconda

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