Toscana Medica - Giugno-Luglio 2021

5 / 2021 T OSCANA M EDICA 78 testatina quali à e professione strumenti usati nella pratica, che aspirano a un solido profitto. Insomma, dopo questo tsunami, il servizio è ancora sostenibile? Cosa si può fare per mantenerlo in vita? La pandemia ha portato in superficie problemi noti ma inascoltati, la cui soluzione non può essere dilazionata, poiché si produce spontaneamente sotto l’impulso dell’innovazione tec- nologica e delle trasformazioni sociali . La sicurezza sanitaria – come discusso anche al G7 – è parte della sicurezza umana e non può non essere oggetto dell’attenzione delle grandi istituzioni sovranazionali, dall’Europa all’OMS. Come ne esce la relazione tra il medi- co e il paziente? E qual è il rapporto corretto tra la scienza e il diritto? E tra i diritti individuali e gli interes- si collettivi? E tra la medicina del- la persona e la medicina sociale? E tra le innovazioni e i finanziamenti? E tra questi e l’equità sociale? Do- mande che incombono, mentre la medicina digitale sta per sostituire la vecchia medicina, modificandone talmente tanto l’esercizio da influire sulla metodologia . La cura e il prendersi cura sono uno dei più antichi miti delle culture umane. Il medico ne è l’intermedia- rio (la professione medica ha infatti origini sacerdotali) e la visita ne è il rito. Tutto ciò resiste alla pandemia e diventa ancora più importante, per- ché la scienza ha vinto nonostante le indubbie delusioni. Così come esiste un mercato globa- le, proponiamo quindi una deonto- logia sovranazionale, una carta dei diritti e dei doveri dei medici, né eroi né colpevoli, bensì garanti della sicurezza sanitaria. Antonio Panti white economy , cioè del complesso dei servizi medici, di ciò che serve per realizzarli – farmaci, dispositivi e quant’altro – e di tutti gli altri ser- vizi collegati. Ne fanno parte non soltanto gli oneri del personale, ma i capitali di rischio investiti. Un mercato globale che presuppone anche una learning economy , ovve- ro un continuo rinnovamento delle competenze. A tal proposito, paradigmatici sono i vaccini: un eccezionale avanzamento scientifico e un enorme capitale di rischio che vuole essere compensa- to. In questo quadro, che margine di scelta ha il medico tra vaccini diffe- renti? I medici escono dalla pande- mia con un rinnovato prestigio che, tuttavia, non è facile da mantenere, se non inserendosi nel dibattito post pandemico sulle basi politiche ed economiche della società. La nostra cultura sembra vacillare: la medici- na, intesa come mero rapporto tra medico e paziente, deve ora fare i conti con altri valori e con altre forze economiche e sociali. Oggi i servizi medici necessitano di costosissime e complicatissime organizzazioni, che implicano am- ministrazioni capaci e una forte ed esplicita base sociale e politica . Inol- tre, i problemi dell’ambiente e della promozione della salute si intreccia- no con quelli dei singoli. Il medico si trova ormai a dover affrontare una molteplicità di interlocutori. La medicina che esce dalla pandemia, infatti, ha necessità di una negozia- zione non soltanto tra il medico e il paziente, ma almeno tra quattro figure diverse: i pazienti che voglio- no tutto, i medici spesso vittime o complici del conflitto di interesse, gli amministratori che rispondono del budget e i produttori di tutti gli La pandemia da SARS-CoV-2 ha se- gnato una cesura storica. Tragedie simili sono in realtà già accadute, con il loro strascico di crisi econo- miche e demografiche: l’ultima fu la “spagnola” che, sebbene comparsa in piena modernità, viene narra- ta ancora come la peste di Atene o quella del Manzoni. Che cos’è allora che rende così di- versa questa pandemia? Per la pri- ma volta nella storia, il mondo si è affidato alla scienza medica e le conoscenze scientifiche hanno con- dizionato le scelte politiche ed eco- nomiche. Non solo i medici sono diventati gli eroi della “guerra alla pandemia”, ma gli scienziati si sono spesso sostituiti ai politici (talvolta ugualmente litigiosi ed esibizioni- sti). In un solo anno si è sequenzia- to il virus, si è posto ordine nelle terapie – fatto non da poco! la me- dicina protegge dagli imbrogli o dai pregiudizi – e in un tempo mai così breve si è trovato il vaccino. Oggi la scienza e la tecnica hanno un potere che non riusciamo ancora a comprendere e a dominare. E tutto questo ha un ruolo nel determinare il disagio dei medici: è infatti profon- damente cambiato il rapporto tra la medicina e la società. Dal tempo degli antichi sciamani fino ai nostri giorni, il medico ha “protetto” il paziente e l’intera co- munità. Il fulcro è, da sempre, la relazione con la persona: la medi- cina si pratica in una sorta di arena separata, quella dell’incontro tra il medico e il suo assistito. Tuttavia, dalla fine dell’Ottocento e più in particolare, con accelerazione sem- pre maggiore, dagli anni Cinquanta del secolo scorso, la sanità ha co- stituito uno dei settori più forti del sistema produttivo. Si parla oggi di La deontologia dopo il COVID La Peste che il Tribunale della Sanità aveva temuto che potesse entrare con le bande alemanne nel milanese c’era entrata davvero, come è noto parimenti che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. XXXI

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