Toscana Medica - Marzo 2021

3/2021 T OSCANA M EDICA 16 testatina quali à e professione Background L’emicrania è la più frequente forma di cefalea primaria con una preva- lenza nei Paesi occidentali di circa il 15% per la forma episodica e del 2% per la forma cronica. Quando la frequenza degli attacchi emicranici supera i quattro al mese, viene sug- gerita, oltre alla terapia sintomatica, anche una terapia di profilassi con betabloccanti, calcioantagonisti, an- tidepressivi, antiepilettici o tossina botulinica. Purtroppo, in un numero significativo di casi la profilassi non risulta efficace o presenta importanti effetti avversi e in un numero di casi ancora maggiore tende a perdere ef- ficacia nel tempo. Pertanto, alla luce dell’impatto cli- nico e socioeconomico dell’emicra- nia, nell’ultimo decennio è maturato un grande interesse allo sviluppo di nuovi approcci terapeutici capaci di migliorare l’efficacia e la tollerabili- tà delle attuali strategie di profilassi. Tra i vari bersagli di nuovi farmaci, il Calcitonin Gene Related Peptide (CGRP), un neuropeptide espresso e liberato dai terminali dei neuroni trigeminali, è apparso il più promet- tente. Il peptide, infatti, aumenta nel sangue refluo giugulare durante un attacco emicranico e induce dolore simil-emicranico se iniettato endo- vena. Sebbene ancora non sia chia- ro il meccanismo patogenetico che lega CGRP all’insorgenza del dolo- re emicranico, recentemente sono stati sviluppati degli anticorpi capa- ci di legare il peptide [eptinezumab (IgG1), fremanezumab (IgG2A), gal- canezumab (IgG4)] o il suo recettore [erenumab (IgG2)]. Gli studi clinici finora condotti hanno dimostrato in modo assolutamente concorde l’effi- cacia di questo nuovo approccio bio- tecnologico nella profilassi dell’emi- crania, determinandone, la recente approvazione da parte degli organi regolatori europei e italiani. Di se- guito verranno riassunti i principali dati clinici relativi ai detti studi. Eptinezumab Nello studio PROMISE-1, eptine- zumab, somministrato per via endo- venosa ogni tre mesi a pazienti con emicrania episodica, ha determinato una riduzione > 50% dei giorni medi di emicrania al mese (MMD) nel 49,8% (100 mg/mese) e nel 56,3% (300 mg/mese) dei pazienti contro un 37,4% del placebo. Eventi avversi quali lievi infezioni delle alte vie re- spiratorie e astenia si sono presentati nel 12,6 e 8,8% dei pazienti trattati con farmaco o placebo. L’emicrania colpisce il 14-16% della popolazione adulta dei Paesi occidentali ed è la prima causa al mondo di disabilità sotto i 50 anni di età. Per la profilassi di questa forma di cefalea primaria, accanto a farmaci tradizionali quali betabloccanti, antiepilettici, antidepressivi, calcioantagonisti e tossina botulinica, sono stati recentemente sviluppati quattro anticorpi monoclonali diretti contro l’azione del CGRP, uno dei principali mediatori dell’infiammazione neurogenica alla base della patogenesi dell’emicrania. L’efficacia di questo innovativo approccio biologico, ampiamente supportata da numerosi studi clinici, potrà cambiare il panorama della terapia antiemicranica del prossimo futuro. Parole chiave: emicrania episodica, emicrania cronica, Calcitonin Gene Related Peptide , terapia di profilassi, anticorpi monoclonali Gli anticorpi monoclonali anti CGRP: una concreta innovazione per la terapia dell’emicrania di Francesco De Cesaris, Alberto Chiarugi, Silvia Benemei, Pierangelo Geppetti Francesco De Cesaris Internista, Dirigente Medico Centro Cefalee e Farmacologia Clinica AOU Careggi. Master Giornalismo Scientifico Scienze Biomediche UniFi, Master DSC Scuola Sant’Anna Pisa, Past Coordinatore sezione Toscana della Società Italiana Studio Cefalee (SISC), direttore editoriale del Giornale SISC. Autore di pubblicazioni scientifiche, sperimentatore in trial clinici per la terapia delle cefalee primarie Alberto Chiarugi, Silvia Benemei, Pierangelo Geppetti Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Firenze. Centro Cefalee e Farmacologia Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi

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