Toscana Medica - Marzo 2021
3/2021 T OSCANA M EDICA 30 testatina quali à e professione catastrofe provocata dalla mortifera pestilenza e il suo effetto disgregante sulle famiglie e sulla società. In par- ticolare: l’interpretazione empirica della sua origine; i segni e i sintomi della malattia; lo spettacolo apocalit- tico della città; il terrore della gente; i provvedimenti adottati per contra- stare la diffusione; le conseguenze sul dissesto sociale con la crisi economica, la flessione demografica, la rilassatez- za dei costumi, il regresso culturale. Un racconto ricco di dettagli dal quale possiamo estrapolare alcuni concetti antesignani dell’epidemio- logia e della profilassi sanitaria che oggi conosciamo. • La virulenza della malattia: … E fu questa pestilenza di maggior for- za… che s’avventava ai sani non altrimenti che faccia il fuoco alle cose secche… • Il contagio nelle sue due modalità, diretta e indiretta: … non solamen- te il parlare e l’usare con gli infermi dava ai sani infermità o cagione di comune morte, ma ancora il tocca- re i panni e qualunque altra cosa da quegli infermi stata toccata . • L’autoisolamento domiciliare: … senza alcun decreto governativo ra- dunarsi in piccoli gruppi e decidere di ritirarsi in casa… e fatta lor pic- cola brigata, da ogni altra separati viveano, in quelle case raccoglien- dosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse . • I provvedimenti: … fu da molta immondizia purgata la città da ofi- ciali sopra ciò ordinati, e vietato l’entrarvi dentro a ciascun infermo e molti consigli dati a conservazio- ne della sanità… Allargando l’area delle evenienze pan- demiche ricorrenti nel corso dei secoli troviamo in tempi lontani le cosid- dette “malattie quarantenarie”. Oltre alla peste vi sono compresi il colera, la febbre gialla, il tifo esantematico, il vaiolo. Sono malattie altamente conta- giose che si manifestano spesso come pandemie perché capaci di diffonder- si in poco tempo su vasti territori. La definizione deriva da un termine ana- cronistico, “quarantena”, che sta a in- dicare il periodo di isolamento forza- to, della durata di quaranta giorni, cui venivano sottoposti nel porto di arrivo i passeggeri delle navi provenienti da paesi con epidemie in corso. In man- canza di qualsiasi elemento di valuta- zione scientifica circa la pericolosità delle persone sospette si riteneva ne- cessario tenerle isolate e sotto sorve- glianza per un lungo periodo di tempo durante il quale l’effetto dell’eventua- le contagio si sarebbe manifestato con la malattia oppure si sarebbe esaurito in assenza di sintomi. La “contumacia sanitaria” è oggi il provvedimento corrispondente, ba- sato su precise cognizioni in meri- to alla durata dell’incubazione, che viene applicato alle persone non an- cora malate ma sospettate di essere state contagiate. In passato con il termine di “pesti- lenza” si indicavano genericamente tutte le malattie che presentavano rapida diffusione ed elevata morta- lità. Malattie che incutevano terrore perché non si sapeva come evitarle e come curarle. I malati avevano, oltre alla paura della morte, anche la paura di essere trasportati nei “lazzaretti”. Questi lugubri luoghi di isolamento nel corso di una epidemia erano so- vraffollati. I ricoverati si trovavano in Dal passato, innumerevoli spunti per affrontare l’attuale pandemia. Tanti nostri comportamenti oggi divenuti consueti già secoli fa erano stati identificati ed empiricamente valorizzati. Le nuove metodologie dell’indagine epidemiologica possono garantire risultati di grande interesse. Parole chiave: pandemia, COVID-19, indagine epidemiologica, tracciamento Concetti vecchi e nuovi in tema di pandemie. Dalla Yersinia pestis al coronavirus di Sandro Boccadoro Sandro Boccadoro È stato Direttore Sanitario dell’ASL di Firenze e degli ospedali Santa Maria Nuova, Meyer, Santa Maria Annunziata Dal 2003 il coronavirus è entrato nel panorama mondiale con l’impeto della pandemia, rinnovando su scala plane- taria le conseguenze e le paure perti- nenti alle “pestilenze” dei tempi remo- ti e alle recenti pandemie influenzali. Per capire l’atteggiamento da seguire in questa emergenza sanitaria lo stori- co della medicina Giorgio Cosmacini in una recente intervista sul quotidia- no La Nazione consiglia di leggere il preambolo del Decamerone : la risor- sa è la stessa di settecento anni fa, si chiama distanziamento, isolamento e il non fiatarsi l’uno sull’altro , per dirla con la prosa boccaccesca. Dalla descrizione curata da Boccaccio della peste che colpì Firenze nel 1348 emerge in tutta la sua cruda realtà la
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