Toscana Medica - Marzo 2021
T OSCANA M EDICA 3 / 2021 31 testatina qualità e prof sio e stici, grazie al progresso scientifico, e alle indagini epidemiologiche, grazie all’apporto delle tecnologie. Orbene, dalle ricerche effettuate su scala internazionale per lo studio del COVID-19 possiamo dedurre che le applicazioni innovative delle tecnologie informatiche hanno mo- dificato i canoni tradizionali della profilassi sanitaria. Le ricerche della Comunità scientifi- ca internazionale hanno evidenziato che il coronavirus-2 non si propaga in modo uniforme, ma attraverso conta- gi “a grappolo” ( cluster ) con eventi di alta diffusione che danno luogo alle “catene d’infezione”. La caratteristi- ca della sua propensione a colpire per cluster può spiegare la diversa diffusione del virus nei territori col- piti dalla pandemia. La nuova metodologia assume un ruolo preminente nella lotta alla pandemia, che viene fronteggiata con un diverso approccio strategico. Identificando un cluster mediante il “tracciamento retrospettivo” dei con- tatti è possibile individuare precoce- mente la fonte d’infezione e i fattori di rischio connessi a varie situazioni. Ma anziché tracciare le persone con cui il soggetto infetto è venuto a con- tatto dopo aver contratto il contagio, come avviene tradizionalmente, oggi è anche possibile procedere a ritroso identificando il “superdiffusore” da cui è partita una catena d’infezione. Il tracciamento retrospettivo per- mette di adottare provvedimenti meno restrittivi. Si può individuare i luoghi a rischio evitando di chiu- dere indistintamente gli esercizi commerciali. Si può ricercare gli spostamenti e i contatti dei soggetti portatori del virus durante il perio- do che precede il contagio. Si può avvertire le persone che hanno avu- to un’esposizione al rischio. In funzione di queste ricerche il Go- verno ha emanato un decreto conver- tito in legge che istituisce una “piatta- forma digitale” per il tracciamento dei contatti. Nel dispositivo sono presi in considerazione anche i criteri generali per valutare la sua legalità per quan- to attiene la tutela della privacy e gli aspetti giuridico-costituzionali. per il contesto storico in cui si svolge. Tuttavia, il loro studio ci consente di evidenziare qualche elemento a co- mune. Alcuni concetti di profilassi sanitaria, che fanno parte delle no- stre scienze mediche, trovano raf- fronto con le rudimentali pratiche usate fin dai tempi del Medioevo. Le disastrose conseguenze che hanno avuto le grandi epidemie del passato sul piano socio-economico trovano riscontro con l’attuale pandemia da coronavirus, avendo dovuto adottare misure di contenimento, su vasti ter- ritori e anche su scala nazionale, che non erano stati mai messe in atto. Passando ai nostri tempi sono ben noti gli eventi pandemici che abbia- mo vissuto nel secolo scorso e negli ultimi decenni, dalle pandemie in- fluenzali alla SARS 2003 fino all’at- tuale COVID-19. La memoria storica delle pandemie che l’umanità ha vissuto fin dai tempi remoti serve da stimolo per approfon- dire la conoscenza di quella attuale, sulla quale avanzo due osservazioni. La prima è riferibile all’effetto ne- gativo sulla diffusione determinato dalla globalizzazione dei trasporti e dei commerci. I collegamenti e gli spostamenti da un continente all’altro sono sempre più rapidi. Con il sistema tecnologico Hyperloop sarà prodotto un treno superveloce, da mille chilo- metri all’ora, che potrà viaggiare in trenta minuti da Roma a Milano. La considerazione positiva è relati- va al fatto che le numerose ricerche scientifiche avviate sulla pandemia in corso si avvalgono dell’appor- to tecnologico per sviluppare studi clinici, accertamenti diagnostici, in- dagini epidemiologiche, scoperta di vaccini e farmaci nuovi. Mi soffermo sull’influenza che le ap- plicazioni tecnologiche hanno avuto sulla profilassi sanitaria delle malat- tie infettive. I canoni classici che ho appreso dal mio maestro professore Giuseppe Mazzetti e che possiamo leggere nei vecchi trattati di igiene, hanno subito nel corso degli anni aggiornamenti e modifiche inerenti l’evoluzione metodologica e appli- cativa. Quelli più rilevanti sono at- tribuibili agli accertamenti diagno- situazioni di promiscuità e in condi- zioni di igiene, ambientali e personali molto precarie. La scarsità di risorse finanziarie e umane rendeva difficile la gestione organizzativa e la vita sia dei malati che degli operatori. Nei secoli remoti l’infezione era in- terpretata come la trasmissione delle malattie per mezzo di un miasma. Il contagio era un concetto empirico perché connesso soltanto all’effetto prodotto e veniva attribuito a esala- zioni di aria nociva, a effluvi mortife- ri. L’alito veniva considerato veicolo di contagio, per cui era consigliato di stare lontani anche dalle persone sospette e mettersi a sopra vento . Si suggeriva inoltre di non formare gli assembramenti per evitare di ammor- bare l’aria . Anche gli animali erano considerati pericolosi perché diffon- devano il morbo ricettando il malefico miasma sul pelo e sulle penne . Nel concetto di disinfezione si posso- no far rientrare i mezzi adottati per trattare le materie contagiose : aria, vestiti, suppellettili, ambienti. Non erano mai prese in considerazione le mani. Molto affidamento si faceva sul- la capacità distruttrice del fuoco, ma anche sul fumo prodotto con grandi bracieri nelle abitazioni e negli am- bienti pubblici. Erano molto usate le fumigazioni con un’ampia varietà di erbe aromatiche (alloro, ortica, salvia, lavanda, rosmarino, timo). Si riteneva inoltre che potessero giovare i prodot- ti che emanavano un odore più forte di quello dei materiali infetti. I rimedi curativi, del tutto empirici e inappropriati, variavano dai pro- dotti purganti alle pomate miraco- lose, dagli effluvi ai decotti, dalle sanguisughe ai salassi. Le Autorità preposte alla salute pub- blica (magistrati, intendenti, com- missari, deputati) avevano la facoltà di circoscrivere e isolare l’area colpi- ta da una malattia infettiva epidemi- ca per contenere la sua diffusione. In questi casi venivano istituiti i “cordo- ni sanitari” e la milizia aveva il com- pito di controllare i confini, le coste, le strade. Le drastiche disposizioni provocavano la paralisi degli scambi commerciali e delle comunicazioni. Ogni epidemia varia dalle altre anche
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