Toscana Medica - Marzo 2021

T OSCANA M EDICA 3 / 2021 33 testatina ricerca clin c Il carcinoma squamocellulare è il più comune tumore maligno del cavo orale e interessa circa 4.500 italiani ogni anno con circa 3.000 decessi. Sfortunatamente questo tipo di tu- more è di solito identificato in stadio già avanzato, quando la neoplasia si è estesa al punto da richiedere in- terventi chirurgici molto mutilanti che colpiscono la capacità di ali- mentazione, di fonazione e indiret- tamente possono interferire anche con la respirazione, non solo orale. Il carcinoma del cavo orale colpisce gli uomini in percentuale quasi tripla rispetto alle donne e l’incidenza in Italia è di 3 casi ogni 100.000 abitanti (quindi 6 casi ogni 100.000 maschi e 2,3 casi ogni 100.000 femmine). Il fattore di rischio principale è rappresentato dal fumo di sigaretta e dall’abuso alcolico, mentre altri fattori associati, seppur con minore evidenza, sono i processi infiamma- tori cronici (a carico degli elementi dentari o della mucosa), la catti- va igiene orale, il papillomavirus e l’uso di betel (in Asia). L’incidenza aumenta con l’età: è molto raro nei giovani e raggiunge un picco dopo i 70 anni. L’età media alla diagno- si di un tumore del cavo orale è di 64 anni e il 95% dei casi insorge dopo i 40 anni. La chirurgia rimane il caposaldo te- rapeutico contro questa neoplasia e spesso prevede un’ampia asporta- zione della lesione a carico di lin- gua, palato, guancia o pavimento orale con eventuale ricostruzione del difetto mediante lembi regiona- li o microvascolari. Oltre al trattamento della lesio- ne orale, è necessario stabilire un programma terapeutico che coin- volga i linfonodi laterocervicali, i quali sono la prima sede anatomi- ca di drenaggio linfatico della boc- ca. Mentre per i piccoli tumori in stadio iniziale (T1 e T2, secondo il sistema TNM usato a livello in- ternazionale), la prognosi è eccel- lente con sopravvivenza libera da malattia a 3 anni di oltre il 90% dei soggetti, è ampiamente noto che la presenza di metastasi linfonodali peggiora fino a dimezzare il tasso di sopravvivenza, nonostante l’iniziale stadiazione del T. Dopo gli esami radiologici di stadia- zione (ecografia, tomografia compu- terizzata e risonanza magnetica nu- cleare), il collo di un paziente affetto da carcinoma squamoso del cavo orale viene classificato come “clini- camente positivo” (cN+) quando vi sono dei linfonodi ( nodes ) franca- mente patologici oppure “clinica- mente negativo” (cN0) in loro assen- za. Con questa valutazione andrà poi confrontata l’analisi istopatologica volta a identificare la presenza delle cosiddette metastasi “occulte”, (pre- senti in circa il 25-30% dei pazienti T1-2N0), ossia la presenza di focolai microscopici di cellule maligne che interessano il linfonodo clinicamen- te e radiologicamente giudicato “ne- I tumori maligni del cavo orale hanno una nota tendenza alla diffusione linfonodale per cui è importante stabilire una gestione del collo. A fronte del tradizionale approccio dello svuotamento cervicale elettivo, la più recente letteratura ha fatto emergere il ruolo del linfonodo sentinella come accurato sistema di stadiazione, nel quadro di un approccio mini-invasivo. Parole chiave: tumori testa-collo, otorinolaringoiatria, tumori del cavo orale, chirurgia mini-invasiva, metastasi linfonodali Nuove evidenze a favore della tecnica del linfonodo sentinella nei tumori del cavo orale di Oreste Gallo, Luca Giovanni Locatello, Giandomenico Maggiore, Luca Novelli, Annarita Palomba, Flavia Linguanti, Luca Vaggelli Oreste Gallo Direttore SODc Otorinolaringoiatria, AOU Careggi. Direttore della Scuola di Specializzazione in Otorinolaringoiatria, Università degli Studi di Firenze Luca Giovanni Locatello, Giandomenico Maggiore SODc Otorinolaringoiatria, AOU Careggi, Firenze Luca Novelli, Annarita Palomba SODc Istologia Patologica e Diagnostica Molecolare, AOU Careggi, Firenze Flavia Linguanti, Luca Vaggelli SODc Medicina Nucleare, AOU Careggi, Firenze

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