Toscana Medica - Marzo 2021
3 / 2021 T OSCANA M EDICA 4 testatina edi or ale cura, previsti nel Patto per la Salute 2014-2016, sono 163 per un totale di 3.163 posti letto in tutta Italia, con Veneto ed Emilia-Romagna in vetta alla classifica, mentre ne sono ancora prive 11 Regioni (dossier n. 144 del 01\03\21 del Servizio Stu- di Senato della Repubblica). Ma oltre alla ridotta presenza nel territorio delle Case della Salute (o come sono chiamate attualmente Casa di Comunità) e degli Ospe- dali di Comunità, manca anche la realizzazione di quanto previsto da accordi nazionali e regionali come, ad esempio, le medicine di gruppo con personale di segreteria e in- fermieristico, presenti nel territo- rio italiano a macchia di leopardo e ottenute con molte difficoltà, o la condivisione delle cartelle degli assistiti con medici di Continuità Assistenziale. L’attività attualmente svolta nel ter- ritorio dai medici di Medicina Ge- nerale non è riconosciuta perché poco rendicontata e si immaginano situazioni professionali non rispon- denti alla realtà. Abbiamo continua- mente dati sui cosiddetti “accessi impropri” al Pronto Soccorso at- tribuiti a mancata assistenza senza considerare quanti accessi impropri si verificano negli ambulatori dei medici di Medicina Generale ogni giorno e quanti pazienti vengono mantenuti al proprio domicilio, se- guiti dal proprio medico che prov- vede, spesso in carenza di supporto infermieristico domiciliare o labo- ratoristico strumentale, alla gestio- ne clinico-terapeutica, se possibile territorialmente. E sulla carenza strutturale di per- differenziata programmazione e al- locazione delle risorse economiche e umane orientate verso l’assistenza pubblica o quella privata conven- zionata o verso forme miste, ma con la costante, per tutte, dello scarso o nullo investimento nel territorio rispetto al comparto ospedaliero, specie urbano. Questo ha portato a uno squilibrio del sistema nel suo complesso, già manifestatosi negli anni e più volte denunciato, ma che un apparato decisionale, non solo politico, inerme e autoreferenziale, ha volutamente ignorato. La pandemia ha reso drammatica- mente evidenti le carenze struttura- li e di sistema, la farraginosa orga- nizzazione e l’incapacità di pronta ed efficace reazione, la programma- zione realizzata nell’ottica di un ri- sparmio di tipo aziendalistico e non di promozione della salute, la pro- gressiva disaffezione degli operatori sanitari in genere, e dei medici in particolare, sempre più chiamati a svolgere compiti burocratici piutto- sto che la propria professione. Spe- cie nel territorio. Ed è proprio il potenziamento dell’assistenza domiciliare e territo- riale che 9 italiani su 10 richiedono per migliorare il Sistema Sanitario Nazionale. Ma, a ormai 15 anni dal- la legge che le ha istituite, ci sono solo 493 Case della Salute in tutto il territorio italiano, con Emilia-Ro- magna, Veneto, Piemonte e Toscana in cima alla lista, mentre in 8 Regio- ni non ne è stata istituita neanche una. Gli Ospedali di Comunità, con funzione di presidio territoriale intermedio fra ospedale e domici- lio per ricoveri a bassa intensità di Il Sistema Sanitario Nazionale e il territorio: riflessioni dopo un anno di pandemia Elisabetta Alti Vice Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Firenze e Medico di Medicina Generale A un anno dall’inizio della pande- mia, 6 italiani su 10 sono molto o ab- bastanza soddisfatti del Servizio Sa- nitario Nazionale nella Regione di residenza e quasi 7 italiani su 10 lo preferiscono all’assistenza privata. Questi dati, rilevati da un’indagi- ne della Community Research & Analysis promossa da Confindu- stria Dispositivi Medici e resi noti in Commissione Igiene e Sanità al Senato il 4 marzo, mostrano come il nostro Sistema Sanitario Nazionale, pur con tutte le inefficienze dovu- te ad anni di mancati investimenti e disorganizzate programmazioni, venga considerato ancora indispen- sabile come forma di assistenza sa- nitaria e irrinunciabile nella sua va- lenza pubblica. L’universalità del diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzio- ne Italiana, insieme all’omogeneità e uguaglianza qualitativa, cardini della legge 833 del 1978, rappre- senta per gli italiani una risorsa es- senziale, mentre non viene privile- giata la possibilità di un’assistenza sanitaria privata. Il gradimento è maggiore nel Nord-Est e nel Cen- tro (88 e 80%), rispetto al Sud e alle Isole, dove si sfiora solo il 50%. Dalla fotografia delle opinioni espresse si ha l’immagine chiara di quello che il nostro Sistema Sani- tario Nazionale rappresenta come valore assoluto e della fiducia che gli italiani ripongono in esso, ma, insieme, emergono tutte le contrad- dizioni esistenti che questo anno di crisi profonda ha scoperchiato. La frammentazione in tanti sistemi sanitari regionali, avvenuta dal 2001 con il Titolo V, ha condotto a una
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NTA4Njg=