Toscana Medica - Marzo 2021

T OSCANA M EDICA 3 / 2021 5 testatina editoriale tori di prossimità, quelli più vicini ai cittadini, o dislocati in piccole frazioni, dotati di personale di se- greteria e infermieristico, in rac- cordo con i servizi sociali, devono essere in continuità con quelli più grandi (CdS, UCCP ecc.), dotati di strumenti di diagnostica e ambula- tori specialistici anche con agende dedicate, per realizzare, in tutti i suoi aspetti, una presa in carico del paziente a livello territoriale. La gestione del paziente comples- so o fragile può così avvalersi di team multiprofessionali che, con- dotti dal medico di Medicina Ge- nerale, siano caratterizzati da una reale integrazione professionale e multidisciplinare con tutti gli ope- ratori del territorio e rispondano alle necessità specifiche tramite percorsi definiti di sistema (PDTA) o individuali (PAI). In sintesi, occorre favorire un’assi- stenza sociosanitaria diretta al cit- tadino, reso partecipe del proces- so, caratterizzata dalla prossimità e dalla capillarità, con la condivisione e l’integrazione di tutti i servizi ne- cessari alla reale promozione della salute, sia individuale che di tutta la popolazione. una valida alternativa al ricovero ospedaliero, contribuendo alla di- minuzione dei ricoveri impropri o non necessari e a una migliore ge- stione delle malattie acute e delle riacutizzazioni delle croniche. Inol- tre, per una reale integrazione fra i vari professionisti ospedalieri e territoriali, diventano imprescindi- bili lo sviluppo e l’implementazione della tecnologia informatica per la condivisione di informazioni (car- telle cliniche o relazioni di visite) o per teleconsulti/televiste. Altro aspetto fondamentale per lo svilup- po del territorio è la necessità di do- tare gli studi dei medici di Medicina Generale di strumenti di diagnosti- ca di primo livello (POCT) che per- mettano una diagnostica prossima al cittadino, in grado di ridurre le liste di attesa e di caratterizzare una presa in carico più efficace anche nell’assistenza domiciliare. Ciò deve essere inserito nell’orga- nizzazione sanitaria attuale del ter- ritorio della Regione Toscana, fatta di Aggregazioni Funzionali Territo- riali e di Dipartimenti di Medicina Generale, poco valorizzati nell’allo- cazione delle risorse e nelle scelte organizzative regionali. Gli ambula- sonale e di servizi, insistono anche gli aspetti burocratici che vanno dalle 99 Note Aifa della prescri- zione farmaceutica ai Piani Tera- peutici da controllare e seguire, ai mille moduli da riempire, alla ple- tora di esenzioni e relativi adem- pimenti prescrittivi con riduzione del tempo dedicato all’attività cli- nica. A essi si affiancano la carente o, spesso, assente comunicazione con gli altri professionisti sanitari, le frequenti incombenze spesso più sociali che sanitarie, l’aumento dei contenziosi con i pazienti, irritati da un sistema poco comprensibile di leggi e leggine. Come può la professione risponde- re a questa domanda di potenzia- mento del territorio? Occorre proporre ai decisori un modello che tenga conto di un’in- tegrazione ospedale-territorio bi- direzionale, inerente non solo alle dimissioni ospedaliere e alla ricon- ciliazione terapeutica ma anche all’ingresso in ospedale, magari con accesso diretto. La disponibilità di servizi e percorsi dedicati come i Day Service e la creazione di Ospe- dali di Comunità a gestione della Medicina Generale rappresentano

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