Toscana Medica - Marzo 2021

3/2021 T OSCANA M EDICA 8 testatina quali à e professione reazione di Arthus è causata da immu- nocomplessi fissanti il complemento, che precipitano nelle pareti vascolari, nei glomeruli renali e nel collagene. Provocano la liberazione di mediato- ri dell’infiammazione e di un fattore chemiotattico che attira i neutrofili. Il fenomeno di Arthus può essere loca- lizzato (reazione edematosa ed erite- matosa nella sede di iniezione dell’an- tigene) o anche essere caratterizzato da reazioni sistemiche, quali febbre, dolori muscolari e/o articolari e, sia pure molto raramente, gravi (malattia da siero, orticaria, glomerulonefrite). Per quanto riguarda la mia esperienza personale, essa risale invece agli anni verdi della vita, quando cominciai a lavorare come ricercatore nel gruppo del grande maestro Mario Ricci, che fu tra i primi in Italia a comprendere la grande importanza dell’Immuno- logia. Poiché per le nostre ricerche usavamo ratti e cavie dove venivano studiate le risposte immunologiche in corso di tiroidite autoimmune speri- mentale e accadeva di subire morsi e graffi da parte di questi animali, decisi per prudenza di fare un richiamo del- la vaccinazione anti-tetanica alla qua- le ero stato sottoposto durante l’infan- zia. Il primo anno nel quale effettuai l’iniezione di richiamo non ebbi alcu- na reazione, ma l’anno successivo sof- frii per una reazione di Arthus locale molto intensa, caratterizzata da una grossa tumefazione rossa e dolorosa nella sede di iniezione sul braccio, an- che accompagnata da interessamento dei linfonodi sotto-ascellari. Sulla base di queste considerazioni, in uno dei miei ormai numerosi arti- coli scritti sul Corriere Fiorentino in materia di COVID, avevo suggerito già alcuni mesi fa di non utilizzare in maniera indiscriminata i vaccini anti- SARS-CoV-2, evitando di vaccinare almeno nella prima fase i soggetti che fossero già stati colpiti dall’infezione (sintomatica o a sintomatica, ma con tampone risultato positivo). Tuttavia ricordo che alcuni dei “Soloni” che imperversano ogni sera su tutti i cana- li televisivi spesso sproloquiando sulle diverse problematiche relative al virus, e forse anche un componente del CTS, di fronte alle domande dei giornalisti se si dovesse evitare la vaccinazione nei soggetti che avevano già avuto l’in- fezione, rispondevano in maniera cate- gorica che occorreva vaccinare tutti. Adesso abbiamo le prove che la vacci- nazione indiscriminata che includa an- che i soggetti che hanno già avuto l’in- fezione è un errore. Sono infatti stati pubblicati di recente due lavori mol- to significativi al proposito. Il primo, condotto negli Stati Uniti, ha dimo- strato che le risposte anticorpali della classe IgG in 109 soggetti con o senza pre-esistente infezione sono molto diverse tra i 68 soggetti sieronegativi e i 41 sieropositivi, in quanto i primi mostravano bassi titoli anticorpali entro 9-12 giorni dalla vaccinazione, mentre i secondi sviluppavano eleva- ti titoli di anticorpi anti-SARS-CoV-2 molto rapidamente dopo la vaccina- zione (10-20 volte più elevati dopo la prima iniezione e ancora 10 volte più elevati dopo la seconda inoculazione). Inoltre, i soggetti sieropositivi svilup- pavano in seguito alla vaccinazione una frequenza significativamente più elevata di effetti collaterali sistemici (astenia, cefalea, brividi, febbre, do- lori muscolari e/o articolari) rispet- to ai soggetti che non avevano avuto l’infezione. A questo proposito vorrei I soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 asintomatica ma con positività al tampone oppure con malattia conclamata hanno già sviluppato titoli anticorpali elevati, pertanto non richiedono la somministrazione immediata del vaccino o, almeno, di più di una singola dose. Parole chiave: SARS-CoV-2, vaccinazione, fenomeno di Arthus, risparmio di dosi COVID: perché escludere per ora dalla vaccinazione i soggetti già infettati di Sergio Romagnani Sergio Romagnani Già Professore di Immunologia Clinica e Medicina Interna dell’Università degli Studi di Firenze, attualmente Professore Emerito presso la stessa Università Ho sempre pensato che fosse neces- sario valutare l’esistenza di una prece- dente infezione da SARS-CoV-2 prima di sottoporre tutti i soggetti in maniera indiscriminata alla vaccinazione. Que- sta mia considerazione si basava sia sulle mie conoscenze in materia im- munologica, sia su un’esperienza per- sonale. Le conoscenze immunologiche ci dicono infatti che indurre riposte immunologiche troppo marcate può essere non solo inutile ma anche dan- noso. È noto da molti anni che l’intro- duzione nell’organismo di un antigene in un soggetto sensibilizzato, cioé che già possiede anticorpi circolanti di tipo precipitante verso tale antigene, può determinare una reazione infiammato- ria (edema, eritema, emorragia, necro- si), nota come fenomeno di Arthus. La

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