Toscana Medica - Ottobre 2021
7/2021 T OSCANA M EDICA 14 testatina ricerca e clinica La presbiacusia è un progressivo calo dell’udito, bilaterale, simmetri- co, neurosensoriale, dovuto a dege- nerazione dell’orecchio interno, di origine multifattoriale. Il danno isto- logico avviene in diverse strutture dell’orecchio interno e la parte della coclea che per prima viene colpita è quella che elabora i suoni acuti. Le strutture coinvolte sono: le cellule ci- liate esterne (CCE), le cellule ciliate interne, i neuroni periferici e centrali del ganglio di Scarpa e spesso è pre- sente un’atrofia della stria vascolare. Talvolta è presente anche una ridu- zione delle sinapsi del nervo coclea- re; questo comporta una riduzione di comprensione del messaggio verba- le, soprattutto in ambiente rumoro- so, e una dissociazione tono verbale. La presbiacusia può essere definita: • striale : la degenerazione della stria vascolare comporta una riduzione della ATPasi, con riduzione del po- tenziale endococleare, che forni- sce l’energia per il funzionamento dell’amplificatore cocleare; • sensoriale : una perdita delle CCE porta all’ipoacusia sensoriale che sembra legata all’esposizione al ru- more; lo stress acustico induce dan- ni delle CCE e l’età è solo il fattore temporale che crea l’accumulo dei danni da tale stress; • neurale : la degenerazione neurale avviene sia nel giro basale sia in quel- lo apicale della coclea. Lo stimolo, a causa della perdita di neuroni, risul- ta inadeguato e crea difficoltà nella discriminazione di suoni rendendo più difficile capire ciò che sentiamo e quindi la protesizzazione. In molto casi la presbiacusia è mista coinvolgendo contemporaneamente le diverse strutture: Aspetti socio-economici La presbiacusia ha un’alta prevalenza ed è un rilevante e comune problema sociale. Oltre il 10% della popolazio- ne ha un’importante perdita uditiva con difficoltà di comunicazione e la sua percentuale cresce al 40% nella popolazione oltre i 65 anni. Un an- ziano ipoacusico tende a isolarsi e a divenire un peso per la società; farlo tornare a sentire vuol dire inserirlo di nuovo nella famiglia e nella società. In Italia oltre 7 milioni di individui sono presbiacusici con una spesa an- nua di 3,6 miliardi di euro, pari al 5% del Fondo Sanitario Nazionale. Clinica della presbiacusia Il paziente anziano ha progressive difficoltà nella conversazione, nell’a- scolto della musica, nel capire da dove gli vengono i suoni e soprattut- to nel partecipare alle situazioni di socialità. Le conseguenze sono tanto importanti quanto sottovalutate dai pazienti, dai familiari e a volte anche dai medici. I motivi principali sono una scarsa sensibilità al problema, aspetti culturali, difficoltà oggettive, comprese quelle economiche. Il defi- cit conduce l’interessato a “difender- si”, limitando la sua partecipazione al discorso e, purtroppo, gli altri tendo- no spesso ad assecondare tale isola- mento. È il primo passo verso una fu- tura emarginazione. Si crea un vero e proprio circolo vizioso fra disagio, senso di inadeguatezza, riduzione di autostima e isolamento affettivo e re- lazionale con rischio di depressione. Possibili relazioni con fenomeni di demenza e depressione Esistono molti lavori che fanno so- spettare una correlazione fra la per- dita della capacità uditiva e il decadi- mento della funzione cognitiva, anche se tale correlazione è difficile da stabi- lire, soprattutto perché molti soggetti anziani hanno, contemporaneamente, la presbiacusia e modificazioni cogni- tive. Uchida e coll. nel 2019 pubbli- cano un articolo in cui riassumono le ipotesi oggi più accreditate: • cognitive load hypothesis , in cui l’ipoacusia crea un massiccio im- piego delle risorse cognitive che risultano deficienti per la propria working memory , provocando una neurodegenerazione accelerata e fenomeni di atrofia cerebrale; • common cause hypothesis , in cui sia La presbiacusia è un calo dell’udito simmetrico, percettivo, da degenerazione dell’orecchio interno, con alta prevalenza e correla con fenomeni degenerativi. Le ipotesi sono la cognitive load hypothesis , la common cause hypothesis , la cascade hypothesis e la overdiagnosis or harbinger hypothesis . La terapia è protesica coinvolgendo il medico di base, lo specialista otologo e l’audioprotesista. Parole chiave: presbiacusia, protesi acustica, senescenza, degenerazione cognitiva, depressione La presbiacusia di Paolo Vannucchi, Carlo Mugelli Paolo Vannucchi Laureato (1980) e specializzato in Audiologia (1983) e Otorinolaringoiatria (1988). Ricercatore confermato presso l’Università degli Studi di Firenze, è stato Responsabile della SOD di Audiologia e Foniatria dell’AOU Careggi a Firenze dal 2013 al 2017. Dal 2017 è libero professionista Carlo Mugelli Specialista in Geriatria e Gerontologia, Responsabile Reparto Medicina Casa di Cura Ulivella e Glicini, IFCA, GIOMI, Firenze
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