Toscana Medica - Ottobre 2021

T OSCANA M EDICA 7 / 2021 19 testatina qualità e prof sio e lockdown , è aumentata, in particolare per i soggetti cosiddetti a “rischio” (tra cui anche gli over 65) la paura di am- malarsi e di morire, una paura che, se sperimentata a lungo, può portare a sentimenti di evitamento o rabbia e poi ad ansia e depressione. Rispetto a questi determinanti della salute (iso- lamento e paura della morte) è inte- ressante provare a fare una riflessione ulteriore cambiando piano (da quello psicologico a quello sociale), conside- rando non solo come la presenza della pandemia, dell’isolamento sociale e della paura della morte correlino con diversi disturbi mentali, ma come con questi disturbi possano entrare in re- lazione anche il tentativo di “infrau- manizzazione” in un primo tempo e l’“incertezza” successivamente. Con- cetti che non riguardano più le singole categorie (soggetti a “rischio” vs tutti gli altri), ma come queste interagisco- no tra loro. L’infraumanizzazione è il processo che porta una persona a considerare una categoria meno umana dei suoi grup- pi di appartenenza. A differenza della deumanizzazione non prevede una totale negazione dell’umanità dell’al- tro. È un fenomeno diffuso e difficile da modificare, poiché le persone che hanno un atteggiamento “infrauma- nizzante” ne sono spesso inconsape- voli. Deumanizzazione e infraumaniz- zazione possono portare a fenomeni di esclusione sociale più o meno implicita e quindi provocare nel gruppo che si sente emarginato stati di ansia e sinto- mi depressivi. È possibile che sia suc- cesso ciò anche agli anziani in Italia? All’inizio della pandemia sentivamo o pronunciavamo spesso frasi come “È morto per COVID-19. Ma quan- ti anni aveva? 80. Ah ecco, vabbè.” oppure “muoiono solo quelli che sa- rebbero morti lo stesso”. Gli anziani, infatti, sembravano essere gli unici ad andarsene per colpa del COVID-19. Poi piano piano abbiamo capito che non era proprio così e la divisione in categorie non è stata più tanto chiara come all’inizio. E questo come ci fa sentire? Adesso ci troviamo di nuovo in un pe- riodo drammatico, in cui le persone che non si trovano in una categoria “a rischio” tentano ogni tanto di tornare a utilizzare i discorsi “infrumanizzan- ti”, ma senza successo; sapendo che la malattia può avere risvolti drammatici per tutti. La categoria “giovani” che pensava in termini “io ho 30 anni e quindi ho più diritti di te che ne hai 80” perde a oggi di significato, perché i limiti stanno diventando sempre più sfumati, l’“alibi” non regge più come agli inizi di marzo. Gli schemi pre- L’incertezza ai tempi del COVID-19: dall’infraumanizzazione dell’anziano alla gestione di una nuova normalità di Sabrina Masetti, Stefano Cosi, Irene Certini Sabrina Masetti Psichiatra Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale. Iscritta all’Albo dell’Ordine dei Medici della Toscana nr. 10932. Socio Ordinario della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva. Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Firenze, 1997. Specializzazione in Psichiatria, Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell’Università degli Studi di Firenze, 2001. Direttore scientifico Centro Clinico “La Mongolfiera”, Firenze Stefano Cosi Psicologo Psicoterapeuta, direttore Centro Clinico “La Mongolfiera”, Firenze Irene Certini Laureata in Psicologia di Comunità della Promozione del Benessere e del Cambiamento Sociale a Padova e tirocinante post lauream presso il Centro Clinico “La Mongolfiera”, Firenze Gli studi degli ultimi mesi hanno tentato di analizzare la relazione tra pandemia e salute mentale e sembra che in generale la presenza del CO- VID-19 correli (in più di uno Stato) con sintomi di ansia, depressione, ri- schio suicidario, paura del contagio e insonnia. Per quanto riguarda l’età, invece, le analisi presenti in letteratu- ra sono in contrasto e cambiano a se- conda del Paese di riferimento. Nel presente articolo rifletteremo su cosa sia accaduto e stia ancora acca- dendo in Italia. La presenza del COVID-19 ha portato le persone a sperimentare l’isolamento sociale forzato e ciò ha potuto suscita- re sensazioni di forte solitudine che a loro volta sembrano avere un ruolo nel predire la presenza di ansia e depres- sione nelle persone coinvolte. Inol- tre, soprattutto nel periodo del primo L’infezione da nuovo coronavirus è la prima della storia con queste caratteristiche specifiche. Alcuni studi che però hanno analizzato altre epidemie mostrano come i risvolti negativi sulla salute mentale possano, nel lungo periodo, avere un impatto maggiore della malattia stessa. Parole chiave coronavirus, salute mentale, incertezza, equità, infraumanizzazione centroclinicolamongolfiera@gmail.com

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