Toscana Medica - Ottobre 2021
T OSCANA M EDICA 7 / 2021 27 testatina opinioni a confronto opzioni che comprendono tecniche ablative loco regionali (termoablazio- ne, ablazione a microonde, chemio- embolizzazione, radioembolizzazio- ne) e altre di chirurgia tradizionale fino ad arrivare al trapianto d’organo. In molti casi diversi approcci di cura sono proponibili e a questo punto entra in gioco il gruppo multidisci- plinare che individuerà e proporrà al paziente la migliore soluzione per la sua situazione. Ovviamente la stadiazione della malattia è molto importante per qualsiasi approccio si voglia proporre. Fino a poco tem- po fa era molto usato uno schema di stadiazione proposto dai colleghi di Barcellona che assegnava in ma- niera molto rigida una determinata terapia a un determinato livello di malattia. Più modernamente questa impostazione è stata superata e oggi assistiamo a una notevole flessibili- tà nella cura dell’epatocarcinoma sfruttando le varie competenze che si ritrovano all’interno dei GOM, per cui, ad esempio, un paziente che non può essere in un primo tempo trapiantato per eccessivo carico di malattia, lo può diventare in seguito dopo essere stato sottoposto ad altre opzioni di cura. BRUNETTO - Le varie opzioni tera- peutiche sono condizionate dal nu- mero, dalle dimensioni e dalla lo- calizzazione delle lesioni tumorali, in pratica dal carico di malattia che può e direi deve guidare la scelta te- rapeutica. In linea di massima, l’epa- tologo vede i pazienti in una fase più precoce di malattia, perché segue i richiesti da tutti, medici, pazienti e industria. Il rischio che oggi stiamo però correndo è trovarsi a creare dei bellissimi documenti, aggiornati e articolatissimi, che però ben difficil- mente sono in grado di avere appli- cazione concreta nella pratica di tutti i giorni. Capisco bene che il medico di famiglia senta la necessità di avere un PDTA per la sclerosi multipla o la fibrosi polmonare idiopatica, però molte volte, come veniva ricordato prima, la gestione pratica di una de- terminata malattia si svolge in gran parte sulle conoscenze personali tra i vari professionisti. Certo un PDTA ben fatto riduce di molto il fenomeno prima citato dal professor Amunni, cioè quello di in- dirizzare il percorso di un paziente e del suo medico esclusivamente ver- so il farmaco, senza considerare in un’ottica globale tutto quello che in- vece esiste intorno e dentro a questo percorso, dal punto di vista assisten- ziale, terapeutico e sociale. TOSCANA MEDICA - Parliamo di te- rapia dell’epatocarcinoma: una volta raggiunta la diagnosi quali sono gli step di cura? MARRA - Prima di tutto bisogna ri- cordare che, a differenza di neopla- sie di altri distretti, in moltissimi casi questi pazienti hanno due malattie in contemporanea: un’epatopatia croni- ca spesso avanzata e il tumore vero e proprio. In linea di massima possiamo dire che il ventaglio delle opzioni terapeutiche è oggi molto ampio, partendo dalle che sta seguendo un suo paziente on- cologico. Questa modalità, oltre a fa- cilitare moltissimo la comunicazione tra medici, potrebbe risultare utile anche per ridurre il carico di esami e riscontri diagnostici limitandosi soltanto a quelli concordati tra tutti i membri del team di cura. BRUNETTO - Fatta salva la necessità assoluta di comunicazione tra ospe- dale e territorio, credo che un mo- mento da valorizzare per la gestione dei pazienti epatopatici sia quello del potenziamento di percorsi ambulato- riali, in regime di Day Hospital/Day Service, dedicati a questi pazienti e personalizzati in base agli specifi- ci fattori di rischio, come del resto avviene in molte realtà ospedaliere della nostra Regione. La telemedici- na può diventare a questo livello un utile strumento in grado di favorire il processo di comunicazione tra pro- fessionisti, grazie ad esempio ai tele- consulti con i medici di base o alle visite collegiali urgenti via web che potrebbero essere l’anticamera di una futura presa in carico condivisa e realmente partecipata. TOSCANA MEDICA - Un Piano Dia- gnostico Terapeutico Assistenziale ri- servato all’epatocarcinoma potrebbe aiutare nella sua gestione complessi- va visto, tra l’altro, che in Toscana si sta adesso lavorando alla stesura di uno dedicato ai tumori dell’apparato digerente superiore? BANFI - I PDTA rappresentano de- gli “oggetti del desiderio” cercati e
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