Toscana Medica - Ottobre 2021
7 / 2021 T OSCANA M EDICA 8 testatina edi or ale ganizzativo condiviso della rete di assistenza territoriale tramite la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omoge- nei per l’assistenza territoriale e le strutture a essa deputate”. Per capire che piega prenderà l’assi- stenza territoriale (e più in generale il Servizio Sanitario Nazionale) da qui al 2026 dovremo quindi aspetta- re la pubblicazione del decreto mi- nisteriale. Se il ministro Speranza volesse fugare il rischio della lom- bardizzazione della sanità italiana con la conseguente totale consegna dell’assistenza domiciliare al set- tore privato, dovrebbe inserire nel decreto un concetto chiaro e tondo: “Il paziente con bisogni di assisten- za domiciliare si rivolge al Distretto di appartenenza che si assume la piena responsabilità della sua presa in carico e la soddisfa con le risorse sanitarie e sociali a disposizione (ad es.: i team multidisciplinari delle Case della comunità). Se necessa- rio, il Distretto potrà ricorrere alle prestazioni di un erogatore privato autorizzato e accreditato, che sarà scelto dalla ASL – non certo dal sin- golo paziente – e coordinato dalla Casa della comunità”. Confidiamo che il Ministro lo farà. Se no a che serve un Ministro? “Casa della comunità” che dovrebbe rappresentare il normale riferimen- to di tutte le attività di cure prima- rie, comprese le cure domiciliari. Infatti nel testo della Missione 6 del PNRR si legge: “La Casa della co- munità diventerà la casa delle cure primarie e lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offer- ti, in particolare ai malati cronici”. Invece, i criteri di accreditamento contenuti nell’intesa non prevedo- no in alcun modo che le cure domi- ciliari si innestino nelle Case della comunità (e neppure con i servizi sociali comunali). Le attività che si svilupperanno da questi criteri prescinderanno dalle Case della Comunità, anzi le sovrasteranno, in una logica di mera erogazione di prestazioni sanitarie. Può darsi che le preoccupazioni circa la lombardizzazione siano ec- cessive e che sia prematuro espri- mere giudizi definitivi su che fine faranno (cioè ai privati) i 4 miliardi del PNRR, tuttavia non c’è dubbio che ci sia stata una fretta eccessiva nella pubblicazione dei criteri di autorizzazione e accreditamento dei fornitori privati. Come non c’è dubbio che sarebbe stato necessario definire prima, con un decreto mi- nisteriale come previsto dal PNRR, “l’identificazione del modello or- sono state annunciate minime, co- smetiche correzioni. Pochi giorni dopo il via libera di Age- nas al modello lombardo, il 4 agosto, viene firmata l’intesa Stato-Regioni sui criteri di autorizzazione e accre- ditamento degli erogatori privati e pubblici di servizi di assistenza do- miciliare in vista dell’investimento di 4 miliardi di euro previsti dal Pia- no Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Criteri molto simili a quel- li adottati dalla Regione Lombardia che paga le prestazioni domiciliari fornite da privati accreditati in com- petizione tra loro nell’accaparrarsi i clienti bisognosi che, con in mano un voucher , scelgono il privato a cui rivolgersi. La coincidenza temporale dell’ap- provazione del modello lombar- do e dell’intesa Stato-Regioni per adottare criteri di accreditamento dell’assistenza domiciliare in uso in Lombardia è stata considerata da molti una sorta di lombardiz- zazione del Servizio Sanitario Na- zionale. Fulvio Lonati, medico di sanità pubblica di Brescia, in un post di Saluteinternazionale pub- blicato lo scorso primo settembre ( https://www.saluteinternazionale. info/2021/09/lombardizzare-il-ssn ) , fa notare che nelle 18 pagine dell’in- tesa non compare mai l’espressione • Inviare gli articoli a: protocoll o@omceofi.it , con un abstract di 400 battute spazi inclusi e 5 parole chiave • Lunghezza max articoli: 9.000 battute spazi inclusi, più iconografia, max 3-4 immagini • Lunghezza max Lettere al Direttore: 3.000 battute spazi inclusi • Taglio divulgativo e non classicamente scientifico • No bibliografia ma solo un indirizzo e-mail a cui richiederla • Non utilizzare acronimi • Primo Autore: inviare una foto e un curriculum di 400 battute spazi inclusi da inserire nel testo e per motivi redazionali un numero telefonico e un indirizzo postale se non iscritto all’Ordine di Firenze • Autori: indicare per esteso nome, cognome, qualifica, provincia di appartenenza COME INVIARE GLI ARTICOLI A TOSCANA MEDICA
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