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56 SANITÀ NEL MONDO
tasca sua una determinata cifra (1.000-2.000 o 5.000 dollari), detta franchigia. La Figura 2 mo- stra che – in un confronto con i soggetti assicu- rati – tra i non-assicurati il 76% ha scelto le Retail Clinics perché più economiche rispetto ad altre offerte di cura e il 52% perché privi di un primary care provider2.
La ricerca del New England mette in luce le principali criticità della Convenient Ambulatory Care. La prima è la frammentazione dell’assi- stenza in tante (pur comode e economiche) prestazioni, senza che si stabilisca una qualche relazione di presa in carico con il provider di
turno. La mancanza della continuità dell’assi- stenza (resa ancora più grave dall’assenza di un primary care provider di fiducia) diventa particolarmente dannosa nei pazienti con ma- lattie croniche e con tutti coloro che hanno bisogni assistenziali complessi e a lungo ter- mine.
L’altra è la mancanza di un effettivo controllo sulla qualità e sull’appropriatezza delle presta- zioni: il rischio di overdiagnosis e overtreatment è dietro l’angolo, soprattutto se l’ambulatorio è collocato all’interno, o nei pressi, di una far- macia.
L’Italia non è certamente la Grecia, e non è neppure paragonabile agli USA. La convenzione nazionale dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta consente a tutti gli indivi- dui, in ogni parte d’Italia, di accedere senza alcu- na barriera economica ai servizi di base. E nessu- no ha abolito la natura universalistica del servizio sanitario nazionale (SSN). Tuttavia dati recenti dell’OCSE dicono che il 7,1% degli italiani (oltre 4,2 milioni di persone) rinuncia a farsi curare per- ché il costo della prestazione è troppo alto, la lista d’attesa troppo lunga oppure l’ospedale troppo distante. Con il diminuire del reddito il disagio cresce: la rinuncia alla cura sale al 14,6% degli ita- liani nel caso in cui gli interpellati appartengano al 20% più povero della popolazione italiana3. Poi ci sono coloro che – a causa della combinazione alti ticket e lunghe liste d’attesa – rinunciano a farsi curare all’interno del SSN e trovano più conve- niente rivolgersi al settore privato, a pagamento.
E non deve sorprendere quindi che anche in Italia si sviluppino iniziative del tipo Retail cli- nics. Esse riguardano – a differenza dagli USA – le attività specialistiche e diagnostiche, con ambulatori che forniscono prestazioni a basso costo, anche all’interno di supermercati, come nel caso del centro commerciale COOP Le Piag- ge nel Quartiere 5 di Firenze dove si informa che “L’accesso e la prenotazione alle prestazioni specialistiche avviene senza l’obbligo della pre- scrizione del Medico di Medicina Generale o di uno Specialista del SSN”4. (NB: Il prezzo di una visita cardiologica + ECG è di 68 euro – con disponibilità in giornata –, identico a quello che avrei personalmente pagato, come ticket, per la
E in Italia?
stessa prestazione presso la ASL).
E non mancano neppure iniziative del tipo
Urgent Care Centers, come quella aperta recen- temente ad Arezzo, con la benedizione del Sin- daco e della Regione Toscana: “Inaugurato nel giungo del 2015 – si legge nella pagina web5 – il Primo Soccorso del Centro Chirurgico Toscano si pone come una novità sul territorio aretino. Aperto dal lunedì al sabato mattina dalla ore 9 alle 19, il Primo Soccorso funziona come un ambulatorio senza appuntamento dove tutti si possono recare per ricevere cure. Ad accoglierli un medico e il personale infermieristico coadiu- vati dagli specialisti che sono sempre reperibili.” Qui la formula usata è il walk-in a prezzo fisso: 100 euro per qualsiasi prestazione – dalla visi- ta medica, alla medicazione, all’accertamento strumentale –, naturalmente, anche qui, senza bisogno della richiesta del medico di famiglia.
L’Italia non è la Grecia e neppure gli USA, abbiamo detto. Tuttavia ci troviamo in un piano inclinato che rischia di portarci da quelle parti. Il definanziamento “coatto” cui è sottoposto il SSN e la conseguente incapacità di soddisfare i bisogni degli utenti, aprono enormi spazi al set- tore privato (come peraltro voluto dalla politica politicante). Non siamo negli USA, ma anche in Italia aprono Retail Clinics e Urgent Care Centers.
Non siamo negli USA, ma forse è lì che ci vo- gliono portare, magari passando per la Grecia.
TM
Info: gavino.maciocco@gmail.com
2 Bachrach D. et Al, Building a Culture of Health: The Value Proposition of Retail Clinics, Manatt, April 2015. https://www. manatt.com/.../Retail_Clinic_RWJF.pdf
3 http://www.saluteinternazionale.info/2016/01/non-siamo-un-paese-normale/
4 http://www.ambulatorifratellanza.it/poliambulatorio-fratellanza-campi-bisenzio-e-firenze/informazioni/poliambulatorio- coop-piagge-firenze
5 http://www.centrochirurgicotoscano.it/it/page/primo-soccorso.html ToscanaMedica6|2016 S O M M A R I O

