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NOTIZIARIO 45
A cento anni dalla morte, a Firenze una piazza per Giovanni Meyer
“Apertura dello Spedale dei Bambini Anna Meyer. Il Consiglio d’Amministra- zione del luogo pio prima di trasferire i bambini malati nel nuovo Spedale invita la S.V.Illma e la sua rispettabile famiglia a compiacersi d’intervenire all’apertura e visita del locale che avrà luogo alle ore 3 pom. di Giovedi 19 del corrente mese”. Così si leggeva in un raffinato biglietto del Regio Arcispedale di Santa Maria Nuova e Stabilimenti Riuniti della Città di Firenze che circolava a Firenze nel febbraio 1891.
Quel biglietto era la prova tangibile del sogno visionario di Giovanni Meyer, marchese di Montagliari, russo di San Pietroburgo arrivato in riva d’Arno, che in memoria della moglie Anna decedu- ta l’11 dicembre 1883, aveva deciso di fondare un ospedale riservato solamente ai bambini.
Bellissima idea sulla carta, difficilissi- ma da tradurre in pratica in mezzo a dif- ficoltà di ogni genere, tra le quali anche l’opposizione dei residenti della zona in cui avrebbe dovuto sorgere la struttura preoccupatissimi per il diffondersi di pos- sibili epidemie di malattie infettive.
Eppure nonostante tutto il Meyer te- stardamente riuscì a portare a termine il suo progetto, creando i presupposti del
grande sviluppo che a Firenze avrebbero avuto negli anni a venire le scienze pe- diatriche.
Da allora è iniziata la storia dell’Ospe- dalino, oppure del “Mayer”, come tutti lo chiamano a Firenze (nonostante il fon- datore stesso avesse chiaramente speci- ficato che il suo cognome doveva essere scritto e pronunciato Meyer con la “e”) e pochi sono i fiorentini che nel bene o nel male non hanno mai avuto contatti con gli edifici di via Luca Giordano prima e di
quelli nel parco di Careggi poi (compreso lo scrivente ricoverato in Pediatria a pochi mesi di vita per convulsioni febbrili!)
Nel tempo il legame con la città è andato sempre a più a rafforzarsi e pari- menti si è sempre più sviluppata la voca- zione nazionale ed internazionale dell’O- spedale che lo ha portato al ruolo attuale nel panorama italiano ed estero.
Con questa storia alle spalle e con tanti progetti in cantiere, il 24 settembre 2016 il Direttore Generale Alberto Za- nobini ha accolto autorità civili, militari e religiose, nonchè l’ultimo discendente del marchese di Montagliari in quella che fino al giorno prima si chiamava Piazza di Careggi, adesso rinominata Piazza Giovanni Meyer.
All’ingresso dell’Ospedale una la- pide datata giugno 1917 ricorda che a Giovanni Meyer, “benefattore munifico che, fondando il primo ospedalino in- fantile modello agli altri in Italia volle la ricchezza temperata dalla pietà, volgonsi i suffragi ed i voti di tante umane miserie benedicenti”.
Dopo tanti anni l’omaggio tangibile della toponomastica fiorentina ad un uo-
Partendo dalla considerazione che da alcuni anni le adesioni alla cam- pagna vaccinale della Regione Tosca- na contro l’influenza per le persone sopra i 65 anni di età sono state in- feriori alle aspettative e facendo se- guito all’invito a vaccinarsi espresso dalla Regione stessa e dall’Ordine dei
medici di Firenze, l’Auser Volonta- riato di Sesto Fiorentino ha concluso un accordo con la USL Toscana Cen- tro per sensibilizzare la popolazione, proponendosi inoltre come soggetto vaccinatore per i propri iscritti pres- so l’Ambulatorio Infermieristico della Farmacia Comunale di via Leopardi.
L’ Azienda USL Toscana Centro ha fornito i vaccini necessari che saranno somministrati da personale qualifica- to in condizioni di assoluta sicurezza.
Le prenotazioni per le vaccinazio- ni si possono fare dal lunedì al gio- vedì dalle 9 alle 11 telefonando al 340 633 67 62.
Importanti regole per la libera professione
mo ed alla sua creazione.
S.P.
Capita che un cittadino si rivolga a un libero professionista per un qualsiasi pro- blema. È un diritto inalienabile e inconte- stabile. Capita che il professionista priva- to consigli l’esecuzione di accertamenti utili per la definizione della diagnosi o della terapia. Allora il cittadino ritorna dal proprio medico di famiglia per otte- nere la trascrizione degli accertamenti al fine della gratuità. È bene precisare che, al di là dei rapporti collegiali che il con- sulente può direttamente instaurare col curante, quando un cittadino si rivolge al privato non può pretendere di rientrare nel sistema pubblico quasi che il medi-
co di famiglia fosse un mero trascrittore. Quest’ultimo assume tutti gli oneri civi- li e penali della prescrizione e può farla solo se ne è scientificamente convinto. Occorre che i consulenti privati facciano presente questo fatto ai propri pazien- ti onde evitare spiacevoli controversie. In poche parole anche gli accertamenti diagnostici ricadono nella libera profes- sione. Situazioni ancora più deontolo- gicamente rilevanti si verificano quando il medico privato rimanda al curante di famiglia la redazione dei certificati. In questo caso si induce il medico generale a commettere un falso! Se l’Ordine rice-
vesse la segnalazione di un rifiuto di cer- tificare da parte del consulente privato, non potrebbe che procedere disciplinar- mente. Si ricorda a tutti gli iscritti che la redazione di un certificato richiesto dal paziente è un preciso obbligo deonto- logico cui nessun medico può sottrarsi. Tutti i medici sono dotati di accredito per la comunicazione elettronica delle fattu- re. Nello stesso modo possono inviare i certificati dematerializzati.
Comunque il certificato su ricettario personale ha sempre valore presso l’INPS o per qualsiasi altro scopo.
Vaccinazione antinfluenzale 2016: l’iniziativa dell’AUSER di sesto fiorentino
S O M M A R I O
ToscanaMedica10|2016

