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44 VITA DELL’ORDINE
FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
Documento sui vaccini
APPROVATO DAL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FNOMCeO ALL’UNANIMITA’
Roma, 8 luglio 2016
Nella storia della medicina i vaccini rappre- sentano una delle più grandi vittorie sulle malat- tie e sono tra i presidi più efficaci mai resi dispo- nibili per l’uomo. La prevenzione e la scomparsa di malattie infettive, in passato tra i più terribili flagelli dell’umanità, costituiscono un successo senza pari e, senza dubbio, il più gran nume- ro di vite salvate grazie alla scienza medica. Ed è forse la scomparsa del confronto quotidiano con le conseguenze mortali o invalidanti di tan- te malattie, dovuta alla scoperta dei vaccini e delle terapie antibiotiche, che ha indotto la cit- tadinanza a credere che il successo sulle malat- tie infettive fosse definitivo.
Statistiche raccolte negli USA dimostrano che le vaccinazioni hanno ridotto di più del 99% molte gravi malattie: del 100% polio paralitica, difterite e vaiolo, del 99% rosolia, rosolia conge- nita, morbillo, del 95% parotite, del 92% tetano e pertosse. Solo riferendosi a 7 dei 12 vaccini raccomandati sono state prevenute 33000 mor- ti e 14 milioni di casi malattia per ogni coorte di nuovi nati, con un enorme risparmio anche in termini di costi. Ricordiamo altresì gli episodi epidemici di difterite in Russia, nelle repubbliche ex sovietiche, in Belgio e in Germania, di polio in Siria e in Olanda in comunità religiose che rifiu- tano le vaccinazioni, i casi di morbillo in Califor- nia, i tanti Paesi in cui sono endemiche patolo- gie scomparse laddove si è vaccinato in quantità sufficiente; a causa di questi episodi non si è potuto raggiungere l’obiettivo della scomparsa globale di malattie gravissime che anzi sono ri- comparse col loro carico di mortalità.
Dopo due secoli di lento ma inesorabile avanzamento delle vaccinazioni e di quasi com- pleta eradicazione di molte e terribili malattie, si assiste ora ad una regressione della copertu- ra vaccinale derivante non solo da opposizioni marginali e saltuarie, ma da una crisi profonda del rapporto fra razionalità medica e opinione pubblica. Una crisi che investe il rapporto tra scienza e società, oscillante fra le illusioni di una tecnologia miracolosa e il timore o la delusione degli effetti negativi di questa, quasi spingendo alcuni verso il ritorno ad una pretesa naturalità, una età dell’oro, quando, come scriveva Hobbes “la vita era breve, povera, brutale e rozza”. Non bisogna invece dimenticare che l’incredibile au- mento dell’aspettativa di vita in buona salute,
nonostante gli inevitabili rischi ambientali legati alla moderna produzione agricola e industriale, è dovuto anche all’enorme numero di giovani vite salvate dalla diffusione delle vaccinazioni.
Inoltre le terapie vaccinali hanno un ulteriore grande spazio di miglioramento e basta ricorda- re le promesse delle vaccinazioni terapeutiche, dell’immunoterapia e dei vaccini che prevengo- no lesioni precancerose che aprono spazi enor- mi al miglioramento della salute. Nonostante questo i vaccini che storicamente hanno subito attacchi inutili e dannosi ora sono nuovamente contestati.
Le ragioni sono molteplici:
- la irrazionalità diffusa per cui le dimostra-
zioni ragionevoli e scientifiche sembrano al contrario rafforzare le persone diffidenti nel preesistente pregiudizio;
- l’individualismo prevalente, che porta a di- menticare gli obblighi versa la collettività;
- la crisi di autorevolezza dei medici e la fru-
strazione che nasce da tante promesse non
mantenute dalla medicina;
- l’uso estesissimo di internet, in cui prevalgo-
no informazioni contraddittorie e ascientifi- che, che spinge all’ostracismo verso i vaccini le persone più colte e abituate all’uso della rete;
- il tipico errore per cui di fronte a un rischio per quanto altamente improbabile (la reazione avversa da vaccino) si trascura un vantaggio certo (l’immunizzazione rispetto ad una grave malattia) lasciandosi guidare più da diffidenze o sospetti che da prove scientifiche;
- l’allarme sociale per i pregressi danni da vaccino, ora estremamente rari, che tutta- via fanno dimenticare le epidemie verificate ovunque si sia abbandonata o ridotta la pra- tica vaccinale;
- le informazioni contraddittorie presenti trop- po spesso sui mass media.
- la scarsa formazione alla scienza nel nostro Paese, cioè alla valutazione dei dati e dei fat- ti rispetto alle opinioni indimostrate, da cui una diffusa adesione a credenze nate da una scarsa conoscenza della metodologia scienti- fica;
- la difficoltà che i programmi vaccinali tro- vano nel raggiungere i gruppi emarginati e deprivati.
ToscanaMedica8|2016 S O M M A R I O


































































































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